5) Gennaio-Giugno 1942 Operazione Venezia OPERAZIONE VENEZIA BATTAGLIA AD AIN EL GAZALA A inizio 1942 Rommel, dopo aver ricevuto rinforzi attraverso il Mediterraneo, riprende l'iniziativa e conseguendo diversi successi tattici induce i Britannici a ripiegare fino alla linea di Ain El Gazala, da loro predisposta a protezione di Tobruk. Le forze dell'Asse vi giungono vittoriose e col morale alto dopo aver inflitto al nemico perdite per 377 mezzi corazzati, 192 pezzi d'artiglieria, 1220 automezzi, 50 aerei e 3300 prigionieri e senza aver subito perdite significative, segue un periodo di stasi operativa, da Febbraio a Maggio. Gli Inglesi si sono attestati sulla linea che, dalla costa, si estende a Sud fino a Bir Acheim, in pieno deserto. La difesa e' impostata con capisaldi di brigata protetti da estesi campi minati con alle spalle le forze corazzate. I Tedeschi dispongono di 320 carri e gli Italiani 240, contro ci sono 850 Inglesi, chi sara' il primo ad attaccare? Il piano di attacco di Rommel (operazione Venezia) scatta per primo, prevede di aggirare da Sud lo snodo di Bir Acheim per poi piegare a Nord e piombare sul retro della linea fortificata. Nella notte del 26 Maggio tutta la massa di manovra inizia il movimento aggirante. Tuttavia le cose prendono una brutta piega, una volta completato il movimento ed aver sbaragliato una prima imprevista resistenza delle brigate indiane, le forze corazzate dell'Asse si trovano incapsulate fra la solida linea dei capisaldi di brigata e le potenti divisioni corazzate inglesi. Le perdite subite sono ingenti, anche a causa dell' inaspettato incontro col nuovo carro americano Grant, ma, quel che e' peggio, gli Inglesi riescono a troncare il flusso dei rifornimenti attorno a Bir Acheim. A sera la 21' corazzata rimane con 80 carri e benzina per poche ore mentre la 15' con solo 29 carri e' praticamente immobilizzata, l'Ariete e la 90' sono isolate in mezzo al nemico che pero' non sfrutta il vantaggio e l'opportunita' di annientare l'armata di Rommel. Apprezzata la situazione, questi riunisce le sue forze disponendole 'ad istrice', facendo massa con l'artiglieria, e respinge gli attacchi con un formidabile schermo controcarro. Finalmente la divisione Trieste, che non e' riuscita a seguire l'armata nel movimento aggirante, si apre frontalmente e sanguinosamente la strada attraverso i campi minati e riesce ad proteggere uno stetto corridoio ove passano i primi rifornimenti. Rommel puo' quindi intrappolare la 150' brigata nel 'Calderone' con due cerchi concentrici di forze, uno rivolto all'interno l'altro a protezione esterna, riuscendo a liquidarla e sgombrare da questa minaccia il suo vitale flusso logistico. Riacquistata liberta' di manovra, Rommel affronta le forze nemiche in numerosi scontri ove gli Inglesi, pur superiori di numero, mancano ancora di coordinamento, subiscono perdite elevate ed infine cedono. Viene dapprima presa Bir Acheim alle forze della France Libre quindi cade l'ultimo nodo difensivo di Knightbridge presidiato dalla brigata Guardie. Il 15 Giugno Rommel resta padrone del campo di battaglia avendo annientato le forze corazzate avversarie ma avendo anche subito perdite importanti che hanno indebolito la sua armata. -SONDERKOMMANDO BLAICH – OASI di HON Nel Gennaio 1942 il Sonderkommando Blaich effettua una incursione aerea su Fort Lamy in Ciad, base logistica della Francia Libera. Dopo una furiosa tempesta di sabbia, l’ Hauptmann Theo Blaich, controllato lo stato del suo insabbiato Taifun, legge avidamente la Berliner Zeitung con il resoconto della sua recente impresa che viene descritta con toni epici dal corrispondente di guerra Fritz Dettmann, membro esso stesso dell’equipaggio, azione coronata da successo per il rotto della cuffia. Dopo essere decollati, carichi di bombe e carburante, da una pista di fortuna al confine Sud della Libia con il loro HE111, hanno perso la rotta a causa dei venti contrari. Per trovare il loro obiettivo hanno dovuto sorvolare il tortuoso corso di un fiume sapendo che non sarebbero potuti tornare al campo base per il troppo carburante consumato. Giunti in vista del lago su cui sorge Fort Lamy hanno velocemente sganciato le bombe sui depositi di benzina lasciandoli in fiamme ma, rientrando, sono stati costretti ad un atterraggio in pieno deserto prima dell’esaurimento del carburante. Erano ormai privi d’ acqua quando i loro deboli segnali radio sono stati captati da una stazione ricevente sulla costa libica. Un Ghibli della Regia li ha individuati e uno JU52 ha recato il rifornimento necessario al rientro. ‘Certo, un solo bombardiere non e’ che abbia fatto grandi sconquassi ma sicuramente l’equipaggio sara’ decorato con la croce di guerra o almeno con una medaglietta italiana’, pensa Blaich. Ironicamente l’azione verra’ considerata utile solo per il suo aspetto propagandistico e verra’ decorato il solo Dettmann, il corrispondente di guerra. WIP -PROFONDO SAHARA -SONDERKOMMANDO DORA e MEHARISTA Il Sonderkommando Dora si forma senza specifici compiti di guerra guerreggiata, e’ composto da specialisti militarizzati quali geografi, geologi, cartografi, astronomi, meteorologi, esperti di strade, col compito di redigere mappe del Sahara libico con riguardo a transitabilita’ e risorse idriche. Con base l’oasi di Hon, vengono eseguite esplorazioni nel profondo Sud, nel Fezzan ad ovest di Murzuk fino al rilievo del Tibesti. Iniziativa singolare perche’, mentre i Britannici con il LRDG e il SAS effettuano escursioni nel deserto per sorvegliare le retrovie avversarie ed attaccarne gli aeroporti, i Tedeschi intraprendono questa operazione che risulta fine a se stessa. Le mappe realizzate non saranno mai utilizzate a fini tattici perche’ lontane e su direttici diverse dal teatro bellico. Il giro fu abbastanza breve, non c’era molto da vedere ma il maggiore mi mostro’ con orgoglio tutto, come si visitasse la linea Maginot. La gente, i soldati nazionali ed arabi, apparivano tranquilli nelle loro abitazioni e nelle loro postazioni e capisaldi, maneggiando le armi con disinvoltura come si trattasse di oggetti strani messi li’ per fare figura, lucide e forbite nelle loro custodie e inattive da chissa’ quanto per non sprecare munizioni inutilmente. Dietro alla pesante gli artiglieri avevano piantato un orticello con bietole e insalata, nel campo di tiro fra due mitragliatrici Schwarzlose dell’altra guerra era steso un filo con biancheria ad asciugare, piu’ avanti era stato composto un mosaico con pietruzze ‘viva la 16’ batteria’. Alla richiesta di ‘Novita?’ il caporale aveva risposto sull’attenti con l’aria di dire una gran cosa ‘Stanotte e’ scappato un cammello ma l’hanno ripreso’ Poi le palme, il verde finalmente, i pozzi indigeni, le tende cenciose, i cammelli dall’aria ottusa che brucavano gli sterpi, quel formicolio di calma e tranquilla attivita’ che sorge nel deserto dove c’e’ l’acqua e che mi infondeva, venendo io dal turbinare violento della guerra, un turbamento strano di esistenza irreale. La sera rinfresco’ rapidamente e, sotto le stelle grosse come arance, si alzo’ un canto lento e piagnucoloso mentre si accendevano i fuochi rossastri e fulliginosi di sterco di cammello sui quali l’arabo arrostiva la schiacciata di acqua e farina e preparava il te’, condendo il tutto con una manciata di datteri. Anche di notte sentivo l’oasi vivere, palpitare, il fruscio delle palme come un respiro calmo e regolare, quanto diverso dal fragore delle esplosioni o dall’ansia di un silenzio foriero di agguati. Un’accorata tristezza mi prese al pensare che la guerra vera si avvicinava a grandi passi a quel luogo di pace sublime, lo avrei voluto dire al vecchio maggiore insabbiato, che la guerra non era piu’ quella che gli avevano fatto fare anni prima ma mi manco’ il coraggio. Tanto poi a che sarebbe servito? Laggiu’ rinforzi e carri armati non li avrebbero inviati di certo… In seguito non mi riusci’ di sapere molto perche’ la cosa non era di capitale importanza, anzi era prevista. Ci fu comunicato solo che l’oasi, dopo accanita e valorosa difesa, era caduta nelle mani del nemico. Tratto da I FALCHI DEL DESERTO di S.Flaccomio WIP -FREE FRENCH a BIR HACHEIM – LEGION ETRANGERE e SOIXANTEQUINZE Bir Hacheim e’ presidiata da forze della Francia libera, legione straniera e truppe coloniali appoggiate dai 75mm, il glorioso soixante-quinze. Il caposaldo e’ circondato da campi minati. Nella notte la forza corazzata italo-tedesca si muove in massa con un ampio gancio destro per aggirare la linea fortificata nemica. L’Ariete procedeva secondo il raggio di volta minore avendo a sinistra i Francesi trincerati in Bir Hacheim, a destra le tre divisioni tedesche e in testa lo squadrone blindato di Nizza. Improvvisamente il primo colpo esplose fra le autoblindo come una lampadina che si fulmina, erano gli Indiani della III brigata, giusto di fronte e inaspettati. Dalle piazzole scavate a filo terra veniva un fuoco radente che solcava il terreno, le blindo, segnalato l’ostacolo, ripiegarono dietro ai carri. Albeggiava e tocco’ all’ VIII carri medi del capitano De Bustis attaccare. Quando furono a cento metri si trovarono sotto il tiro teso delle batterie controcarro e campali, attaccavano in quaranta carri e la meta’ venne distrutta in pochi minuti. I carri superstiti travolsero le difese e penetrarono nel caposaldo. Sorprendentemente dalle buche cominciarono ad uscire uomini bruni e barbuti con in capo l’elmetto a padella o il turbante, sorgeva il sole e quelli con le mani alzate sembrava pregassero, si arrese il loro comandante, un colonnello inglese. I bersaglieri di supporto tardavano ad arrivare, la situazione era ambigua e confusa, fu allora che il tenente colonnello Prestisimone, col suo IX medi e una compagnia del X, decise di proseguire e, incontrata un’altra linea di resistenza, ordino’ ‘testa sotto e avanti’ senza rendersi conto che si trattava del caposaldo francese. Incappo’ nei giardini del diavolo, molti carri saltavano sulle mine e sotto il tiro dei 75, nel terso mattino le vampe sembravano tizzoni che si sbriciolassero in faville contro le grevi corazze. Salto’ anche Prestisimone e, bevuto un sorso di grappa, sali’ su un altro carro ma, saltato anche questo su una mina, bevuto un altro sorso, esasperato si isso’ sulla prua di un terzo. I piloti lo scorgevano dagli iposcopi che incitava indicando la direzione di attacco, immagini riflesse sugli spessi cristalli, e procedevano come in un mondo virtuale, almeno fino a quando un colpo violento non li riportasse alla cruda realta’. Si vide Prestisimone saltare col terzo carro, era ormai giunto quasi all’interno del caposaldo ma dietro la maggior parte dei carri era in fiamme, l’assalto era stato respinto. Fu, questa carica disperata, un errore? E se lo fu, quella contro gli Indiani che fu? La guerra e’ fatta di errori, anzi e’ tutta un errore, ma quel che piu’ conta e’ la fortuna e Prestisimone fu sfortunato, i Francesi avevano avuto tutto il tempo di stendere ampi campi minati, quel tempo che non avevano avuto gli Indiani. Da FERREA MOLE, FERREO CUORE di D. Campini Le colonne nemiche hanno preso l'avvio di una carica e si avvicinano. Le nostre granate perforanti sollevano attorno ai carri zampilli di polvere ocra. Di tanto in tanto un carro e' colpito e si immobilizza, una fiammata lo avvolge. Si sviluppano diversi incendi provocando uno schermo di fumo nero e denso che si disperde lentamente verso sud. Altri carri continuano ad emergere da questo schermo opaco e avanzano malgrado il fuoco e le perdite. La carica si mantiene esattamente nella sua direttrice iniziale. Il capitano Morel, vedendoli avvicinarsi al suo posto di comando, brucia gagliardetto e documenti ma i carri sono bloccati dall'ultimo campo minato e i cannoni fanno il resto. Il loro colonnello e' fatto prigioniero, seriamente ustionato, davanti a noi 32 relitti in fiamme. Da BIR HACHEIM di P.Koenig generale comandante PANZER IV F1 15' PANZERDIVISION La versione F1 del Panzer IV potenzia la corazzatura frontale a 50mm ma mantiene il cannone corto da 75 che, in combattimento, e' inferiore al 75 lungo dei Grant. La capacita' penetrativa del suo cannone e' efficace solo a corto raggio ma, utilizzando il pezzo nel secondo arco di traiettoria con proiettili ad alto esplosivo, puo' provocare danni ingenti a maggiori distanze. Cingoli fissati anteriormente e rulli di scorta in torretta contribuiscono ad aumentare la protezione. PANZER III J SPECIAL 15' PANZERDIVISION Anche la versione J del Panzer III vede incrementata la corazza frontale a 50mm e potenziato il cannone con il L60/50mm lungo, un notevole progresso rispetto al corto e in grado di penetrare fino a 72mm a 500m, contro i precedenti 46mm, ma pochi di questi carri sono disponibili a Gazala. Per distinguerli dalla stessa versione, prodotta pero' col cannone corto, vengono rinominati 'SPECIAL' . Il cesto di torretta e' pitturato di rosso per riconoscimento aereo. GRANT 3th ROYAL TANK REGIMENT 4th ARMOURED BRIGADE 7th ARMOURED DIVISION Gli Americani armano i loro carri pesanti con il 75mm ma, in attesa dello Sherman, nel Grant installano l'arma lateralmente in casamatta con limitato brandeggio mentre il 37mm in torretta e' praticamente inutile. Viene fornito agli Inglesi in buon numero e, al suo apparire, sorprende nettamente i Tedeschi che si trovano surclassati e debbono serrare le distanze e colpire manovrando sul fianco. Lo squadrone A del 3' RTR comincia a colpire i carri nemici col 75, sorprendendoli quando ancora si considerano fuori gittata e costringendoli a farsi sotto... molti vuoti nella linea dei panzer ma vengono rapidamente colmati dalle seconde schiere... I Grant colpiscono duro pero' sono subissati dal fuoco nemico... i tiri dei panzer non penetrano ma cingoli e rulli sono spazzati via, i cannoni scossi dai continui colpi a segno sulla corazzatura... in 15 minuti lo squadrone e' 'andato' e l' unico Grant sopravvissuto si ritira... Da THE LEE/GRANT in BRITISH SERVICE BRYAN PERRET OSPREY VANGUARD N.6 STUG III AUSF D ASSAULT GUN SONDER VERBAND 288 90' LEICHTE AFRIKA DIVISION I semoventi di artiglieria consentono di prolungare la vita operativa degli chassis panzer III e non sono un ripiego in quanto progettati da tempo come cannoni d'assalto per accompagnamento carri. Rommel necessita di artiglieria semovente e controcarro ma il teatro africano e' considerato secondario non appena i Tedeschi si trovano completamente impegnati nella vasta e drenante campagna di Russia. Solo tre mezzi di questo tipo arrivano all' Afrika Korp e partecipano agli scontri da Bir Acheim a El Alamein. SEMOVENTE DA 75/18 e CARRO COMANDO SU SCAFI M13 DIVISIONE ARIETE Constatata la rapida obsolescenza del carro medio M13, si provvede a realizzare sullo stesso scafo un semovente di artiglieria dotato di un ottimo pezzo da 75mm, le batterie cosi' formate sono guidate da carri comando dotati di due radio ed apparati per il controllo del tiro. Il semovente e' pensato per appoggio artiglieristico ma l'esperienza sul campo induce a rinforzare i battaglioni carro mescolando i semoventi e carri per sfruttarne la maggiore potenza del colpo e la sagoma bassa. Purtroppo non si vuole o non si puo' spostare tutta la produzione M13 su questi mezzi per cui i semoventi sono drammaticamente pochi quando, nel 1942, il carro M13, pur presente in notevole quantita', e' ormai irrimediabilmente inutile. 'Con i laringofoni alla gola, le cuffie d'ascolto alle orecchie, richiusi nei giacconi di cuoio, infreddoliti in quell'ora che precede il mattino, ci si prepara mentalmente e spiritualmente all'azione... i motociclisi, senza luci, guizzano nell'oscurita' che sta gia' svanendo... albeggia rapidamente, non c'e' piu' tempo per pensare, meglio cosi'...MOTORIIIII' Da FERREA MOLE, FERREO CUORE DINO CAMPINI MARMON HERRINGTON MARK II SOUTH AFRICAN ARMOURED CAR Queste blindo sudafricane equipaggiano anche i reggimenti di cavalleria britannici, secondo la dottrina inglese e diversamente dai Tedeschi, non hanno compiti offensivi ma solo di ricognizione. L'enorme colonna di 10000 veicoli viene osservata ed ombreggiata dalle blindo Sudafricane che trasmettono i loro rapporti... per qualche ragione queste notizie non arrivano alla 4' brigata corazzata che si trova giusto sul cammino della Panzerarmee... lo squadrone leggero dell' 8' Ussari reagisce con prontezza e si getta sul nemico nel tentativo di guadagnare tempo per il resto del reggimento... in pochi minuti lo Stuart del maggiore Hacket e' in fiamme, pur essendo ustionato questi continua il comando su un altro carro... Da THE LEE/GRANT in BRITISH SERVICE BRYAN PERRET OSPREY VANGUARD N.6 WIP I reparti esploranti tedeschi ed Italiani sono armati con le 20mm che i Britannici non possiedono per cui, quando possibile, le loro blindo sono riarmate con cannoncini di preda bellica. A volte le blindo passano di mano e combattono sotto due bandiere. SD.KFZ. 250/25mm HOTCHKIS AUFKLARUNGS ABTEILUNG 33 15' PANZER Le blindo a 4 ruote SdKfz222 in dotazione ai reparti esploranti si rivelano inadatte ai fanghi russi e alla sabbie libiche per cui nel '42 arrivano al 33' battaglione esplorante della 15' Panzer 25 semicingolati di cui 10 dotati del pezzo annticarro da 25mm Hotchkiss, pezzo francese di preda bellica. Il pezzo, ormai inutile come controcarro, si rivela utile contro le male armate blindo avversarie. AB 41 VIII BATTAGLIONI BERSAGLIERI CORAZZATO DIVISIONE TRIESTE Le blindo vengono fornite alla cavalleria e ai bersaglieri, specificatamente la divisione motorizzata Trieste ha in organico un battaglione blindo di bersaglieri e un battaglione carri M13. La AB41 e' un'ottimo mezzo purche' venga utilizzato nel suo ruolo. ...Occorre congiungersi a Rommel che e' scarso di carburante, munizioni ed acqua ma la Trieste cozza contro il caposaldo inglese senza riuscire a penetrare la fascia minata, profonda e ben dissimulata... Dal comando superiore giunge allora all' VIII battaglione bersaglieri l'ordine di avanzare senza attendere l'apertura dei varchi nei campi minati... Il magg. Bernardis raduna gli ufficiali e ne dispone l'immediata esecuzione, con parole ferme ma con gli occhi lucidi... Alla testa del suo reparto, muove verso l'obiettivo impossibile... Scoppi di mine e fuoco di artiglieria investono le blindo, è distrutto il plotone del s.ten. Castelnuovo ma si va' avanti.... Da AGGREDISCI E VINCERAI, DIVISIONE MOTORIZZATA TRIESTE SALVATORE LOI CANNONE 10,5 CM SK18 AL TRAINO DI UN SEMICINGOLATO SDKFZ7 DA 8 TON L'artiglieria divisionale e di armata tedesche non eccelgono e questo cannone non fa' eccezione. Il costo e la complessita', pur nell'eleganza della linea, non compensano lo scarso peso del proietto e la gittata non eccelsa. E' migliore il corrispondente obice 15 CM SFH 18 sullo stesso carrello che, pur con meno gittata, scaglia un proietto di ben maggiore potenza. In generale l'artiglieria campale inglese surclassa per mobilita' e potenza quella italo-tedesca. Il semicingolato e' ottimo ed e' lo stesso che traina anche l'88mm a uso controcarro e controaereo. SDKFZ 250/3 FUNKWAGEN SEMICINGOLATO PER OSSERVAZIONE D'ARTIGLIERIA Dal semicingolato SdKfz10 da 1Ton si realizzano diverse versioni di semicingolato corazzato leggero ma pochi mezzi raggiungono il DAK. Questa versione per osservazione avanzata d'artiglieria e' dotata di un tetto corazzato, 2 apparati radio (uno a stelo e l'altro a ringhiera) e un cesto posteriore per aumentare il poco spazio disponibile a bordo. SDKFZ 251/8 KRANKENPANZERWAGEN AMBULANZA SEMICINGOLATA CORAZZATA Anche dal semicingolato SdKfz11 da 3Ton. si ricavano molte versioni delle quali vediamo l'ambulanza corazzata per il soccorso in pieno campo di battaglia. Il mezzo non e' armato e presenta vistose croci rosse ma cio' non e' sempre garanzia di salvaguardia. Nonostante l'asserita FAIR DESERT WAR, si verificano diversi episodi in cui non si rispettano le convenzioni riguardo i prigionieri e la Crocerossa. '...Mi vengono addosso tre Australiani, sparo con la pistola, colpisco uno dei tre in faccia, gli vola via l'elmetto, il suo compagno mi centra con una fucilata al petto, sono a terra, stordito... gli Australiani, forse ubriachi, finiscono i bersaglieri a baionettate... mi si lancia addosso un energumeno con la baionetta alzata, lo guardo negli occhi, da terra, lo fermo per un attimo... poi carica il fucile e spara, perdo i sensi...' Da 'Fronte d'Africa: C'ero anch'io' Sottotenente Domenico Raspini 5' Reggimenzo Bersaglieri SDKFZ 223 KLEINER PANZERFUNKWAGEN BLINDO RADIO L'equipaggio di quattro uomini di questa blindo-radio opera in uno spazio ristretto e scomodo ma i collegamenti radio sono vitali per la reattivita' e flessibilita' delle tattiche utilizzate dai Tedeschi. La possibilira' di comunicare in movimento e con una protezione corazzata e' impagabile. A volte un ufficiale della Luftwaffe a bordo consente il coordinamento con gli stormi Stuka. Gli Italiani debbono invece sostare per operare sulle loro radio a lunga portata. BF 110 E3 TROP 14' STORMO RECON e OPEL BLITZ TANKWAGEN Dopo aver palesato la sua inferiorita' come caccia durante la Battaglia di Inghilterra, il BF110 viene relegato a ruoli di caccia bombardiere e ricognizione e solo successivamente assurgera' a nuova vita come caccia notturno. Qui e' rappresentato del 14' stormo da ricognizione con mimetica di circostanza, nocciola italiano sopra i verdi originali. RAUCHEN VERBOTEN... Pero' io ho bisogno di fumare, mama' ha scritto che la Gestapo ha portato via il nonno... certo all'osteria sparlava del nostro amato fuhrer e della guerra ma e' solo un vecchio scemo, eroe nella prima e poi non faceva del male a nessuno... come hanno potuto, schweine!!! WIP -CACCIA CURTISS KITTYHAWK- CLIVE CALDWELL 112' SQD. RAF - LIBIA 1942 Nonostante sia il Tomahawk che il Kittyhawk siano considerati inferiori al BF109E ed F, nelle mani di un pilota esperto l’esito dello scontro e’ indeterminabile. Clive Caldwell, soprannominato ‘killer’ per la orrenda pratica di mitragliare i piloti avversari quando si lanciavano col paracadute, ne e’ la dimostrazione. Nell’agosto ’41. mentre vola da solo verso la base col suo Tomahawk, viene attaccato simultaneamente da due BF109E, uno e’ pilotato daun famoso asso tedesco, tenente W.Schroer. Caldwell subisce tre ferite da schegge, il suo aereo e’ colpito da piu’ di 100 proiettili da 7.92 mm e 5 colpi da 20 mm, ma riesce ad abbattere il gregario di Schröer e ne danneggia l ‘8 nero’, forzandolo a disimpegnarsi. Nel febbraio ‘42, al comando di una formazione di 11 Kittyhawk sul suo GAY-AK772, avvista uno stormo di Bf 109F che vola circa 2000 piedi piu’ in alto. Subito Caldwell imposta una picchiata per prendere velocita’, quindi spinge il suo aereo in una cabrata verticale. Col P-40 "appeso all’ elica" spara una raffica all’ultimo BF109, pilotato dall’experten tenente H.Stahlschmidt il cui velivolo si scuote come un tappeto sbattuto prima di rovesciarsi fuori controllo. Caldwell risultera’ l’asso con piu’ abbattimenti su P40 e con piu’ abbattimenti in Africa. WIP -BOMBARDIERE BOSTON III 12'SQD 3'WING SAAF - LIBIA 1942 Due squadroni (12' e 24') con equipaggi della SouthAfricanAirForce sono i primi ad essere dotati del nuovo e veloce bombardiere medio dagli USA. Sabato 21 Marzo 1942 Come diversione in appoggio al convoglio per Malta, l’ordine per il 3’Wing della SAAF e’ di effettuare raid sui campi di volo di Martuba e Tmini e ancora piu’ a Ovest. Nel primo raid quattro Boston, guidati dal ten. Col. Mossop arrivano su Barce dal mare e, in una coltre di nubi, sganciano distruggendo un BR20 quindi, liberatisi delle nuvole costiere, filano via a bassa quota sul deserto. Sanno che e’ la tattica di fuga migliore perche’ Jerry scende raramente di quota e, se lo fa, si limita ad un solo passaggio, verranno disillusi perche’ quella mattina una sezione di BF109, pilotati dai ten. Korner e Von Lieres, e’ gia’ in volo per una missione di interdizione. Sono appena passate le 8 quando Mossop chiede all’osservatore ‘What time we would be back for breakfast?’ ‘Thirteen minutes after nine’ e’ la risposta quando… ‘Enemy fighters at 200 feets’ il Flt Sgt Van Eyssen e’ il primo a dare l’allarme. I Boston volano a 250 Mph, molto bassi di quota e in formazione, cosi’ che non e’ possibile alcuna azione evasiva, le mitragliere di coda aprono il fuoco immediatamente. I caccia tedeschi questa volta mantengono un attacco continuato sui Boston, il capt. Verster, da soli 11 giorni al fronte e al suo primo volo operativo, ha un motore in fiamme e il mitragliere di coda ucciso. In un secondo passaggio anche l’altro motore e’ colpito: ‘I decided to put down the machine as soon as possible and landed at about 150 mph. Parts of the control had already been shot away and were beginning to feel sloopy in my hands but by good luck I pulled off a smooth landing’. Verster e’ ferito gravemente alla spalla dal Bf109 che torna a mitragliare il Boston a terra. Intanto anche il Boston di Mossop e’ colpito, con la coda a pezzi e il fumo della cordite in fusoliera, Mossop stesso e VanEyssen sono colpiti alle gambe mentre il mitragliere di coda e’ in stato di shock. Allora Mossop tira giu’ l’aereo violentemente al suolo. Il resto dell’equipaggio riesce ad abbandonare la carlinga, Mossop con le gambe spezzate no, il caccia tedesco fa un altro passaggio e lo colpisce ancora perforando il seggiolino del pilota. Infine i caccia se ne vanno e Mossop viene portato al sicuro. Seguiranno giornate di inedia, con poca acqua sotto il sole del deserto, nelle quali qualcuno andra’ a piedi a cercare aiuto finche’ un Lysander non atterrera’ vicino ai relitti e portera’ in salvo quelli gravemente feriti. Il miglior apprezzamento sul colonnello Mossop che ha salvato l’equipaggio con un atterraggio di emergenza verra’ da un membro del suo equipaggio: ‘The old man is a hell of a stout fellow’, il vecchio ha solo 30 anni! Nell’altro campo, l’abbattimento guadagnato dal ten. Korner risulta il 1000’ del I/JG 27 e viene festeggiato fra boccali di birra. WIP
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