9) COMMANDO RAID SU TOBRUK 13 SETTEMBRE 1942 RAID DI COMMANDO E MARINE SU TOBRUK Dopo che ha resistito a 8 mesi di assedio nel 1941, la caduta in soli due giorni della piazzaforte di Tobruk e' per gli Inglesi un colpo molto piu' grave dal punto di vista propagandistico-psicologico che tattico-stategico. Considerazioni di prestigio e di rivincita li spingono ad elaborare un complesso piano di assalto combinato per distruggere gli impianti e i depositi di Tobruk. Montgomery trova il piano gia' predisposto e lo approva nonostante sia ormai inutile, dato lo squilibrio nei rifornimenti che pervengono ai due eserciti. Il piano, oltre ad azioni secondarie contro Bengasi, Barce e Gialo, prevede che, nella notte del 13 Settembre 1942: 1) La RAF deve effettuare un lungo bombardamento diversivo dal cielo. 2) Una unita' di commando, con travestimento da guardie tedesche e prigionieri inglesi, guidati da nuclei del LRDG (Long Range Desert Group) attraverso il deserto, deve penetrare in Tobruk fino alle batterie costiere per provvedere alla loro neutralizzazione e rendere sicuri gli approdi per le forze da sbarco. 3) Marines e fanteria, imbarcati su due cacciatorpediniere e motosiluranti, debbono sbarcare sia a rinforzo dei commando che su una spiaggia a Ovest per prendere possesso del porto e provvedere alle distruzioni. Gli Inglesi stimano che le forze a difesa siano sopratutto italiane, di terz'ordine e poco combattive. In effetti due battaglioni tedeschi di notte vengono decentrati per evitare i bombardamenti e non sono presenti ma il battaglione San Marco che presidia la costa di Tobruk non e' precisamente di terz' ordine. Il piano inizialmente si svolge come previsto, la forza navale giunge davanti a Tobruk senza essere avvistata, i commando passano attraverso i posti di blocco e raggiungono una batteria da 105, uccidendone gli artiglieri presi di sorpresa... poi, sempre di notte, tutto comincia ad andare storto. 1) Nell'attacco ad un' altra batteria da 152 i commando vengono respinti dagli artiglieri allarmati e postisi a difesa dei pezzi. Un cacciatorpediniere, illuminato per un attimo da un proiettore, viene colpito dalle batterie costiere e infine affondera'... gli artiglieri italiani si dimostrano spiacevolmente combattivi. 2) Le motosiluranti si avvicinano a rinforzo dei commando ma vengono accolte e respinte dal fuoco di motozattere poste a difesa delle ostruzioni retali... anche i marinai italiani si dimostrano combattivi. 3) Dal comando del San Marco si organizza un gruppo di intervento contro i commando che, pur nella confusione della notte, riesce a fissare il pericolo congelandone qualsiasi ulteriore iniziativa... i fanti di marina italiani si dimostrano molto combattivi. 4) I 500 Marines che debbono sbarcare sulle spiagge vengono accolti dal fuoco delle postazioni del San Marco e infine solo 150 giungono a riva ma vengono cola' bloccati. Il piano e' ormai fallito, all' alba il San Marco passa all'attacco contro marines e commando, il capo di questi, Ten.Col. Haselden, viene ucciso e i superstiti si arrendono. Le motosiluranti e le navi al largo vengono assaltate dal cielo, un altro caccia e un incrociatore affondano, le motozattere italiane raccolgono i naufraghi. Un' operazione fallimentare cosi' sanguinosa e solo per motivi di prestigio !?! LRDG LONG RANGE DESERT GROUP CHEVROLET 1533X2 30CWT Sin dall'inizio della guerra l' LRDG assolve compiti di ricognizione, sorveglianza e intelligence, infiltrazione ed estrazione di agenti e commando. A Tobruk provvede a infiltrare dal deserto interno i commando che poi si scontrano col San Marco. Le pattuglie del LRDG avevano camionette specializzate, comando/radio, servizio medico e meccanico, e la 'pesante' con Breda 20mm montata dietro per coprire le ritirate, i suoi membri provenivano da tutti gli angoli dell'impero e vestivano in modo non convenzionale, Rommel li considerava magnifici banditi. Le camionette sbucarono rapide e ci vennero addosso zigzagando e sparando raffiche di Thompson. La reazione dei marinai fu immediata. Raffiche di mitra, colpi di moschetto, bombe a mano investirono gli automezzi. Una camionetta si capovolse, l'altra spari' nella notte. Subentro' un silenzio irreale ma duro' poco... Una voce con un forte accento straniero si levo' dal buio davanti a noi: 'Italiani! Figli di p... adesso vi facciamo fuori tutti!' Fu come una frustata, in quella voce un brutale compiacimento, come se fosse sicuro di avere a che fare con un branco di conigli spaventati. Pensavo ai ragazzi... Si' e' vero, un' accozzaglia di cuochi, sarti, magazzinieri, autisti, gente racimolata in fretta al comando ma... erano pur sempre del San Marco! Da 'Ventiquattr'ore a Tobruk' di R.Migliavacca, testimonianza del Ten. E.Busca compagnia comando San Marco WIP SAS SPECIAL AIR SERVICE WILLYS MB JEEP Il SAS e' specializzato in colpi di mano contro gli aeroporti per distruggere gli aerei a terra, prima del passaggio di convogli da Gibilterra nel canale di Sicilia. A Settembre le incursioni su Bengasi e Gialo falliscono ma a Barce riescono a distruggere o danneggiare una trentina di velivoli. La successiva fuga nel deserto e' tormentata dalla reazione dell'aviazione dell' Asse. Non si deve credere alla guerra in Africa come priva di episodi infami perche' la guerra delle forze speciali non e' una guerra 'pulita'. Il 13 settembre sei avieri, privi di armi, furono sorpresi da una camionetta britannica e, da principio, trattati normalmente. Poi, dopo aver effettuato un collegamento via radio, i Britannici aprirono il fuoco a freddo sui prigionieri. Dei sei uno, ferito non gravemente, si finse morto e, una volta partita la camionetta, riusci' a salvarsi. I morti furono portati al mio ospedale. Il Ten.medico Casella, per recuperare la vera, nuovissima, del nostro ufficiale trucidato, dovette amputargli il dito. Da 'Ventiquattr'ore a Tobruk' di R.Migliavacca, testimonianza di N.Di Giovine 17' ospedale da campo MARO' DEL SAN MARCO E ARTIGLIERE CON MITRAGLIATRICE BREDA 37 SU MOTOTRICICLO BENELLI I Royal Marine sbarcano proprio davanti e in mezzo alle postazioni antisbarco del San Marco. Dopo il combattimento e la resa degli attaccanti, maro' e artiglieri raccolgono il prezioso bottino costituito dalle armi automatiche del nemico. Udii un grido d'allarme: 'Le maone! Le maone da sbarco!' Nonostante il buio pesto, contro l'orizzonte illuminato dal fuoco delle navi al largo s'intravvedevano numerose imbarcazioni che si avvicinavano a riva. 'Cribbio, ma sono centinaia!' 'Il comando, avvertiamo il comando!' Ottenuta la comunicazione col comando Marina, parlai, ascoltai e poi: 'Tenuta da combattimento e attendere ordini!' Dopo poco eravamo pronti, nessuno parlava, io avevo la bocca secca' ... Alle prime luci dell'alba intravidi tante paia di gambe sbucare da sotto i cespugli davanti a noi, dopo lo scontro notturno i marines si erano gettati al riparo ma ormai il buio non li proteggeva piu'. Rabbrividii, cominciai a sudare freddo, il panico si impossessava di me perche', vedendosi allo scoperto, ora i marines avrebbero solo potuto attaccare e cosa potevamo fare noi tre armati di moschetto contro una ventina di Thompson? La paura, un abisso di paura mi stava per sommergere ma mi imposi la calma, dovevo pensare... Ma si', in fondo poteva essere... Certo, poteva essere che anche loro fossero paralizzati dalla paura, immobili e stesi a terra con la testa fra i cespugli... Tanto valeva rischiare... E allora ecco...una bomba lanciata fra i cespugli, tanto rumore, poco danno ma... improvvisamente vidi le mani alzate e, sotto gli elmetti a padella, le facce guardinghe, si arrendevano !!! Da 'Ventiquattr'ore a Tobruk' di R.Migliavacca, testimonianza di G.Calzi marinaio scelto del San Marco LUFTWAFFE ANTIAEREA AUTOCARRO PROTZE CON 2CM FLAK 30 A Tobruk i tedeschi delle unita' antiaeree a protezione del porto partecipano al combattimento contro il naviglio e all' alba danno man forte al San Marco contro i Commando. Fu una cosa lunga. Appena fu chiaro attaccammo alternandoci a gruppi tra fuoco e avanzamento, metro per metro. Alle 7,30 ci eravamo ormai fatti sotto ma i commando sparavano come matti coi Thompson e a corta distanza i moschetti dei miei marinai erano meno efficaci. 'Se continua cosi' dovremo arrivare a tiro delle bombe a mano' pensai 'e non mi piace per niente, sara' una strage senza senso per tutti'. Ed ecco arrivare un gruppetto di tedeschi con una mitragliera, li comandava un ufficiale che veniva avanti dritto come un fuso. 'Giu' kamarad, nieder! nieder!' gridai. Forse era un novellino o forse voleva darsi delle arie, come nulla fosse porto' il binocolo agli occhi e con tutta calma, ritto in piedi, comincio' a... Ci lascio' subito la pelle, centrato da una raffica, cadde e non si rialzo' piu'. Poi dalla mitragliera parti' una scarica di colpi e noi riprendemmo a sparare. Allora, inaspettatamente, i commando si arresero. Da 'Ventiquattr'ore a Tobruk' di R.Migliavacca, Ten.B.Schillani compagnia comando San Marco SAHARIANA ARMATA DI FUCILONE CONTROCARRO SOLOTHURN DA 20 MM COMPAGNIA SAHARIANA Gli Italiani sin dall'inizio della guerra dispongono di unita' specializzate per il controllo del deserto interno, le compagnie auto-avio-sahariane. All'inizio su camionette AS37 e poi sulle 'sahariane', entrambi mezzi efficienti e ben armati, combattono nella difesa delle oasi e contro la penetrazione anglo-francese dal Ciad e dall'Egitto. Conseguono alcuni successi sulle unita' speciali britanniche, catturando il capo del LRDG e successivamente quello del SAS. Il caporale libico Hamar Ben Hamor vide per primo la nuvola di sabbia, intui' che doveva essere un automezzo e non il vento. Manovro' la mitragliera da 20mm puntandola sulla sommita' della duna. Al comparire della camionetta, senza attendere ordini, lascio' partire una corta raffica che centro' il radiatore e feri' il guidatore. Gli occupanti scesero e provarono ad allontanarsi ma gli altri automezzi inglesi, temendo un'imboscata, si ritirarono. Allora, con gesto sconsolato, il capo venne verso di noi e si presento' al comandante la compagnia sahariana Cufra. Cosi' cadde prigioniero, a fine gennaio 1941, il maggiore Clayton capo del LRDG. Da 'Fronte d'Africa, c'ero anch'io' del capitano A.Manzoni 2'compagnia sahariana Cufra WIP MACCHI MC200 BOMBE ALARI 77' Sq (cuore rosso) XIII Gr 2' St. C.T. Anche il Macchi MC200 risulta ormai sorpassato come aereo da caccia pura e viene relegato a protezione convogli sotto costa e a ruoli di assalto, dotandolo di bombe alari. In tale configurazione il XIII Gruppo ha una giornata campale contro il naviglio britannico nella rada di Tobruk. ...Il telefonista mi disse: 'Comandante, gli Inglesi sono sbarcati qui davanti, ci faranno prigionieri e io ho un mucchio di sigarette e 1500 lire' - 'Porta a me tutto che lo distribuisco!', rimase indeciso, poi capi' che scherzavo... Non resistetti piu' e alle 5,30 decollai. Dall'alto uno spettacolo impressionante, per le vampate delle salve dell'artiglieria costiera la linea di terra sembrava ardere tutta mentre le navi al largo vomitavano fuoco da sembrare vulcani in eruzione... ...Picchiai e a meno di 100 mt sganciai sul cacciatorpediniere, vidi le bombe scoppiare vicino alla prua. 'Se non gli ho fatto un gran male certo stava meglio prima' pensai. Mi diressi verso le motosiluranti, ne puntai una attraverso un nutrito fuoco antiaereo e sparai, dalla coperta si alzarono istantaneamente le fiamme, come avvicinare un fiammifero alla benzina... poi un'altra, lo stesso. Evidentemente avevano caricato fusti di carburante sul ponte per aumentare l'autonomia, vidi gli uomini gettarsi a mare fra le esplosioni... Tornato al campo seguivo dai rapporti dei piloti della seconda ondata l'azione sul cc.tt. che doveva andare giu' ad ogni costo : 'Ha rallentato la sua corsa', 'L'ho certamente colpito ma sta ancora a galla', 'E' fermo', 'Sta inclinato sul fianco'... l'entusiasmo di tutti era al colmo, di triste solo un sergentino cui avevano sottratto l'aereo proprio mentre stava per decollare. Da 'LE MACCHINE E LA STORIA' testimonianza del Maggiore Viale comandante 13' gruppo WIP
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