10) Alamein 23/10/1942 Operazione Lightfoot ALAMEIN 23 OTTOBRE - 30 OTTOBRE 1942 OPERAZIONE LIGHTFOOT Montgomery continua a ricevere rinforzi e rifornimenti, basti dire che gli USA con generosita' gli inviano 300 Sherman e 100 semoventi privandone il proprio esercito. Consegue una superiorita' schiacciante sia quantitativa che qualitativa in uomini, artiglieria, carri ed aviazione cosi' che il 23 Ottobre 1942 passa all'offensiva iniziando l'ultima e decisiva battaglia di El Alamein con l'operazione denominata Lightfoot. Si tratta sopratutto di un attacco di fanteria supportato da un potente accompagnamento di artiglieria con i carri a protezione, pronti a sfruttare il successo una volta aperta una breccia fra i campi minati, un attacco stile Grande Guerra. A Nord, dopo una pesantissima preparazione notturna di artiglieria, il fronte della 164' tedesca e della Trento viene scardinato dal 30' Corpo. Superata, annientata o circondata la prima schiera, la penetrazione viene pero' contenuta dalla progressiva resistenza e dagli estesi campi minati cosi' che non si riescono a raggiungere tutti gli obiettivi pianificati e non si sfonda. Il 10' Corpo che e' in attesa di sfruttare lo sfondamento non puo' procedere. A Sud il 13' Corpo assalta il fronte delle divisioni Folgore e Pavia con un'azione che, pur essendo diversiva, si vuole portare a fondo per trattenere a Sud le divisioni corazzate 21' e Ariete poste di riserva in seconda schiera e impedir loro di spostarsi a Nord. I paracadutisti riescono a reggere bene l'urto infliggendo al nemico gravi perdite e tutti gli attacchi vengono respinti con decisione. Ad inizio offensiva il comandante in capo tedesco, gen. Stumme, muore di infarto e con urgenza viene richiamato Rommel dalla Germania. Questi ordina subito contrattacchi con la 90' leggera, la 15' Panzer e la Littorio per ridurre i salienti di penetrazione a Nord ma l'inferiorita' qualitativa dei carri dell'Asse si palesa contro Sherman, Grant e controcarro ben piazzati. Le cariche della Littorio contro i capisaldi nemici fortificati (Thompson Post, Kidney Ridge) si risolvono in un inutile sacrificio e i tedeschi non fanno meglio. Rommel allora richiama la 21' Panzer e l'Ariete dal Sud ma il predominio avversario in terra e in cielo stronca ogni tentativo di recupero. Montgomery rinnova gli attacchi con una progressione lenta ma costante, guadagnando terreno in piu' punti e aprendosi ampi varchi fra i campi minati. Inglesi, Austaliani e Neozelandesi riescono ad isolare e insaccare diverse unita' avversarie che resistono sul posto fino all'annientamento mentre il cuneo di penetrazione iniziale si allarga ad un trapezio. 'Combattono fino all'ultimo uomo, letteralmente, il 7' e il 12' Bersaglieri, gli artiglieri corazzati del 133' e sopratutto, in disperate condizioni di inferiorita', i battaglioni carristi IV, XII e LI della Littorio. Il capitano Piccinini, agonizzante presso il suo carro, senza un braccio e con una larga ferita dal collo alla spalla, ad un suo soldato che gli fa animo risponde che di coraggio ne ha fin troppo. Il nemico e' ormai a contatto con le artiglierie divisionali della Trento, i 100/17, con le code interrate per 2 metri onde aumentare al massimo la gittata, non possono essere estratti sotto il fuoco per sparare a zero. Il tenente Guelfo Ravalli riesce in quache modo a tirare fuori un pezzo e spara a zero sotto continue raffiche fino a che non viene colpito alla testa, gli uomini fanno a gara per portarlo al posto di medicazione ma muore nel trasporto' Da 'Alamein' di Paolo Caccia Dominioni Dopo una settimana di scontri la situazione al 31 Ottobre vede il fronte difensivo Nord ormai intaccato profondamente, sottoposto a pressione continua e sotto costante e incontrastata minaccia aerea. Le scarse riserve rimaste non sono piu' in grado di contrattaccare e difendono con ferocia i paurosi varchi apertisi. Nonostante cio' il fronte regge ancora, le unita' tedesche e italiane non demordono, combattono come un pugile ormai 'suonato' che subisce una gragnuola di colpi e pero' non va a terra... Quale sara' la successiva mossa di Montgomery? CARRO MATILDA SCORPION 42’RTR 1’ARMY TANK BRIGADE Nella notte gli Inglesi (Scozzesi, Australiani, Neozelandesi, Sudafricani ! ) affrontano i ‘giardini del diavolo’, estesi campi minati, la fanteria ha il compito di avanzare per aprire corridoi ai carri che poi potranno sciamare alle spalle delle trincee avversarie. In esercitazione, aiutati da 12 carri Matilda Scorpion sminatori e da mine detector di progettazione polacca, i genieri sono riusciti ad avanzare di 100 metri in 3 minuti ma sotto il fuoco nemico e’ un’altra storia, solo alle tre del mattino i carri della 9’ brigata corazzata sono chiamati in avanti ma: Il Royal Wiltshire Yeomanry si trova subito in difficolta’, alcuni Scorpion sono saltati sulle mine e bloccano i corridoi, le cose si complicano quando Grant e Sherman provano ad aggirare le carcasse e saltano anch’essi bloccando momentaneamente l’avanzata. Il Warwickshire Yeomanry riesce a raggiungere la cresta di Miteiriya ma poi sei Sherman sono distrutti nel campo di mine che segue. Entrambi i reggimenti quindi si riparano dietro la cresta, decisione se pur poco gloriosa, efficace a sostenere la fanteria neozelandese, Lightfoot non ha avuto il successo travolgente atteso, la lotta sara’ ancora lunga. WIP CRUSADER III SHERWOOD FORESTERS 10' ARMOURED DIV. I Crusader III adottano un migliore 57 mm ma ormai sono prenti i 75mm. Prima della battaglia i Britannici con l'operazione di inganno Bertram confondono i loro intendimenti, facendo credere in un attacco molto piu' tardi e a Sud. Falso traffico radio, un finto acquedotto e il camuffamento di carri in autocarri inganneranno l'avversario nei momenti cruciali iniziali. WIP Per la 10’ Div.Corazzata l’obiettivo e’ situato tre chilometri ad ovest della linea Oxalic che deve essere conquistata dalla fanteria Neozelandese, cosi’ da posizionarsi sul retro della linea avversaria oltre i campi minati per scontrarsi in terreno aperto con le divisioni panzer. Nella notte pero’ i genieri non riescono a mantenere il ritmo di cento metri ogni tre minuti nel bonificare i campi minati col risultato che all’alba i carri si trovano ancora di fronte la fanteria nemica con gravi conseguenze. Ecco cosa capita agli Sherwood Foresters… I loro carri iniziano il movimento a notte fonda, aspettano pazientemente che i genieri liberino da mine dodici passaggi, ciascuno per due carri. Quando il genio da’ via libera comincia gia’ ad albeggiare, i Crusader dello squadrone A avanzano nei corridoi poi si raggruppano, e’ allora che un brutale fuoco anticarro li investe. Gli Italiani hanno piazzato i cannoni scavando nella roccia in modo che solo la bocca da fuoco emerga e solo un colpo diretto possa neutralizzarli, alcuni pezzi si svelano a soli 50 metri. In pochi istanti cinque dei nuovi Crusader sono distrutti e lo squadrone B, venuto avanti con i suoi Grant, perde altri cinque carri in pochi minuti. La fanteria e’ rimasta ferma dietro e non resta che ritirarsi con ulteriori perdite. Dopo un quarto d’ora gli Sherwood abbandonano il campo lasciando sul posto le carcasse di 16 carri, un terzo del reggimento. Vedo dalla mia stretta e scomoda trincea un carro colpito fra le ruote. La torretta comincia a ruotare, lo vedo vibrare poi una potente esplosione, le fiamme divampano come da una fiamma ossidrica, tutto cio’ che penso e’ : ‘Signore, aiuta quei poveretti la dentro’ e sono ben contento di stare accucciato nella mia stretta e confortevole trincea. SHERMAN III M4A2 41' RTR 24' ARMOURED BDE. LIGHTFOOT 24 OCTOBER 1942 Gli Sherman ottenuti dagli USA si rivelano preziosi perche', pur se in campo aperto presentano un bersaglio grosso, la gittata del 75mm consente di impegnare i carri nemici con successo. Nel corso di Lightfoot l'alta sagoma degli Sherman, impegnati fra i campi minati, rende difficile il loro occultamento ma un ufficiale riporta di un colpo da 105mm in torretta senza danni e fino a 5 colpi di 50mm che non riescono a penetrare. I proiettili ad alto esplosivo, di cui sono dotati, risultano efficaci contro le postazioni anticarro e di fanteria a differenza dei carri inglesi con solo munizionamento perforante. Lo Sherman III adotta piastre corazzate saldate per la sovrastruttura invece di quelle arrotondate in fusione. SELF PROPELLED GUN M7 PRIEST 11' HAC REGIMENT ROYAL HORSE ARTILLERY I semoventi Priest, ricevuti dagli USA, sono armati col 105mm e consentono all'artiglieria la stessa mobilita' dei carri cui sono di supporto. A differenza dei semoventi italiani, che giocoforza sono impiegati nella lotta controcarro, vengono usati piu' propriamente come artiglieria d'accompagnamento contribuendo alla eliminazione delle pericolose postazioni difensive degli 88 tedeschi. SELF PROPELLED GUN BISHOP Gli Inglesi montano il loro famoso 25 pounder sullo scafo del carro da fanteria Valentine e battezzano il semovente 'Bishop'. La lentezza e scomodita' del complesso, pur dotato di un ottimo cannone, lo rende presto superato dal Priest che l'industria USA e' in grado di produrre in gran quantita'. PANZER IV AUSF.F2 21' PANZER DIVISION Questa versione di Panzer e' praticamente l'unica a potersi opporre agli Sherman con successo, il 75mm lungo con freno di bocca globulare e' superiore al 75mm dello Sherman ma Rommel ha solo solo 30 di questi carri che si dissanguano in sanguinosi contrattacchi contro le posizioni via via conquistate da Montgomery e prontamente attestatesi a difesa. La protezione di sacchi sul cielo di torretta serve contro il tiro ad arco di semoventi e mortai. PANZER III L SPECIAL 15' PANZER DIVISION Il Panzer III special, col 50mm lungo, e' presente in 88 esemplari ma soffre la superiore gittata dello Sherman e del Grant, pur se adotta piastre di corazzatura distanziate contro le cariche cave dei perforanti. Nei primi modelli viene rimossa la piastra frontale di torretta per alleggerire il peso del complesso-arma che grava troppo anteriormente. POSTAZIONE ANTICARRO DA 47 mm 'ELEFANTINO' 187' DIVISIONE FOLGORE La divisione di paracadutisti Folgore, trinceratasi a Sud, regge l'urto di fanteria e corazzati senza che la sua linea venga significativamente intaccata. Rinnovati attacchi, anche con forze della France Libre, verranno tutti respinti. L'armamento anticarro leggero dei paracadutisti, bottiglie di benzina e i quasi innoqui cannoncini da 47, e' integrato dall'appoggio di artiglieria di gruppi divisionali di artiglieria, Pavia e Trieste e i celeri Duca D'Aosta e Eugenio di Savoia. Solo coi 75/27, i 100/17 e gli 88 per completare la difesa dei centri di fuoco. Sta venendo avanti su due colonne, il nemico.... Dalle nostre linee tutto tace, la fanteria britannica avanza circospetta: 'Che gli Italiani abbiano sgombrato gli avanposti, che siano stati polverizzati dal tiro di artiglieria?' Di botto l'intero nostro fronte si rianima. Bravi ragazzi, bravi per aver saputo aspettare, ora li avete cosi' sotto che e' impossibile sbagliare...Vengono avanti i loro carri ma riusciamo ad inchiodarli con l'artiglieria... Gli assalitori, pur in superiorita' numerica, sono bloccati fra i nostri capisaldi, su tre lati tiro di mitragliatrici, sul retro lo sbarramento della nostra artiglieria ma occorre chiudere la partita prima che incancrenisca... Chiamo i comandanti di compagnia: 'Venticinquesima, quanti uomini per un contrassalto?' '60' 'Ventiseiesima, quanti?' '72, piu' qualche ferito leggero' 'Ventisettesima?' '50' 180 uomini contro 500/600 inglesi, troppi! Sguarniamo i battaglioni laterali non impegnati e raggiungiamo 300 uomini... Alle 12, balzano dalle loro tane i nostri, 'sicura' strappata coi denti e il fagottino rosso piomba sul nemico poi una mischia confusa di baionettate e calci di moschetto... ...alle 16, dopo esattamente dodici ore di lotta, la giornata e' vinta... V'e' sotto i ferri un ragazzone con la mano destra a brandelli che fuma tranquillo, ecco giunge in barella un ufficiale inglese ferito al petto, e lui: 'Prima lui, sta peggio di me'. Poi fasciato, al momento di andarsene, s'arresta un attimo e riprende la via della linea. 'Ehi, l'ambulanza e' dall'altra parte' gli grida l'ufficiale medico. Il ferito ha un barlume di mesto sorriso: 'M'ero dimenticato d'essere mancino, dottore e questa e' ancora buona' DA 'I RAGAZZI DELLA FOLGORE' di ALBERTO BECHI LUSERNA AUTOCANNONE CONTROCARRI/CONTROAEREI DA 90/53 DVISIONE ARIETE L'autocannone su telaio Lancia 3RO e' una soluzione di ripiego per consentire mobilita' all'ottimo pezzo da 90. Il risultato e' un complesso dalla sagoma imponente, 'monumentale', di difficile occultamento, lento e facile ad insabbiarsi mancando di trazione integrale, con tempi lunghi per la messa in batteria non potendo accogliere tutti i serventi e necessitando di ancoraggio al terreno mediante sei puntelli. Gli 88/55 ex-tedeschi al traino del Lancia 3RO della stessa Ariete sono molto piu' efficienti ma la mancata produzione perfino dei carrelli di traino per il 90/55 costringe a questa improvvisata soluzione. CACCIA MACCHI MC 202 PIL. ITALO ALESSANDRINI 90'SQ. 10'GR. 4' ST. Nel cielo di Alamein il MC202 e' l'unico velivolo italiano in grado di contrastare la caccia avversaria ma la superiorita' aerea della RAF e' massiccia e, prima dell'offensiva, ondate di bombardieri e caccia colpiscono a terra gli aerei dell'asse. I pochi rimasti poco possono fare. Decollato in caccia libera con altri 4 MC202 della 90' Sq. 10' Gr. 4' St. Alessandrini affronta bombardieri Boston scortati da P40 e Hurricane. Lo scontro causa il pesante danneggiamento di un Boston che rientra alla base dove e' costretto ad un atterraggio di fortuna e l'abbattimento dell' Hurricane del Flt. Lt. Hayter 33' Squadron. Pe quanto riguarda Alessandrini sembra che, nella foga dell'attacco sull'Hurricane, abbia sopravanzato il velivolo di Hayter, venendone a sua volta colpito cosicche' entrambi gli aerei, non piu' in condizioni di volare, effettuano atterraggi a carrello retratto in territorio controllato dagli Inglesi. Alessandrini, passera' il resto della guerra in campo di prigionia come POW. WIP
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