| L’obice da 305 mm G (ribattezzato, dopo la Grande Guerra, obice da 305/17), è uno dei tre modelli di questa potente bocca da fuoco ordinata per equipaggiare le batterie d’assedio (poi da posizione, pesanti ed infine d’armata) alla vigilia del conflitto. |
Considerato il migliore del suo calibro e superiore al mortaio austriaco da 305 per gittata e letalità delle munizioni, era tuttavia più pesante ed ingombrante e meno mobile: per il trasporto era diviso in tre carichi: canna (con otturatore a vitone), affusto (con organi elastici e di elevazione), piattaforma a parte cassone-vomere e travi), trainati da trattori Pavesi Tolotti e più tardi da Breda 32. Il suo studio ebbe inizio nel 1908, ma i primi esemplari, prodotti dalla Armstrong Pozzuoli e poi, dal marzo 1917 anche dalla Vickers Terni, non poterono essere approntati prima dell’entrata in guerra dell’Italia. La postazione consentiva un settore orizzontale di 360° e un’elevazione da +20° a 65°. Il complesso ruotava su un perno, poggiando su 4 rotelle con sospensioni elastiche alle estremità anteriore e posteriore. La manovra era facilitata da un cavo intorno alla volata; il caricamento, da una cucchiaia ed una gru, dato il peso degli otto tipi di granate che arrivavano fino a 441 Kg. La prima ordinazione era stata per 20 complessi su affusto scudato destinati alla difesa costiera. Ben presto però, le esperienze sul fronte francese suggerirono lo studio di un affusto da posizione, ideato dal generale Garrone, il modello 1915. Tale affusto fu migliorato nei modelli 16 e 17, quest’ultimo trasportato in 4 carichi (del peso, rispettivamente, di 17.500, 14.500, 7.870 e 7.850 Kg). Era necessario però sempre una media di 15 ore di lavoro (in gran parte per lo scavo della buca e per l’ancoraggio della piattaforma ). Le prime batterie entrarono in linea nel luglio 1915 ed altre furono introdotte durante la guerra; 38 (alcune delle quali su affusto a ruote De Stefano, trainato su una sola vettura, del peso di 36.100 kg) erano disponibili nell’ottobre 1917. Nove pezzi vennero persi a Caporetto, ma altri 18 dovevano essere prodotti tra il 1° luglio del 1918 e il 30 giugno del 1919, in modo da raggiungere un totale di 44, di cui 8 in riserva. Cinque esemplari furono ceduti nel 1937 all’Esercito del Generale Franco; il resto (10 complessi mod. 16 e 17 mod. 17) fu impiegato durante Seconda Guerra Mondiale, in Italia. Qualche batteria rimase in servizio nell’Esercito del dopoguerra, finché non venne radiato nel marzo 1959.
Dati di massima Gittata massima: | 12.650 m (granata pesante)
14.500 m (granata leggera) 17.600 m. (successivamente) |
Munizionamento: | granate leggere pesanti a gas con cariche separate da 1 a 16 |
Velocità iniziale: | 540 m/sec |
Peso in batteria: | 33.770 Kg |