| Pretendere di fare la storia del DC3 in quattro righe è pura follia, ci vorrebbero diversi Gigabyte di foto e testo, e forse si avrebbe solo a metà di quello che si può scrivere e documentare. |
Disinteressandosi completamente delle varianti militari, e tracciando a grandissime linee la storia civile, si parte dal primo volo, il 22 dicembre 1935, la macchina ottenne un enorme successo, divenne subito il principale aereo da trasporto passeggeri e merci, pre-bellico. Ho citato solo la data del primo volo, perché ad oggi, nel 2003, dopo 68 anni, c'è ancora un bel quantitativo di "Dak" che vanno tranquillamente in giro per il cielo, sopratutto in Africa e America del Sud. L'enorme quantità di macchine costruite, forse sedicimila ma non esiste una stima precisa, l'affidabilità, la versatilità e sicurezza, ne fa automaticamente una leggenda.
Creatura di quel genio dell’ingegneria aeronautica che risponde al nome di Jack Northrop, era per gli standard dell'epoca modernissimo, l’ala un capolavoro d’aerodinamica. Anche il modello è molto valido, come la macchina che riproduce, si tratta dell' Hasegawa in scala 1/200.
Lo stampo è semplicemente delizioso. tutto inciso e si monta da solo senza fare ricorso allo stucco, i pezzi vanno insieme con un bel “clac” secco, un vero piacere. La riduzione in scala è corretta, così come la sagoma e la pianta alare, si può fare un appunto sull'eccessivo spessore delle naca dei motori, ma probabilmente si tratta dei limiti dello stampo e della scala, che con attenzione, carta abrasiva e un pò di pazienza, possono essere risolti. I finestrini e i portelli sono riprodotti tramite decals, soluzione che vista la scala e la qualità del foglio non disturba affatto.
Era da quando ero modellista alle prime armi che sognavo un DC3 della LAI, mi ricordo anche un paio di aborti di scatole in 1/72, non mi ricordo bene perché, mai terminate. L’unico DC3/C47 che completai fu quello in 72 della ESCI, con le insegne dello SM dell'AMI, il modello perì in un incidente dopo pochi giorni di vita. Cosi' quando ho visto sullo scaffale di un negozio di Roma, il Dak in 200 dell'Hasegawa, la vecchia fiamma si e riaccesa, stavolta ho avuto successo, la “maledizione” del DC3 era infranta! Devo riconoscere che quando sono andato a cercare qualche cosa in più sulla documentazione disponibile sui DC3 della LAI, senza Ettore Giordano e Stefano Betti avrei avuto fra le mani ben poco, sono stati cortesi, solleciti e decisivi nello sciogliere molti dei miei dubbi. Le scritte sono frutto di un certosino lavoro di pazienza a base di strisce di decals rosse e blu, la scritta “Linee Aeree Italiane” è stata realizzata con una stampante ink-jet su un foglio di decals bianco della Tauromodel, preventivamente trattato con una mano di trasparente acrilico opaco della Lifecolor. Il trattamento permette all’inchiostro di aggrappare senza spandere, successivamente dopo circa 48 ore ho spruzzato del trasparente opaco della Humbrol, a smalto. Asciugato lo smalto, ho tagliato la decal, per evitare sorprese, e meglio non immergere la decal in acqua, ma poggiare il dorso su una spugnetta intrisa di acqua, ed attendere che si stacchi, quindi posizionarla sul modello. I successivi trattamenti con la cera per pavimenti, fisseranno la decal ed aiuteranno a far sparire eventuali spessori. Studiate bene le foto per la disposizione delle varie antenne, particolari che spesso cambiano da un aereo all’altro.
Per evidenziare i pannelli, ho fatto un lavaggio a tempera (provo di tutto io!) con del nero, diciamo che vista la scala è risultato un pochino pesante, ma non disturba affatto. Per altre foto del modello vi rimando alla galleria dei modelli, sezione aerei.
La LAI Linee Aeree Italiane - brevi cenni storici Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, scomparsa l'Ala Littoria, le rimanenti aviolinee operanti in Italia nel periodo prebellico, SISA, AEI, ALI, Airone e Transadriatica, tentarono di ricostituirsi e riprendere l'attività, ma l'11 Febbraio 1946 venne praticamente imposto dalle forze d’occupazione americane che la TWA le riunisse in un unico organismo e formasse una flotta comune sotto il nome " LAI Linee Aeree Italiane". L'8 giugno dello stesso anno gli inglesi che temevano di perdere un mercato interessante, diedero incarico alla BEA di formare una compagnia sotto il loro controllo, a capitale misto, metà del governo italiano e metà alla BEA, nacque così l'Alitalia.
La LAI poteva contare su una flotta moderna composta da numerosi DC3, lo stesso non poteva vantare l'Alitalia, che costretta all'acquisto di materiale nazionale o Inglese, si ritrovo' "nata vecchia" con i suoi SM95, Avro Lancastrian e Fiat G212. Il merito del primo servizio di trasporto civile del dopoguerra va alla LAI, il 14 Aprile 1947 con un DC3 sulla Torino-Roma, a Maggio ci sarà una nuova linea Roma-Catania, il 5 maggio comincia ad operare sulle stesse tratte anche l'Alitalia. L'Alitalia ha invece il primato del primo viaggio all'estero, ad Oslo su un SM95 nel Maggio del 1948, rimpatriando l'equipaggio di un mercantile norvegese. Nello stesso anno viene inaugurato sempre d'Alitalia il servizio di linea verso il Sudamerica, con i Lancastrian. La LAI però, con i suoi DC3, era la compagnia preferita dai passeggeri, tanto piu' che gia nel 1949 mise in servizio i suoi primi DC4 e DC6, di contro l'Alitalia continuava ad operare con la sua vetusta flotta, ed assorbi' ben 11 piccoli vettori nati subito dopo la guerra, come ad esempio la Aereo Teseo SA. Nel 1957 anno in cui il governo italiano rilevò la quota BEA dell'Alitalia e nazionalizzo' la compagnia, la flotta della LAI vantava 12 DC3, 3 DC6 e due nuovissimi Vickers Viscount, uffici a New York e nelle principali capitali europee, e un bilancio invidiabile, l'Alitalia aveva invece in linea qualche Convair 440 e un unico DC6, e aveva da poco aperto il suo primo collegamento europeo con Londra.
Il 1 Agosto dello stesso anno, una necessaria manovra, forse politica, fuse le due compagnie, dando vita all'attuale "Alitalia Linee Aeree Italiane", a tutto vantaggio dell'Alitalia che svecchiò di colpo la sua flotta ed estromise del tutto interessi esteri dalle nostre linee nazionali.
Qui le foto del modello