| L’Aermediterranea era una compagnia aerea del gruppo Alitalia fondata nel 1981 per utlizzare le rotte lasciate libere dall’Itavia dopo il fallimento causato dal disastro di Ustica. |
Ebbe in carico una decina di Dc9/30 usati che vennero usati per il corto e medio raggio, ma non durò molto in quanto dopo pochi anni venne chiusa e l’intera flotta confluì nuovamente nell’Ati e nell’Alitalia.
Per realizzare l’esemplare I-ATJB, caratterizzato dai piani di coda dipinti come le ali, ho utilizzato il vecchio kit Airfix in scala 1/144 ad iniezione, il foglio decal Freetime dedicato all’Aermediterranea e il foglio Flying Colors con tutti i dettagli per l’Md80. Il kit Airfix era un kit valido quando uscì negli anni ’70 ma oggi è irrimediabilmente superato e presenta anche alcuni difetti di una certa rilevanza. I pregi si possono sintetizzare in misure generalmente corrette, nei carrelli ben realizzati e soprattutto nella sua unicità, in quanto è l’unico Dc9/30 in iniezione in scala 1/144. I difetti più evidenti riguardano la scomposizione dei pezzi che compongono i motori e che ci obbliga a montarli prima della verniciatura, la forma della fusoliera che è tonda anziché leggermente bilobata come nella realtà e la scarsa precisione nell’allineamento dei pezzi che costringe ad un uso elevato di stucco. Non voglio considerare come difetti le pannellature in rilievo (fini e abbastanza precise) che rappresentavano la norma negli anni’70 e la scelta di lasciare i portelli aperti, utile se si vuole mostrare gli interni ma antipatica nel caso contrario perché costringe ad incollare e stuccare i pezzi. La forma della fusoliera l’ho corretta reincidendo e scavando le semi fusoliere per dargli la forma corretta, mentre il resto ha avuto solo bisogno di una buona dose di pazienza e di stucco… Per chiudere i finestrini e per stuccare il modello la colla cianoacrilica mentre gli incollaggi li ho eseguiti con la tappo verde Tamiya. Per quanto riguarda le pannellature, ho deciso di reincidere quelle delle ali e quelle più evidenti della fusoliera.
Peccato che dopo la verniciatura non erano molto evidenti, probabilmente dovevo farle più marcate. Le uniche modifiche che ho voluto fare hanno riguardato i piani di coda che ho staccato e riposizionato a cabrare, come appaiono di solito sui Dc9 in parcheggio, e il parafango sul carrello anteriore. Una volta montato (ho lasciato all’ultimo solo i piani di coda) l’ho sgrassato per bene ed ho dato una mano leggera di primer Tamyia.
Dopo aver controllato le stuccature ho carteggiato con carta abrasiva fine il primer (che poteva risultare incompatibile con la vernice Saratoga) ed ho mascherato motori ed ali. La mascheratura delle parti che non andranno dipinte in bianco lucido si rende necessaria perché la vernice bianca lucida che utilizzo è densa e avrebbe potuto coprire i particolaei delle ali. La verniciatura della fusoliera è stata effettuata con il bianco a bomboletta Saratoga preceduto da un paio di mani del suo primer trasparente.
Finita la fusoliera ho tolto le mascherature alle ali ed ai motori, ho mascherato la fusoliera ed ho dato il primer nero lucido della Alclad.
Dopo un certo lavoro per rendere la superficie lucida e senza difetti ho dato il Polished Alluminium Alclaad e successivamente il grigio light gull grey Model Master acrilico mischiato con del bianco e diluito con un 30% di Future per la parte centrale delle ali e dei piani di coda e per alcune parti di alettoni e flaps.
Un paio di mani di Future corretta con circa il 25-30% di trasparente opaco Model Master acrilico mi ha permesso di proteggere le decal sui motori e sulle ali e mi ha dato una buona finitura satinata senza smorzare eccessivamente il metallizzato, dopodiché ho mascherato nuovamente motori ed ali e sono ripassato alla fusoliera. A questo punto ho provato ad usare le decal per le strisce colorate in fusoliera, ma la presenza dei motori mi ha costretto a mascherare tutto e a dipingere le strisce usando giallo e rosso Gunze miscelati, un blu Model Master e un celeste Humbrol.
Come ho tolto le mascherature sulla fusopliera, la sorpresa: il bianco Saratoga era coperto di piccole ma evidenti screpolature! Ci ho riflettuto a lungo ma non sono riuscito a capirne la ragione: uso da anni le vernici Saratoga e non ho mai avuto problemi di questo tipo. Forse si trattava di una bomboletta vecchia o di vernice difettosa, fatto sta che ho dovuto mascherare le parti colorate e dare nuovamente il bianco. Stavolta per scaramanzia e per provare qualcosa di nuovo ho usato il bianco lucido a bomboletta Tamiya e devo dire che sono rimasto piacevolmente sorpreso. Facile da spruzzare, non cola e si asciuga rapidamente, pecca solo nel colore leggermente meno limpido del Saratoga. Finito il bianco ho tolto le mascherature e ho applicato le decal.
Per le scritte sulla fusoliera e le registrazioni ho usato il foglio Freetime, mentre finestrini e stencil derivano dall’ottimo foglio della Flying Colors dedicato all’Md80. Qualche pezzo diverso l’ho modificato o rimediato nella banca pezzi. Finite le decal sono passato alla finitura finale che ho realizzato ad aerografo con la Future. La finitura finale lucida con la Future la realizzo con una dozzina di mani sempre più pesanti intervallate da passate di aria calda con il phon. Le scolature più evidenti si tolgono con un kleenex, mentre quelle piccole si lasciano stare, l’effetto autolivellante della Future le farà scomparire del tutto. Potevo dare un ulteriore mano pesante per renderlo molto lucido ma mi sono fermato perchè non volevo un effetto eccessivamente "caramelloso". Fatto questo ho dato l’alluminio sullo sghiacciatore presente sul bordo d’attacco del timone, ho tolto le mascherature ad ali e motori e sono passato all’invechiamento. Fare i modelli di aerei civili lucidi e nuovi non è un errore ma anche sporcarli non è sbagliato in quanto dopo qualche tempo che non vengono lavati si opacizzano e si riempiono di sporcizia. Stavolta ho voluto provare a fare un aereo più realistico e quindi ho usato dei materiali e delle tecniche solitamente usate per gli aerei militari.
Ho usato il colore ad olio nero mischiato con il marrone e diluito con l’olietto diluente per tirare le perdite di liquido idraulico sotto la fusoliera e per evidenziare i pannelli. Sempre con l’olio ho anche sporcato le ali e i piani di coda, mentre con la polvere Mig nero-fumo ho simulato il nero degli scarichi sulla coda e alcune zone delle ali e dei motori.
I carrelli e i cerchioni sono stati dipinti in Humbrol 11, le ruote in tyre black Model Master e il solito passaggio con i colori ad olio ha sporcato il tutto. Gli ultimi ritocchi hanno riguardato le uniche due antenne presenti sull’ I-ATJB (attenzione alle foto, i Dc9 hanno vari tipi di antenne) e le luci.
In conclusione, un modello che se avessi potuto costruire senza tutto quel lavoro di mascheratura sarebbe stato molto più facile e piacevole, e inoltre mi avrebbe permesso di usare le decal per le strisce colorate facendomi risparmiare tempo e nastro Tamiya. Dopo l’arrivo dell’ottimo Md80 Minicraft, é davvero giunta l’ora di vedere un nuovo modello delle versioni corte del Dc9…