| Mi sono cimentato nella costruzione di questo ultimo nato in casa Revell e, da quello che leggerete, il mio giudizio non è del tutto positivo, sebbene alla fine possa dire di essere pienamente soddisfatto della resa finale del modello... |
Quello che salta subito all'occhio è la grandezza della scatola. Non tanto la larghezza, quanto la profondità... Una volta aperta la scatola troviamo una pletora di stampate piene zeppe di pezzi. Il dettaglio superficiale è buono (niente a che vedere con i kit giapponesi, sia ben chiaro!) e da un primo esame viene voglia di mettere subito mano al cutter almeno per fare una prova a secco per vedere se tutto 'sto ben di Dio va bene... Purtroppo, sin da queste prove, il modellista di turno si troverà davanti ad incastri imprecisi e a scomposizioni che, vista anche la complessità di questo aereo, soprattutto nella zona tra presa d'aria e parte inferiore del muso, non fanno sperare nulla di facile!... Si comincia, come di solito, dal cockpit... Il foglio di istruzioni, che è un libricino di circa 15 pagine, riporta i codici per la colorazione solo per le vernici Revell
... Dico, vabbè, non volevo mica i codici per i Gunze e gli Humbrol, ma almeno il Federal Standard non mi avrebbe fatto schifo!... Passato il momento di sconforto, si passa ad assemblare "l'ufficio", che si compone di una vasca, una barra, una manetta ed un cruscotto, tutto molto ben realizzato! Abbiamo la possibilità di usare le decal per rappresentare la strumentazione, ma tutti noi modellisti "smaliziati", sappiamo che è molto meglio usare il nostro bel pennellino 000 e verniciare uno ad uno tutti quei bei pulsantini, no? Le decal sono state usate in parte, per rappresentare alcuni pulsanti sul cruscotto... L'HUD appare molto spesso, ma non è un errore, dato che quello del velivolo reale è così. Ho colorato solo il bordo dell'HUD con del verde trasparente, in modo da fargli prendere il suo caratteristico riflesso...
Il seggiolino è, probabilmente, la parte più bella del kit: una volta eliminate le orrende cinture stampate sulla plastica, basta solo rifarle con del nastro adesivo colorato (o affidandosi al set di fotoincisioni studiate per il kit Italeri) ed avremo un pezzo che poco ha da invidiare alla resina...
Benebenebene... Una volta finito il cockpit passiamo ad incollare le due semifusoliere, non prima di aver aggiunto un bel piombo da pesca per evitare che il modello si sieda (30g vanno più che bene, tanto di spazio ce n'è a volontà dietro il cockpit e dentro il radome)... Qui iniziano i problemini di cui parlavo all'apertura dell'articolo: la giunzione dei due pezzi è appena passabile e richiederà un bel po' di stucco... Inoltre il cruscotto non combacia per niente con la palpebra (solidale con le due semifusoliere) lasciando uno scalino e un vuoto di un paio di mm... . La soluzione è riempire il tutto con del Milliput e carteggiare fino a pareggiare il gradino e la fessura... Coraggio, ché siamo appena all'inizio! Andiamo adesso ad assemblare le ali... Revell ha optato per la soluzione "due semiali superiori-delta inferiore unico". L'insieme è ben fatto, con gli slat chiusi (come realmente sono con il velivolo a terra) e gli alettoni stranamente separati a metà. Dovremo proseguire l'incisione (che si ferma a metà dell'alettone) con un seghetto sottile... Ricordo che il sottoinsieme ala racchiude il pozzetto del carrello principale, con tutte le ordinate in bella vista, ma senza tubature (che andremo a riprodurre con stagno e rame di varie misure) ad eccezione dei due grossi condotti di carbonio che lo attraversano e il condotto delle prese d'aria... A proposito di questo c'è da fare una precisazione: Revell fornisce un condotto in due parti (sopra e sotto) che faranno la felicità di chi ama stuccare e carteggiare ...
Una volta affrontato il lavoro (che non mi era venuto poi tanto male) mi sono reso conto che queste prese d'aria sono troppo poco profonde e che, visto il colore bianco del tutto si sarebbe visto il "fondo"... Avevo pensato di ricostruire un abbozzo di primo stadio ma nel velivolo reale quest'ultimo sta molto più indietro, quindi ho optato per una bella copertura delle prese d'aria e ti saluto...
Al momento di assemblare fusoliera e ali cominciano i guai seri! Le cose non vanno come dovrebbero, infatti gli incastri sono molto approssimativi e, se non si fa attenzione, si rischia di avere uno scalino tra la parte superiore dell'ala e la fusoliera che manco con la ruspa si spiana... Io ho proceduto incollando prima questa parte e lasciando asciugare per qualche giorno. Successivamente ho incollato la parte di sotto "costringendo" il tutto ad andare a posto (non vi dico gli scricchiolii che faceva la plastica!). Dopo altri giorni in cui ho lasciato che la colla facesse il suo meglio ho iniziato a stuccare il tutto... Ho usato lo stucco Tamiya e il Milliput per le fessure più importanti, non disdegnando il comune cianoacrilato (catalizzato all'istante con il bicarbonato). A questo punto possiamo incollare il radome e pensare :"Ma è per un altro aereo?" ... Ebbene si, Signori della giuria, sembra proprio che Revell l'abbia fatto in scala 1/50, per quanto non c'azzecchi con la fusoliera!... Altra dose del miracoloso "Elbow grease", con successiva reincisione dei chili di dettaglio persi e si va avanti... Aerofreno... Non mi piacciono i modelli di aerei parcheggiati con gli aerofreni estesi: mi danno l'idea di un giocattolo e rovinano la loro linea, pertanto ho deciso di incollare il pezzo alla fusoliera... Come per il radome, anche questo pezzo non va d'accordo con la fusoliera. Per far sì che sia amore eterno bisogna in primis separare e buttare via il pezzo che va sotto l'aerofreno stesso ...
...e in seguito prendere un bel foglio di carta abrasiva a grana grossa, appoggiarlo sul tavolo di lavoro e passarci sopra, con movimenti a "8", l'aerofreno stesso per ridurne lo spessore, in modo da livellarlo con il dorso dell'aereo.
Bene! Siamo a buon punto, gente... Il passo successivo è costituito dal lavaggio in acqua e sapone del modello, per eliminare tutto lo sporco accumulato durante le piacevoli sessioni di carteggiatura e reincisione, quindi si puo' passare alla parte che preferisco: la colorazione... Se chiedete che FS usa l'AMI per i suoi aerei, vi sentirete dire "FS36280"... Provate a fare così e vi troverete con un aereo color fumo di Londra... Molto meglio usare una tonalità più chiara, come il FS36375 (per chi usa come me i Gunze il codice è H308). Essendo l'EF-2000 un aereo nuovo di pacca, si deve fare attenzione a non esagerare con gli effetti di usura. Il preshading l'ho fatto solo sulla parte inferiore perchè, per quanto nuovo possa essere, la pancia di un aereo è sempre abbastanza sporca...
Per la zona degli scarichi ho usato le vernici "Alclad II" (che valgono tutta la loro spesa!) in varie tonalità.
Una tripla passata di Future ha preparato il tutto per la posa delle decal. Queste sono parecchie per via dei numerosissimi stencil di cui l'aereo (come tutti quelli moderni, del resto) è disseminato. Le decal Revell sono ben fatte, con le scritte corrette (cosa non sempre frequente quando si tratta dell'Italiano) ma che reagiscono poco ai liquidi ammorbidenti (poco male, vista la loro piccola dimensione). Un'altra passata di Future ha sigillato le decal e ha preparato il modello per i lavaggi ad olio... Ho evidenziato le pannellature con del colore ad olio nero, asportato quando asciutto con un panno in microfibra LEGGERMENTE imbevuto di acquaragia. Con la cellula terminata possiamo passare ai carrelli, veramente ben fatti, cui aggiungeremo solamente le tubature idrauliche realizzate con del filo di rame e, alla fine, agli armamenti. Se scegliamo un aereo Inglese avremo una caterva di bombe e missili da attaccare al nostro modello, ma se scegliamo di rappresentare la versione del 4° Stormo abbiamo, ahimè, poca scelta. I Typhoon dell'AMI ancora non hanno tutto il software necessari per poter usare tutta quella roba e montano in allarme con due AIM9-L più il serbatoio da 1000 lt... I missili sono ben fatti e hanno persino gli stencil (Sig. Hasegawa, le fischiano le orecchie?) Alla fine aggiungeremo il tettuccio, non senza prima aver eliminato la linea centrale dovuta allo stampaggio, con un cutter, carta abrasiva fine, compound e successiva lucidatura con Future... Al tettuccio ho aggiunto le due grosse maniglie, ricavate da filo di stagno da 0,5 mm (sagomate in modo da seguire la curvatura del tettuccio) e gli specchietti costruiti con acetato sottilissimo... Chiudono il tutto le antennine a lama e le luci di posizione (quelle delle ali rifatte con gocce di Vinavil, che una volta asciutto diventa trasparente) e, come detto all'inizio, le coperture anti FOD costruite con plasticard e filo di stagno... IL MODELLO COMPLETO Bene, gente, la costruzione di questo modello è durata circa quattro mesi... Non è un modello semplice da affrontare, ma con un po' di buona volontà e una media esperienza si puo' raggiungere un livello più che soddisfacente, considerando che questo è quanto passa il convento!... Alla prossima!
David
P.S.: ringrazio Wolfgang Bugl per i consigli che mi ha dato ad Euroma 2007 su questo modello e per la sua disponibilità e gentilezza...