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Da AFV Interiors : M8 "Greyhound"
Inviato da Fabio il 28/5/2008 17:51:30 (9370 letture)

Da AFV Interiors
Nel 1941 l'esercito statunitense richiese un veicolo ruotato armato di cannone di nuova progettazione che doveva entrare a far parte delle forze caccia carri, fra i cui requisiti era inclusa una torretta brandeggiabile armata di un pezzo da 37 mm. Nel giugno del 1942 a seguito dell'eliminazione dalla gara diversi progetti e prototipi venne selezionato un veicolo con configurazione 6x6 che venne designato come T22E2 ed era destinato a divenire l'autoblindo americana più diffusa della seconda guerra mondiale: l'M8.



Nella sua configurazione originale l'M8 fu utilizzata in maniera estensiva dalle unità di cavalleria meccanizzate, in sostituzione delle anziane autovetture da ricognizione White M3A1 in servizio da circa un decennio. Quando questi mezzi vennero forniti all'esercito britannico attraverso il programma "Lend and Lease" (affitti e prestiti) la ribattezzarono subito come "Greyhound" in virtù dell'elevata velocità che poteva raggiungere. Questo mezzo venne costruito in grani quantità entrando a far parte dell'arsenale USA agli inizi del 1943 e concludendo la propria lunghissima carriera verso la metà degli anno '80 presso gli eserciti di una certa rilevanza, fra cui quello italiano. L'immagine sulla sinistra raffigura una "Greyhound" in servizio nel 1° Reggimento di Cavalleria Blindata "Nizza" nei primi anni '50 e conservata tutt'oggi presso lo stesso reparto.
L'M8 aveva lo scafo saldato con uno spessore medio di 0,75 pollici (circa 19 mm). Il pezzo da 37 mm (lo stesso montato sui carri leggeri M3) era montato nella torretta girevole in posizione centrale. L'immagine sulla sinistra tratta dal manuale tecnico (TM 9-743), mostra gran parte dell'abitacolo del pilota posizionato nella parte anteriore sinistra del veicolo. I controlli di guida erano stati progettati dalla Ford perchè fossero il più vicino possibile a quelli presenti sui loro veicoli commerciali al fine di semplificare lo operazioni di formazione del personale. La sterzatura avveniva tramite un volante di tipo convenzionale (in plastica nera) e l'immagine mostra anche i pedali della frizione e del cambio così come il caratteristico pedale dell'acceleratore dalla forma allungata parzialmente coperta da una escrescenza del pavimento. Sia il pedale della frizione che quello del freno erano assistiti idraulicamente, il che riduceva notevolmente la fatica del personale preposto alla guida, ma creando problemi di altro genere in caso di perdite del sistema idraulico, cosa non proprio infrequente.
Davanti al volante si trovava il cruscotto di colore verde dalle generose dimensioni e superiormente a questo il periscopio per la guida a portelli chiusi. Questo era montato su una guida e sollevava un portellino posto sul cielo del portello del pilota con entrambi i visori montati su di una piastra corazzata mobile al fine di migliorare la visione frontale. Lo stesso ottico sistema era replicato per il posto del secondo pilota/mitragliere. L'armamento individuale del pilota e del co-pilota era costituito da una carabina M1 Winchester, che compare nella foto nel suo alloggiamento sulla parete a sinistra del pilota ed immediatamente sopra è appena visibile l'alloggiamento del faro. La grande scatola bianca subito dietro al seggiolino del pilota contiene le parti di ricambio del pezzo da 37mm.
Alcune immagini invece mostrano nella stessa posizione una cassetta di munizioni da 37mm e nessun alloggiamento laterale. Altre ancora non la mostrano ed ancora una volta non vi è traccia degli alloggiamenti laterali. Non è assolutamente chiaro quale fosse la configurazione degli alloggiamenti delle munizioni relative all'armamento principale, ma è probabile che questa potesse venire variata a seconda delle esigenze operative o che l'alloggiamento centrale venisse montato quando gli alloggiamenti laterali dovevano alloggiare degli apparati radio extra.. Nelle immagini che seguiranno saranno visibili entrambe dette locazioni, così come le radio che potevano contenere. Jonathan Heyworth, che ha una grande esperienza riguardo le autoblindo M8 riporta che nella maggior parte dei casi il secondo pilota non aveva nulla da fare mentre il resto dell'equipaggio era impegnato in azioni a fuoco e di disimpegno. In conseguenza di ciò molti equipaggi spostarono la cassa delle munizioni sulla parete sinistra e la radio sulla destra in modo che questi potesse operare come radiofonista ed essere finalmente impiegato.


Questa è la vista del posto di pilotaggio dal vano di combattimento di un veicolo precariamente conservato a Fort Knox nel Kentucky. Il mezzo è stato lungamente esposto alle intemperie ma è ancora in grado di fornirci delle valide indicazioni riguardo gli allestimenti interni. Notare l'angolazione delle piastre che costituiscono lo scafo. Sulla parete alla sinistra del pilota c'è la scatola di derivazione interfonica i cui si collegavano i complessivi cuffia/microfono (in questo caso si dovrebbe trattare di una BC-606, parte del sistema interfonico RC99). Sulla destra del sedile è visibile la leva del cambio, montata direttamente sul pavimento. Il grosso coperchio di metallo arrotondato visibile al centro dei due seggiolini in prossimità della leva del cambio è la protezione blindata del differenziale anteriore montato subito sotto al pavimento. La staffa in metallo arrugginito a lato della leva del cambio è ciò che rimane di un estintore da quattro libbre a CO2 (di colore rosso) posto verticalmente.
La leva del cambio era collegata a mezzo di leveraggi ad una trasmissione del tipo Syncromesh alloggiata nel comparto motore posteriore (non era più necessario ricorrere alla "doppia" per cambiare) che forniva quattro marce avanti ed una indietro. Era presente anche un selettore che vedremo più avanti (qui è nascosto dagli alloggiamenti degli estintori e sotto al cambio) che consentiva di passare dalle marce alte alle rdotte e vice versa, portando così il totale delle marce a otto in avanti e due indietro. I veicoli di produzione iniziale non avevano il pavimento corazzato inferiormente al vano del pilota il che rendeva veicolo ed equipaggio molto vulnerabile agli effetti delle mine. In un primo momento vennero saldare delle piastre subito sotto ai sedili ed alle gambe di pilota e co-pilota per essere sostituite successivamente da un vero e proprio pavimento corazzato. Anche se il cruscotto era di dimensioni generose, non era presente il contagiri (lo strumento più grande al centro è l'indicatore di velocità). Questo può sembrare strano specie in considerazione del fatto che il motore era molto silenzioso ed un tale strumento si sarebbe senz'altro rivelato utile. Sulla parete alla destra del secondo pilota sono visibili delle lunghe "molle" che servivano per alloggiare la carta carburanti/lubrificanti ed è visibile anche la scatola di derivazione interfonica. Nella parte alta dell'immagine è visibile uno dei tre grandi rulli che supportavano la torre e ne consentivano il brandeggio.

Questa foto è simile alla precedente, ma più ravvicinata ed è sempre relativa al mezzo conservato nel sopra citato museo. Qui è ben visibile la lunga leva utilizzata per l'abbassamento del portellino corazzato all'interno del quale veniva montato l'iposcopio con cristalli antiproiettile. Quando la piastra corazzata era aperta, sui veicoli di produzione tarda e post-bellica, poteva venire montato un parabrezza separato munito di tergicristallo motorizzato.
La Greyhound ricevette il suo soprannome dagl inglesi in quanto molto veloce (poteva raggiungere con facilità gli 88 km/h) su strada. Quando ne furono stese le specifiche, il mezzo doveva essere destinato alle unità caccia carri e quindi doveva essere dispiegata rapidamente ed avere al contempo un'adeguata potenza di fuoco. Quando entrò in servizio, il pezzo da 37mm con la quale era equipaggiata non era più impiegabile contro i carri tedeschi di ultima generazione e quindi fu rimpiazzata nel suo ruolo originario da carri leggeri più potentemente armati e destinata a compiti di pattugliamento ed esplorazione. L'elevata velocità che raggiungeva era dovuta alla sua relativa leggerezza derivante alla scarsa protezione. Il mezzo svolse il compito affidatole in maniera soddisfacente si a nel teatro nord africano che europeo.
Gli interni degli scafi delle M8 uscivano dalla fabbrica verniciati in bianco ad eccezione della parte interna dei portelli che erano dello stesso colore degli esterni del mezzo e della parte retrostante la testa del pilota e del secondo pilota. Come nella maggior parte dei mezzi blindo-corazzati statunitensi i due sedili anteriori erano imbottiti e rivestiti di pelle o finta pelle di colore nero e non erano regolabili in alcun modo, con l'eccezione di quello del co-pilota che aveva lo schienale ribaltabile per consentire l'accesso alla camera di combattimento. A portelli chiusi l'abitacolo era ritenuto angusto dalla maggior parte dei piloti. In questo mezzo mancano le sedute ma si può vedere sulla sinistra l'ampio attacco per la cintura di sicurezza.

  Se "saltassimo" fuori dal veicolo e più precisamente sul cielo dell'abitacolo del pilota questa è la vista che ci si presenterebbe a portelli aperti. Ovviamente non si tratta dello stesso mezzo di prima, ma di un'immagine pubblicitaria. Sulla parete alla sinistra del pilota è visibile la carabina M1 e sopra di essa il faro. All'altezza della spalla del pilota si vede chiaramente la borraccia (tipo M1910), montata sul suo supporto supporto con agganciamento a clip. Sul pavimento, fra i due seggiolini, sono visibili la leva del cambio, il coperchio della trasmissione e la leva del selettore delle ridotte per la marcia fuori e su strada.
La torre è stata ruotata a ore dieci come ci indica la posizione della mitragliatrice abbinata (una Browning cal. 0.30 - 7,62mm) di cui si vede anche il tappo protettivo sulla volata. Le parti componenti le antenne antenne sono riposte nell'apposita sacca in tela sul cielo dello scafo in corrispondenza della parte anteriore della torre e con sotto lo scovolo per la pulizia del cannone da 37mm. La tenuta dei portelli non era delle migliori in quanto non erano presenti guarnizioni ed in caso di piogge intense l'acqua filtrava in abbondanza che sommati alla struttura aperta della torretta e dello scadente sistema di riscaldamento rendevano la vivibilità del mezzo alquanto precaria specie in climi freddi come quelli del teatro nord europeo nell'inverno 1944/45. L'immagine mostra anche parte del mantello del cannone.

Eccoci nuovamente all'interno della M8 conservata a Fort Knox con una foto scattata guardando alla destra del co-pilota e che mostra chiaramente sul lato inferiore destro la cassetta per lo stivaggio dei colpi da 37 della quale però manca il coperchio. Sembrerebbe che questa disposizione sia la stessa utilizzata dopo la guerra dall'esercito greco. Le caratteristiche tecniche del mezzo riportano come nella M8 potessero venire stivati fino ad 80 colpi da 37mm, circa 34 dei quali nella cassetta appena vista. Superiormente a questa lo spazio veniva utilizzato per l'installazione di apparati radio o lo stivaggio di altre dotazioni. Le munizioni per l'armamento secondario erano contenute in un'altra cassetta sul lato opposto del mezzo e quelle per la Browning da 0.50 (12,7 mm) erani alloggiata sotto a questa..
All'estremità anteriore della piastra anteriore destra della scala, in prossimità dell'alloggiamento del secondo pilota trovava posto una cassettina per gli effetti personali di quest'ultimo; appena visibili direttamente di fronte al suo seggiolino ci c'erano altre due cassettine per l'alloggiamento dei vetri blindati di scorta degli iposcopi.. Le staffe sulla piastra frontale servivano ad alloggiare i fanali rimuovibili quando questi non erano in uso. Proprio di fronte a noi appena sulla sinistra ed in basso sono ancora visibili la staffa di sostegno dell'estintore, il rullo per il sostegno ed il brandeggio della torre e le scatole di distribuzione interfonica.

Ancora una vista generale della stessa zona mostra parte della parete destra a lato della torre. Questo veicolo è stato utilizzato nel dopoguerra e e sono visibili degli equipaggiamenti di produzione tarda. E' visibile parte degli interni della torretta, incluso il volantino di elevazione manuale e parte dei poggia piedi del capocarro e del cannoniere. La scatola di distribuzione interfonica è montata sulla parete di destra e posteriormente a questa è visibile una cassetta porta granate con il coperchio aperto. Anche se le configurazioni potevano differire, il compartimento di destra recava un coperchio incernierato che si apriva verso il basso che spesso era mancante in quanto operarlo non era il massimo della praticità e non sembrava essere poi realizzato in maniera molto robusta. Talvolta la stessa configurazione si trovava anche sul lato sinistro, ma si trattava di una modifica tipica francese. In ogni caso i coperchi incernierati sembrano avere avuto vita breve in modo simile a quella dei parafanghi su ambo i lati del mezzo e potevano venire rimossi.semplicemente sfilando i perni su cui ruotavano.

Il comparto per lo stivaggio delle dotazioni sulla parte sinistra era simile a quello presente sul lato opposto, ma generalmente era destinato ad alloggiare gli apparati radio sul ripiano superiore e le munizioni per le MG su quello inferiore. In questo caso è montato il "rack" universale per gli apparati radio ed è visibile anche parte del relativo cablaggio. L'M8 era in grado di montare praticamente qualsiasi configurazione di apparati radio a seconda dell'unità cui il veicolo era destinato o la missione cui veniva destinato. Queste potevano essere del tipo SCR-506, 508, 510, 608 o 610 e con quattro scatole di derivazione interfonica,una per ogni componente l'equipaggio. I due ricevitori consentivano al capo blindo di ascoltare le tutte le comunicazioni dal livello di plotone a quello di battaglione così come accadeva per i capi carro. La serie SCR-508 era del tipo in FM (modulazione di frequenza) ed era contraddistinta da una portata di 5-10 miglia (circa 7,5-15 km) in pianura o in presenza di colline basse ma aveva una ricezione molto migliore di quelle in AM (modulazione di ampiezza). Sia ha evidenza di una Greyhound comando a livello di battaglione equipaggiata con una SCR-506 in aggiunta alla SCR-508. La prima era un apparato in AM la cui portata era di 50 miglia (circa 75 km) in fonia o di 100 o più miglia (oltre 150 km) in telegrafia. Nei carri tipo lo Sherman i mezzi che la portavano erano facilmente riconoscibili per l'antenna aggiuntiva montata anteriormente in quanto l'apparato era montato nella parte dello in prossimità del secondo pilota. Sull'M8 la seconda radio veniva spesso montata nell'area di stivaggio di destra e l'antenna veniva montata sul ponte posteriore..
La staffa sul retro del sedile del pilota era destinata ad un canistro standard QMC per l'acqua. Considerandone il peso quando era piena ed il posizionamento appare chiaro come la scelta non fosse delle più pratiche in quanto se la guarnizione non teneva perfettamente il pilota sarebbe finito a bagno. Sulla sinistra è visibile il seggiolino del cannoniere mancante del cuscino che lo rivestiva. Il pavimento anti sdrucciolo dell'M8 di fabbrica era verniciato in Olive Drab, anche se spesso negli esemplari che sono giunti fino a noi sono di colore bianco. Il pavimento di questo mezzo ha ricevuto talmente tanti strati di colore che ritrovare il colore originali sarebbe impresa ardua. Nella parte in alto a destra della foto è riconoscibile la scatola del sistema di brandeggio della torre così come il relativo blocco.

Questa immagine è tratta dal manuale tecnico ed illustra l'installazione della radio nella parte destra dello scafo. In questo caso si tratta di un ricevitore tipo BC-652 e di un trasmettitore tipo BC-653, quindi si tratta di un apparato comando del tipo SCR-506. Lo spazio situato in questo inferiormente alla radio in questo caso è stato dedicato allo stivaggio di razioni viveri e bandierine segnaletiche. Nella staffa sulla destra del complessivo cuffia/microfono veniva alloggiato un faro ed il cavo che si vede nell'angolo in alto a destra della foto è quello dell'antenna. .

Questa invece è una SCR-528 con il trasmettitore BC-604 ed il ricevitore BC-603. Si trattava di una configurazione praticamente standard per le radio che consentiva agli operatori sia di ricevere che di trasmettere. Si trattava anche dell'apparato standard in uso ai comandanti di plotone delle unità corazzate dell'epoca. Le radio erano tipicamente di colore verde con i pannelli frontali neri. L'immagine è stata scattata all'interno di una M20 (si noti il sedile in legno in basso) ma gli apparati sono identici a quelli in uso nell'M8.



La parte posteriore dello scafo contiene delle ampie casse per lo stivaggio delle granate che erano generalmente imbullonate alle pareti o al pavimento. La configurazione interna era generalmente modificata dai sigoli equipaggi (probabilmente molto più di quanto non avvenisse sui carri) e le istruzioni standard di caricamento venivano seguite solo raramente Nella parte in alto a destra è visibile una ltro dei rulli di supporto della torre assieme ai due seggiolini uno solo dei quali conserva parzialmente traccia dell'imbottitura di uno schienale. Questi erano invece posizionabili in altezza (scorrevano sui piantoni) mentre il munizionamento di pronto impiego era era costituito da otto colpi in rastrelliera fra i due seggiolini.

Tutti e tre gli assi erano traenti ed ognuno era azionato da un proprio albero in uscita dal cambio con quello anteriore disinseribile in caso di lunghi trasferimenti su strada. Anche questa immagine è tratta dal manuale tecnico mostra la parte inferiore dello scafo inclusa la trasmissione: Nella foto l'asse sterzante anteriore è nella parte bassa. Sono ben visibili anche i tre alberi di trasmissione separati con quello centrale originato dalla trasmissione del mezzo e gli altri che partono dai due derivatori Timken. Gli assali erano corazzati e la carreggiata più ampia di quella di un carro conferiva al mezzo un ottimo assetto ed un'altrettanto valida stabilità laterale.
E' anche ben visibile una parte della balestra a foglie posteriore, di un fondo corsa e l'apparato di scarico verso i retro del veicolo. L'industria automobilistica americana era all'epoca la migliore del mondo in quanto a robustezza ed affidabilità e l'M8 era robusta e facile da manutenere e riparare. Molti di questi mezzi esistono ancora oggi ed appartengono a collezionisti che spesso partecipano ad eventi, segno che si trattò di un veicolo azzeccato. Il mezzo era lungo circa sedici piedi e mezzo (circa 5,44m) e pesava 16,500 libbre in ordine di combattimento (8.250 kg).

Il vano motore posto nella parte posteriore della blindo alloggiava, oltre al motore posizionato centralmente, il radiatore, due ventole di raffreddamento e, sulla destra, le batterie. Era accessibile dal ponte posteriore grazie a due pesanti cofanature corazzate che non compaiono nella foto tratta ancora una volta dal manuale tecnico. Il motore è un JXD Hercules con sei cilindri in linea da 320 pollici cubi (circa 2000 cc) che erogava una potenza di 110 hp con alimentazione a benzina, concettualmente molto simile a quello utilizzato nei semi cingolati M3. Caratterizzato da un basso rapporto di compressione non aveva problemi a funzionare con carburanti a basso numero di ottani. Il serbatoio poteva contenere 56 galloni di carburante (circa 212 litri), era posizionato fra il motore ed il vano di combattimento ed era realizzato in gomma auto sigillante contenuto all'interno di una struttura metallica L'M8 era costruita dalla Ford Motor Company negli stabilimenti di St. Paul nel Minnesota disponeva di un'autonomia di 350miglia (circa 560km) ed una velocità di oltre 50miglia orarie (oltre 85 km/h). Nell'immagine si possono riconoscere il filtro dell'aria di forma circolare ed il collettore di scarico (sul lato sinistro dei cilindri) collegato a sua volta allo scappamento. Sono anche visibili nella parte in basso a a destra del motore, il generatore sormontato da un filtro dell'olio cilindrico ed il polmone. La maggior parte del vano motore era dipinta di bianco inclusi i radiatori, le pareti laterali e gli alloggiamenti delle ventole. Batterie, filtro dell'arie ed il regolatore della dinamo erano generalmente neri. Il propulsore Hercules aveva il monoblocco e la testata nero o verde oliva mentre le altre componenti potevano variare a seconda del produttore.

Il motore che equipaggiava la Greyhound era stato progettato per impieghi industriali ma venne adattato successivamente per impieghi militari al pari di molti altri tipi di motori del periodo. L'immagine ci offre una vista di tre quarti destra e sinistra del propulsore completo dei ventole di raffreddamento sulla parte posteriore. L'aria veniva depurata da un filtro in bagno d'olio non visibile nella foto ma all'epoca molto diffuso.
Montato superiormente è ben visibile il carburatore Zenith a vaschetta singola con il collettore dell'aria connesso inferiormente coime si può notare nella parte destra dell'immagine. Il sistema di mandata del carburante era simile a quello impiegato in aeronautica. L'uscita del collettore di scarico è visibile dietro la ventola a noi più vicina mentre il generatore è montato sul lato destro è collegato alla ventola a mezzo di una cinghia.. Il motorino di avviamento è montato nella parte inferiore sinistra del blocco e la parte anteriore del motore è a sua volta collegata alla trasmissione che non compare nell'immagine. Nel disegno più a sinistra si può vedere l'alto cilindro con il filtro dell'olio ed il polmone in prossimità di quest'ultimo. Sono state costruite oltre 8,500 M8s ed altrettante sue varianti M20 buona parte delle quali servirono nelle truppe del Commonwealth come veicoli forniti nel programma di affitti e prestiti.

E per quelli che sembrano non avere mai abbastanza immagini di motori ecco altre due viste del propulsore Hercules complete di etichette quindi non mi dilungherò in estenuanti spiegazioni..

Quest'immagine purtroppo con un'evidente grana ripresa da uno dei primo manuali d'uso del veicolo illustra la disposizione interna della torre a cielo aperto in acciaio fuso. Il cannoniere siede alla sinistra della culatta del pezzo da 37mm (nella foto in basso) ed il capo blindo sulla destra. La torretta è sprovvista di cesto o pavimento rotante ed i seggiolini sono montati su dei supporti tubolari regolabili in altezza fissati alla parte posteriore dell'anello di torretta.
Il cielo è solo parziale a protezione della sola parte anteriore (ricorda infatti lo stesso principio di quella dell'M18 Hellcat progettato nello stesso periodo per le stesse mansioni) ed in particolare del cannocchiale telescopico de dell'alimentazione della MG coassiale. Era prevista la chiusura del cielo con un telo in condizioni metereologiche particolarmente avverse ma che se mantenuto in fase di combattimento avrebbe pregiudicato notevolmente la visuale esterna, che era il motivo per cui era stata così progettata per renderla ottimale sia in fase di acquisizione degli obiettivi che di disimpegno dal fuoco di ritorno. L'M8 è stata anche impiegata nel Pacifico contro i giapponesi in quanto il pezzo di cui era armata consentiva di perforare la corazzatura di quasi tutti i loro carri. Chiaramente il cielo aperto invogliava il lancio delle bombe a mano. L'immagine mostra il cannocchiale telescopico del cannoniere completo di appoggio per la fronte e di oculare in gomma. Seduto su di un seggiolino dalle ridotte dimensioni e proteso in avanti il cannoniere aveva la fronte a pochi centimetri dalla culatta.

Questa foto è stata scattata dalla perte posteriore della torre guardando in avanti. In tutte le immagini riprese a Fort Knox la torretta è posizionata a ore una e gli interni sono stati verniciati in bianco anziché nell'originale Olive Drab. Sotto la culatta è visibile la struttura tubolare di supporto del pezzo sulla quale sono montati i pedali di sparo dia del cannone che della mitragliatrice coassiale e dei quali protegge il cablaggio. Il volantino per l'elevazione manuale del pezzo è appena visibile sulla sinistra del relativo meccanismo nella zona che appare in ombra. Anche il brandeggio era manuale ed avveniva mediante un altro volantino visibile sull'anello di torretta alla sinistra del pezzo.
Sulla sinistra in basso rispetto alla culatta c'è la cassetta che conteneva circa 34 colpi da 37mm. Sulla parte opposta dello scafo c'è un altro vano per lo stivaggio di fino a nove cassette di munizioni calibro 0,30 (7,62mm) . Inizialmente questa era l'unica mitragliatrice a bordo del mezzo, ma successivamente le torri vennero modificate per alloggiare una ralla che consentiva l'installazione ed il brandeggio sui 360° di una Browning da 0,50 (12,7mm), modifica che divenne standard sui veicoli di tarda produzione (grazie Heyworth!).

Il cannone da 37mm era un'ulteriore perfezionamento dell'M5 che era quello installato a bordo dei primi carri leggeri USA quali l'M2A4 e l'M3. L'M6 era di circa 6 pollici (15cm) più lungo il che consentiva una maggiore velocità iniziale e comprendeva un blocco di culatta a slittamento verticale di tipo semi automatico (a differenza di quello manuale dell'M5). La massima cadenza poteva arrivare a 30 colpi al minuto, a condizione che tale quantità di colpi fosse effettivamente a portata di mano, anche se già venti colpi al minuto sfiancavano i fisici più allenati. La distanza teorica massima di tiro utile era di 12.700 yard (circa 12.000 metri) anche se nella realtà colpire un bersaglio e più di 2,000 yard (circa 1900m) era qualcosa di cui andare fieri. La capacità di perforazione dichiarata a 500 yard (circa 450m) era di 2.1 pollici (53mm) di acciaio balistico ad un angolo di 30° scendendo a 1.4pollici (35mm) a 200 yard.
Nel momento in cui venne sviluppato questo pezzo era ritenuto sufficiente a perforare le protezioni di qualsiasi mezzo corazzato, ma nel momento della produzione erano pochi i bersagli che era effettivamente di annientare rendendo di fatto sotto armati tutti i veicoli che lo montavano (carri leggeri M3A1, M3A3, M5, M5A1 ed LVTA1 Amtrac) a meno che non si trattasse di veicoli comuni o tutt'al più blindati. Notare il cilindro di recupero del rinculo montato sulla slitta sottostate il pezzo e l'alloggiamento del mollone sul lato sinistro della culatta che ne consentiva il funzionamento in maniera semi automatica per aprire la culatta per l'espulsione del bossolo appena sparato e mantenerla aperta per il caricamento di quello successivo.

L'area sulla sinistra dell'armamento principale dell'M8 include il meccanismo manuale per il brandeggio della torre (visibile in masso a sinistra) e la vite di blocco della torre immediatamente alla sua destra. dato il peso più accentuato verso la fronte, quando il mezzo era parcheggiato su di un qualsiasi dislivello la torre tendeva a brandeggiare da sola e per evitarlo era necessario procederne al blocco. Nei mezzi di produzione iniziale il meccanismo di brandeggio era ad una sola velocità che furono successivamente portate a due la prima per un puntamento più rapido e la seconda per gli aggiustamenti micrometrici. Sulla destra si vede il volantino per l'elevazione del pezzo collegato tramite un semplice pignone alla cremagliera montata sotto al pezzo.
Nella parte alta della torretta su vedono un paio di morsetti orizzontali. Quello più vicino a noi era per il faro e quello più lontano per l'illuminatore modello M39C del mirino. I modelli di produzione iniziale non disponevano di queste batterie per l'illuminazione del reticolo di puntamento e quindi non avevano i relativi sistemi di fissaggio. La mensolina nella parte anteriore della torre fungeva da supporto per la cassetta di colpi cal. 0.30 (7,72mm) che alimentava la mitragliatrice dall'altra parte del pezzo. Appena visibile sopra la canna del pezzo da 37 la scanalatura che instradava correttamente il nastro verso il sistema di alimentazione della Browning . E' anche visibile il supporto di tipo tardo per il cannocchiale telescopico M51 (non presente). Notare i morsetti e le manopole per la regolazione sia orizzontale che verticale dello stesso. L'affusto del cannone era tipicamente verniciati di bianco, anche se talvolta veniva usato l'Olive Drab. In genere l'anello di culatta e la parte superiore della stessa venivano colorati in nero (anche se abbiamo evidenza che a volte venissero fatte in OD), anche se presto l'uso le riportava allo stato naturale, ossia metallo brunito.

Questa immagine molto chiara tratta dal manuale tecnico mostra la parte inferiore destra del pezzo da 37mm e del suo sistema di fissaggio. Si notano diversi particolari interessanti come ad esempio il volantino di elevazione ed il relativo pignone. Sono anche visibili il cavo per l'accoppiamento del pedale di sparo con il pezzo che dale dal pavimento verso la parte laterale dell'arma. Dall'altra parte il secondo cavo che parte dall'altro pedale verso la MG. Sono anche visibili il cannocchiale telescopico, in alto a sinistra, e la targhetta identificativa del pezzo.

Questa vista della parte destra del pezzo mostra il sistema di fissaggio della MG coassiale ed il foro che ne permette il tiro ed il raffreddamento. Questa era fissata con due perni passanti (assicurati all'affusto da una catenella) fra la slitta e la parte inferiore dell'arma. Il contenitore di forma ovale sopra l'anello di torretta conteneva il binocolo del capo blindo a sua volta contenuto in una custodia di pelle scura. Sono visibili anche una serie di alloggiamento, morsetti e clip per la sistemazione delle dotazioni più disparate dal faro ai 16 colpi da 37mm. Il cannone era in grado di sparare:
  • colpi M63 HE (alto esplosivo)
  • colpi M51B1/M51B2 APC (perforanti)
  • colpi M74 AP (perforanti)

ed era brandeggiabile in elevazione fino a 20° ed 8 in depressione. Sotto al pezzo ed all'MG erano montati dei contenitori in pesante tela di colore verde oliva per il recupero dei bossoli.
Il quantitativo di munizioni stivabile varia sensibilmente a seconda delle fonti ma ragionevolmente si può pensare che portasse di 60 agli 80 colpi calibro 37mm con bossolo in ottone, circa 1.500 colpi cal 0.30 (7,62mm) per la MG coassiale e 400 o più colpi calibro 0.50 (12,7mm) per la Browning montata esternamente alla torre queste ultime con un 80% del carico in perforanti ed un 20% in traccianti (lo stesso previsto per gli altri mezzi corazzati).


La Browning cal 0.30 (7,62mm) era la M1919A4 che fu una fra le più diffuse del secondo conflitto mondiale grazie all'affidabilità che aveva raggiunto. Precisa e robusta ed affidabile era di fatto lo standard come armamento secondario sui mezzi corazzati USA e poteva sparare da 450 a 600 colpi al minuto.
Talvolta veniva utilizzata al suo posto la M1919A5 dello stesso calibro, identica alla A4 se non per la mancanza dei gruppi di mira anteriori e posteriori e dell'aggiunta di una slitta retrattile sul lato destro. Siccome di norma veniva montata alla destra dell'armamento principale ed erano con l'alimentazione a sinistra in genere non c'era spazio per l'alloggiamento in posizione "corretta" delle cassette di munizioni che quindi venivano montate sulla sinistra del pezzo che scavalcavano tramite un apposito ponticello. L'unica controindicazione era che questo passaggio non proprio ortodosso esponesse il nastro alla possibilità di portatrsi dietro dello sporco e causando degli inceppamenti.

Mentre l'M6 montato sulle M3 Stuart aveva un dispositivi di sparo elettromagnetico (attraverso un solenoide attivato da un interruttore posto sul volantino di elevazione) nella Greyhound questo era di tipo meccanico a mezzo di un pedale cui arano collegati dei cavi metallici. Lo sparo poteva essere avviato anche manualmente grazie ad un grilletto posizionato sulla piastra sinistra dell'affusto M23A1. A differenza si quello delle Stuart il pezzo non era stabilizzato una scelta fatta per evitare complessità ed aumenti di peso. Anche la MG coassiale era attivata tramite un pedale ed un cablaggio meccanico. La parte terminale della culatta era solitamente protetta da una guardia incernierata che veniva alzata o abbassata rispetto alla culatta quando non in uso. Tale guardia aveva anche la funzione di deflettore per i bossoli espulsi dal meccanismo semi automatico dirigendoli nella sacca di recupero o, nel caso questa fosse assente, sul pavimento.

Ecco una veduta della parte posteriore della stessa torre che comprende alcune delle cassette di stivaggio fissate al pavimento dello scafo. Attorno all'anello di torre posteriormente, nell'arco di circonferenza compreso fra i due seggiolini gli 8 alloggiamenti per il munizionamento da 37 mm di pronto impiego stivabili con l'ogiva rivolta verso l'alto. Una rastrelliera simile era montata sui lati della torre in corrispondenza delle postazioni del capo blindo e del cannoniere. Si vedono molto bene anche i supporti dei seggiolini ognuno dei quelli aveva un sedile imbottito, un piccolo poggiapiedi. ed una cintura di sicurezza con grandi fibie in acciaio dello stesso modello utilizzato dal polota e dal suo secondo ma che non venivano portate in azione.
Data l'angustia della camera di combattimento la maggior parte degli effetti personali dell'equipaggio come ad esempio coperte e sacchi a pelo venivano arrotolati ed assicurati esternamente allo scafo ed alla torre o dove rimaneva un po' di spazio come ad esempio nei due angoli posteriori dello scafo Tre delle cassette assicurate alla paratia frangifiamma che separava la camera di combattimento dal vano motore visibili nella foto erano per le bombe a mano mentre la quarta, più grande, per i razzi da segnalazione.

Questa foto proveniente dall'archivio storico dell'esercito americano illustra il vano di combattimento di una M8 in ottimo stato ed impiegata per mostrare il caricamento interno standard. Questa Greyhound è stata configurata con la cassetta per le munizioni sul lato destro dello scafo con il coperchio aperto in modo da rendere visibili i cartocci/proietto. Anche la rastrelliera del capo blindo (che svolgeva anche il ruolo di servente al pezzo) è completa degli otto colpi di pronto impiego ed è ben visibile anche l'alloggiamento per il binocolo citato in precedenza.. Anche la Browning da 0.30 coassiale è installata con il seggiolino del capo blindo in basso a destra. Notare come l'interno della torre (ad eccezione dell'anello) ed il pavimento siano nello stesso Olive Drab degli esterni. Sulla destra vediamo il cannocchiale di puntamento a disposizione del cannoniere con sotto il volantino per l'elevazione manuale e quello per il brandeggio della torretta.
La maggior parte delle immagini riportano le tacche di riferimento azimutale dipinte sull'anello della torre utilizzate dal cannoniere per riconoscere prontamente l'orientamento della torretta rispetto allo scafo. Più in basso la cassetta con gli attrezzi ed i ricambi per la manutenzione del pezzo da 37mm ed un estintore da 4 libbre montato all'interno della sua staffa posizionata fra i seggiolini del primo e del secondo pilota. Sotto alle munizioni è visibile ma sacca in tela contenente il set di bandiere per segnalazione M238 che facevano parte della dotazione standard di moltissimi mezzi corazzato statunitensi indipendentemente dal fatto che tali veicoli fossero o meno dotati di apparati radio. Il set era composto da tre bandiere (rossa, arancio e verde) e da quelle di staff. Sembrerebbe trattarsi per la presenza delle bandiere e dell'assenza dell'anello esterno per l'alloggiamento della 12,7 di un esemplare di produzione iniziale.

Questa è l'ultima immagine proveniente dall'archivio storico dell'esercito USA mostra quello che sembrerebbe un secondo modo "ufficiale" per lo stivaggio delle dotazioni anche se in effetti non è così..Si tratta invece di una configurazione modificata vista solo negli esemplari post bellici, ancora una volta di realizzazione greca. In questo caso lo stivaggio principale dei colpi da 37mm non è originale ed alloggia 43 colpi posteriormente al sedile del pilota (il coperchio è stato rimosso). La cassetta per la manutenzione del cannone è ancora montata sul pavimento ma questa volta sulla destra della riservetta centrale. E' da notare l'installazione di un apparato radio aggiuntivo sullo scaffale superiore sul lato destro dello scafo anche se appena visibile, mentre quello inferiore sul lato opposto mostra l'alloggiamento delle bandierine segnaletiche e dei razzi oltre al munizionamento per la carabina M1 e per la 0.30 abbinata, tenute in posizione da una serie di cinghie in tela.
Il pavimento è nel tipico Olive Drab così come le piastre sotto i piedi di capo blindo e cannoniere. Il volantino di brandeggio della torre è di tipo tardo (quello a due velocità) . La culatta è stata mascherata con del mastro adesivo e con la guardia di protezione del rinculo in posizione alzata. La scatola nera sul pavimento è un altoparlante amplificato tipo LS1, quella bianca più allungata sulla parete destra contiene il set per la manutenzione dela Browning da 0,30. L'oggetto arrotondato di colore scuro presente lungo la fiancata sinistra è uno strumento per la taratura elettronica delle antenne a seconda del tipo di apparato impiegato. Questa M8 non è di produzione tarda ma è stata aggiornata come dimostrano la staffa per il cannocchiale di tipo iniziale così come è di promo tipo il grilletto per il tiro con la MG coassiale.

Come detto, la torre non disponeva di molto spazio una volta che l'equipaggio e le munizioni erano stati caricati. Il cannoniere siede con la spalla destra sotto la guardia di protezione dal rinculo e con il braccio sinistro a riposo sull'anello di torretta con la mano appoggiata al volantino di brandeggio. Si vedono bene anche i riferimenti azimutali . Il capo blindo sembra sedere in maniera più confortevole sul suo seggiolino ma questo è forse dovuto al fatto che siede verso il centro del mezzo.

Come detto in precedenza, sia i parafanghi che i coperchi in lamiera delle varie cassette all'interno del mezzo, non avevano vita lunga in teatro operativo come dimostra questa immagine che ritrae due M8 del 92° Squadrone esplorante di Cavalleria. Questa unità montò sul campo la ralla per la 12,7 ed addirittura più in alto di quanto non facessero altri. Dopo la cessazione delle ostilità in Europa molte Greyhound furono girate ai paesi alleati.
Nell'estate del 950, quando scoppiò la guierra di Corea, diverse M8 furono inviate in South Korea provenienti dal Giappone nel vano tentativo di rallentare l'avanzata Nord Coreana verso Seoul. Ancora una volta la protezione e l'armamento inadeguati le relegarono a compiti di pattugliamento ed esplorazione dove svolsero egregiamente il compito affidatogli. Anche se non è da escludere che in giro per il mondoi ce ne sia ancora qualcuna in servizio attivo l'ultimo impiego organico in combattimento la Greyhound sembra averlo avuto con l'esercito francese in Indocina.
Ringrazio Douglas Greville e Jon Hornbostel per l'aiuto fornitomi nel reperire le immagini ed il materiale di riferimento. Jon è stato a sua volta supportato da William McKale, specialista museale e storico presso il museo della Cavalleria di Fort Riley nel Kansas. Grazie anche al personale del museo Patton di Fort Knox nel Kentucky, specialmente nella persona del curatore Charles Lemons, per il continuo supporto ad AFV INTERIORS. Ultimo ma non ultimo grazie anche a Jonathan Heyworth per lungo tempo utilizzatore delle Greyhound che ha corretto le bozze ed aggiunto preziosi commenti.



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Questo articolo è una traduzione della versione originale pubblicata su AFV INTERIORS di Fabio d'Inzeo (aka Fabio), ed è stato cortesemente concesso per la pubblicazione su Modellismo Più da Mike Kendall ed AFV INTERIORS Web Magazine.
This article is a translation of the original English version from AFV INTERIORS, and is provided only by permission of Mike Kendall and AFV INTERIORS Web Magazine.

 

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