Il
Norme d'impiego dell'artiglieria (parte 1)
Argomento: Artiglierie : Articoli Data: 21/4/2004
L'artiglieria nel combattimento Il presente regolamento indica le norme di impiego dell'artiglieria e precisa le modalità, addestrative dell'Arma. L'artiglieria agisce sempre in cooperazione con le altre armi e quindi le norme di impiego conseguono dalle «Norme per il combattimento della Divisione (N.C.D.)» e dalle «Direttive d'impiego delle G.U.» (D.I.G.U.). Le poche disposizioni particolari che si discostano dalle D.I.G.U. e dalle N.C.D. tengono conto delle varianti in corso alle Direttive e alle Norme stesse e pertanto vanno senz'altro applicate.


CAPO I

GENERALITÀ

  1. Compito dell'artiglieria nel combattimento è di cooperare con la fanteria: nell'attacco, per agevolarne il movimento; nella difesa, per ostacolare l'avanzata nemica e per facilitarne il contrattacco.

    L'artiglieria quindi vale in quanto coopera al successo della fanteria.

  2. A nulla vale l'impiego del fuoco se esso non giunge nel luogo, nel tempo e nella misura necessaria. L'artigliere quindi non solo deve conoscere a fondo e saper sfruttare i mezzi di cui dispone per ottenere il massimo rendimento, ma deve avere anche il giusto criterio della dosatura in base agli effetti del fuoco.

  3. Gli effetti del fuoco sono materiali e morali. Quelli materiali sono funzione del grado di aggiustatezza del tiro, del numero (lei colpi e dell'efficacia del colpo singolo; quelli morali derivano dagli stessi elementi, ma sopra tutto dalla sorpresa, dalla tempestività e dalla violenza.

  4. Per poter svolgere la situazione con la massima efficacia, l'artiglieria ha bisogno di una organizzazione complessa, la guade richiede tempo.

    Le necessità inerenti alla guerra di rapida decisione imporranno, spesso, all'artiglieria, di agire prima di aver raggiunto questa organizzazione e, talvolta, in tempo brevissimo.

    L'artiglieria, ed in modo particolare quella più mobile, deve quindi essere in grado di entrare in azione nel tempo voluto. Un intervento tempestivo, anche se meno esatto, purché di efficacia sufficiente nei riguardi del risultato tattico da conseguire, é sempre preferibile ad uno più esatto, ma tardivo e perciò inefficace.

    Le operazioni occorrenti per completare l'organizzazione devono però essere proseguite anche dopo l'entrata in azione delle batterie, per raggiungere al più presto la maggiore efficacia del fuoco.

  5. L'artiglieria agisce sul campo di battaglia manovrando le traiettorie, cioè i proietti, per battere successivamente i vari obiettivi che ostacolano la manovra della fanteria.

    Quando per qualunque motivo, - conformazione del terreno, distanze, difficoltà di collegamenti, ecc. - la manovra delle traiettorie non sia più possibile o non lasci sperare il rendimento voluto, è indispensabile manovrare il materiale.

    Questa manovra deve essere effettuata nei limiti di tempo imposti dal comando, in intima aderenza alla situazione tattica. Deve perciò essere accuratamente studiata e preparata, e rapidamente eseguita.

  6. Strettissimo dovere di ogni artigliere è di commisurare i consumi al munizionamento disponibile. Le difficoltà di rifornimento impongono il più oculato impiego del fuoco.

CAPO II

IL FUOCO

Art. 1

II fuoco in relazione ai suoi effetti.

  1. In base ai risultati da raggiungere il fuoco può prefiggersi due scopi: la distruzione o la neutralizzazione.

  2. La distruzione mira all'eliminazione dell'obiettivo. Richiede: possibilità di osservazione continua e completa, esattezza di tiro, tempo, artiglierie idonee, munizionamento numeroso ed adeguato. Nella guerra di rapida decisione, il più delle volte (soprattutto per considerazioni di economia di tempo e di munizioni o per deficiente osservazione), non sarà conveniente ricercare col fuoco la distruzione totalitaria di un obiettivo. Basterà ottenere effetti che lo rendano inefficace per il tempo necessario per l'azione. Effetti di distruzione però debbono essere raggiunti in quei casi in cui sono indispensabili, e cioè contro:

    - resistenze passive che la fanteria è costretta ad attraversare nell'attacco;

    - taluni obiettivi e: resistenze attive che è necessario eliminare definitivamente.

  3. La neutralizzazione si prefigge di impedire ad un determinato obiettivo di svolgere la sua attività, per un periodo di tempo più o meno lungo. Questa temporaneità degli effetti esige che essa venga, attuata in stretta relazione con lo svolgimento dell'azione tattica.

    La neutralizzazione deve essere quindi tempestiva ed improvvisa, in modo da cogliere il nemico di sorpresa mentre esplica la sua attività, paralizzandone, al momento giusto, materialmente l'azione.

    La prontezza dell'intervento può talora andare a scapito dell'esattezza. Scopo precipuo da raggiungere è di aver subito effetti morali e materiali sull'obiettivo. Una maggiore pre­cisione potrà ricercarsi nelle successive riprese di fuoco.

  4. L'efficacia della neutralizzazione si ottiene, in concentrando, sull'obiettivo il fuoco di più batterie, in modo da avere una massa di fuoco adeguata agli effetti che si vogliono ottenere.

    La massa di fuoco dipende dalla durata del concentramento, dal numero, dal calibro e dalla celerità di tiro delle batterie che vi concorrono. È sempre conveniente tendere verso l'intensità maggiore e la durata minore.

  5. Il più delle volte, la neutralizzazione di un obiettivo non può essere ottenuta, o mantenuta, per il tempo necessario, con un solo concentramento; spesso, saranno necessarie successive riprese di fuoco, sferrate sempre di sorpresa, di varia durata, di conveniente intensità, ad intervalli irregolari di tempo. La neutralizzazione prolungata e quella esercitata su zone molto estese richiedono un largo consumo di munizioni.

  6. Tutte le bocche da fuoco possono essere impiegate per la neutralizzazione. I calibri minori, per la rapidità di intervento e per la celerità di tiro, permettono di sfruttare, al massimo, la sorpresa e di condensare gli effetti nel tempo. I calibri maggiori sono necessari per gli obiettivi più lontani e per quelli più resistenti; essi inoltre, nei limiti della sicurezza, possono efficacemente concorrere all'azione dei calibri minori.

  7. La neutralizzazione è attuata in ogni fase del combattimento. Determinare quali obiettivi devono tessere neutralizzati, per quale durata, in quale successione, è azione di comando tattico. Mettere le artiglierie in condizione di rispondere con prontezza ed efficacia a quanto i comandi tattici ordinano e porsi in grado, all'occorrenza, di mire di iniziativa, è compito degli artiglieri.

    Art. 2

    Azioni di fuoco.

  8. Le azioni di fuoco che l'artiglieria svolge nelle varie fasi del combattimento, sono:

  9. Spianamento. Azione di distruzione delle resistenze attive e passive individuate prima dell'attacco che possono ostacolare l'avanzata della fanteria. Si al tua in fase di preparazione dell'attacco.

  10. Lo spianamento è compito delle artiglierie divisionali che agiscono, spesso, con il rinforzo o concorso, delle artiglierie delle G.U. superiori. Alle bocche da fuoco di maggiore potenza è riservato, di solito, lo spianamento delle difese più consistenti. La organizzazione ed attuazione dello spianamento compete al comando dell'artiglieria divisionale che agirà nel quadro delle direttive ed ordini dati dal comandante della divisione.

  11. Appoggio. Neutralizzazione degli elementi nemici, che, durante l'attacco, ostacolano l'avanzata della fanteria. Essendo tali elementi, scaglionati nella organizzazione difensiva nemica, è necessario che l'azione di appoggio si svolga contemporaneamente in profondità, cominciando dagli elementi più, vicini alla fanteria attaccante (a distanza di sicurezza). L'azione di appoggio deve essere intesa - sempre che possibile - come lavoro massiccio, per paralizzare le resistenze più attive e più consistenti. Essa è integrata da quella delle armi di accompagnamento che agiscono sugli obiettivi più minuti o svelatisi di sorpresa e prolungano, nel tempo, l'azione neutralizzante sugli obiettivi dell'appoggio quando questo, per esigenze di sicurezza, è co­stretto a spostarsi su obiettivi più arretrati. È compito delle artiglierie divisionali, eventualmente rinforzate da quelle di corpo d'armata.

  12. Accompagnamento. Azione di fuoco effettuata nell'attacco alle minori distanze, con immediatezza d'intervento e, di massima, a visione diretta, dalle armi della fanteria ed eventualmente dai più piccoli calibri della artiglieria, sulle resistenze isolate sfuggite ai tiri di spianamento e di appoggio, o svelatisi di sorpresa.

  13. Interdizione. Azione di neutralizzazione intesa ad impedire al nemico di sviluppare la sua attività di fuoco o di movimento, nonché a paralizzare l'attività dei comandi, degli osservatori e dei rifornimenti. Si attua in ogni fase del combattimento. Può essere vicina e lontana.

  14. L'interdizione vicina si svolge sugli obiettivi che con la loro azione hanno ripercussione immediata, o quasi, sulle truppe impegnate nel combattimento. Quindi:

    - nell'offensiva è diretta contro centri di fuoco, rincalzi, riserve, posti di comando osservatori; in fase di attacco si fonde con l'appoggio.

    - nella difensiva logora il nemico durante l'avvicinamento sulla base di partenza e nell'attacco: termina con lo sbarramento. È compito dell'artiglieria divisionale e vi può concorrere quella di corpo d'armata.

  15. L'interdizione lontana si effettua, in concorso con l'arma aerea, oltre la zona dell'interdizione vicina. È compito normale dell'artiglieria d'armata ed eventuale di quella, di corpo d'armata: da detti comandi è organizzata e diretta. Di norma, il comando d'armata fissa la linea al di dà della quale assume l'interdizione, o indica gli obiettivi che farà battere dalle proprie artiglierie. Analogalmente si regolerà il comando di corpo d'armata verso le divisioni dipendenti.

  16. Sbarramento. Azione di fuoco tendente ad arrestare l’attaccante sul terreno immediatamente antistante alla linea di resistenza. È compito delle artiglierie divisionali e delle armi della fanteria. È esteso e rinforzato dall'interdizione vicina eseguita dalle artiglierie di corpo d'armata. Deve essere organizzato in modo da potersi – occorrendo - scatenare automaticamente e violentemente ad un segnale convenuto. Questa azione deve, però, essere di breve durata: al più presto, chiarita la situazione, il fuoco sarà diretto secondo le reali necessità. Eventualmente lo sbarramento può essere organizzato anche su altre linee: in tal caso sarà contraddistinto dal nome di queste (es. sbarramento davanti alla linea di sicurezza).

  17. Arresto. Azione propria delle armi della fanteria e delle batterie reggimentali svolta a visione diretta ed alle brevi distanze contro nemico che attacca o contrattacca. Per l'artiglieria, tale denominazione è riservata ai tiri per pezzo, eseguiti a puntamento diretto ed a breve distanza, contro carri armati.

  18. Repressione. Azione violenta e concentrata di neutralizzazione che si scatena, con la maggiore possibile immediatezza, sopra una nostra posizione, appena occupata dal nemico, per impedirgli di mantenervisi o rafforzarvisi. La repressione è azione propria della difesa; essa è strettamente legata all'azione della fanteria e pertanto é compito immediato dei gruppi a difesa del settore interessato e successivamente degli altri. Le predisposizioni e l’attuazione competono al comandante dell'artiglieria divisionale in base agli ordini del comandante della divisione.

    Vi concorrono, se necessario, le artiglierie di corpo d'armata.

  19. Controbatteria. Neutralizzazione, ed eccezionalmente distruzione, in tesa a rallentare, sospendere o spegnere il fuoco delle batterie sulle quali si abbatte. Si attua con precedenza contro le batterie nemiche che svolgono azione più efficace in danno della nostra fanteria.

    Nell'offensiva si attua in ogni fase del combattimento. Una controbatteria potente é indispensabile perché il fuoco dell'artiglieria nemica ostacolerà, sempre l'avvicinamento e l'attacco della fanteria, nonché lo schieramento e l'azione della nostra artiglieria.

    Nella difensiva la controbatteria avrà particolare sviluppo durante l'organizzazione dell'attacco nemico e nella contropreparazione per ostacolare i preparativi del nemico e diminuire le offese alle proprie fanterie. In fase di resistenza, però, l'obiettivo più pericoloso per la difesa è costituito dalla fanteria che attacca. La controbatteria si limiterà allora a battere le artiglierie di appoggio più vicine e più dannose per rinforzare col rimanente delle batterie l'azione dell'artiglieria divisionale.

  20. La controbatteria richiede molte batterie, moltissime munizioni, accurata organizzazione ottima osservazione terrestre ed aerea.

    Si svolge in limiti ampi interessanti più di un settore divisionale e pertanto è normalmente compito dell'artiglieria di C.A. al cui comando compiete l'organizzazione e la dire­zione.

    Quando il tempo ed il terreno lo consentono, l'organizzazione della controbatteria può essere assunta dall'armata che dispone di maggiori mezzi per la ricerca e l'individuazione delle batterie nemiche. L'esecuzione sarà però quasi sempre lasciata al corpo d'armata.

    Nell'avvicinamento, e prima che la controbatteria possa essere organizzata dal corpo d'armata, l'azione contro le batterie nemiche è assunta dalle artiglierie divisionali, che spesso a questo scopo vengono rinforzate da gruppi di artiglieria di corpo d'armata.

    Art. 3

    Azioni complesse di fuoco.

  21. Preparazione. Insieme delle azioni di fuoco che precede immediatamente l'attacco per diminuire la capacità di reazione e di resistenza, della difesa.

    Si attua:

    - contro le resistenze passive individuate elle le fanterie sono costrette ad attraversare;

    - contro le batterie individuate che maggiormente possono ostacolare l'attacco;

    - contro le posizioni della difesa per sconvolgerle, produrre perdite, interrompere trasmissioni, disorganizzare le resistenze;

    - contro comandi, osservatori, per im­pedirne il funzionamento.

    Comprende:

    - lo spianamento

    - la controbatteria;

    - l'interdizione.

    Convenienza e possibilità di attuarla, sua organizzazione, dotata ed esecuzione dipen­dono:

    - dalla situazione tattica

    - dalla natura, ed entità della organizzazione difensiva nemica.

  22. Contropreparazione. Complesso di azioni di fuoco inteso a diminuire la capacità offensiva del nemico in previsione di un imminente suo attacco.

    Deve essere concepita ed attuata sulla base del concetto operativo del comandante della G.U. della difesa.

    Comprende di massima:

    - la controbatteria;

    - l'interdizione.

    Art. 4

    Organizzazione del fuoco.

  23. Ha lo scopo di assicurare l'intervento tempestivo, preciso e potente del fuoco di artiglieria.

    Per facilitare detto intervento, ad ogni unità di artiglieria, è assegnato di massima un settore di azione normale ed uno o più settori di azione eventuale.

    Nel settore normale il comando della unità provvede a studiare il terreno, ricercare gli obiettivi, ed organizzare il tiro.

    Per i settori eventuali di massima viene sfruttata l'organizzazione delle unità che hanno quei settori come normali.

  24. L'organizzazione del fuoco comprende.

    - la preparazione del tiro;

    - l'osservazione;

    - le trasmissioni.

    Dipende da: situazione, mezzi e tempo disponibili.

  25. Preparazione del tiro. È costituita dall'insieme delle operazioni che i reparti di artiglieria compiono per mettere le batterie in grado di battere efficacemente ed a momento opportuno gli obiettivi assegnati.

    Si deve adattare alle necessità del movimento ed ha come caratteristica la progressività; si deve sfruttare tutto il tempo disponibile, anche durante l'azione, affinché il fuoco possa raggiungere al più presto la massima efficacia.

    Dai procedimenti rapidi e semplici della preparazione per l'azione immediata, che consentono alle batterie di aprire il fuoco non appena appoggiate le code a terra, si giunge a quelli della, preparazione per la manovra del fuoco che danno modo alle batterie di iniziare senz'altro il tiro di efficacia sull'obiettivo indicato.

    L'istruzione sul tiro specifica le operazioni da eseguire.

  26. Elementi che concorrono alla preparazione del tiro, sono:

    a) i reparti specialisti di artiglieria: sezioni topografi, posti, stazioni e sezioni aerologiche;

    b) i nuclei topografici di gruppo, reggimento e raggruppamento (con l'eventuale concorso delle squadre, sezioni e reparti topocartografici di divisione, corpo d'armata e armata);

    c) le pattuglie comando dei reparti.

  27. L'osservazione ha per scopo:

    - la ricerca e la determinazione degli obiettivi;

    - l'aggiustamento del tiro.

    Deve essere organizzata per sorvegliare in modo continuo e completo tutto il campo di battaglia, studiare il terreno, seguire l'azione delle nostre truppe e del nemico per determinare in ogni istante quali siano gli obiettivi che maggiormente danneggiato le nostre fanterie, e rilevarne le posizioni perché possano essere convenientemente battuti.

    Le notizie vengono immediatamente comunicate da ciascun organo al comando dai quale dipende.

  28. L'osservazione é pertanto elemento essenziale per il rendimento del fuoco, assicura la cooperazione e l'intervento di iniziativa, rende possibile l'aggiustamento ed il controllo del tiro. Conferendo a questo la maggiore efficacia, aumenta il rendimento del fuoco e consente di economizzare munizioni.

    È necessario fare ogni sforzo per assicurare l'organizzazione dell'osservazione più completa e più accurata, poiché solo per mezzo di essa si può ottenere - anche con metodi speditivi - la rapida e sicura individuazione e determinazione degli obiettivi e successivamente il tiro efficace.

    Le norme che regolano l'impiego dei mezzi e sistemi per la determinazione ed indicazione degli obiettivi sono riportate nella istruzione sul tiro per l'artiglieria e nella istruzione sul servizio di osservazione.

  29. L'artiglieria si vale di organi di osservazione terrestre (pattuglie di artiglieria, compagnie osservatori, sezioni fonotelemeristi), di organi di osservazione aerea (aeroplani e aerostati) e di quelli del servizio informazioni. L'azione dei vari mezzi che si completa vicenda dove essere coordinata dai comandanti che ne dispongono l'impiego in modo da assicurare il massimo sfruttamento e la continuità di indagini, evitando la sorpresa e consentendo la tempestività dell'azione di fuoco.

  30. L'osservazione di artiglieria, attraverso i comandi dai quali dipende, fornisce al servizio informazioni tutte quelle notizie culle possono interessare i comandi superiori per una più completa visione della situazione e delle intenzioni del nemico.

    Per lo stesso tramite, riceve da detto servizio e, se l'urgenza e l'importanza del caso lo richiede anche direttamente, vari documenti dai quali attinge dati ed indicazioni che più direttamente la riguardano.

  31. Nell'avvicinamento, nell'attacco e nel ripiegamento, deve essere data la massima importanza alla organizzazione, schieramento e manovra degli osservatori che deve sempre precedere quella delle artiglierie.

    In genere ogni unità assicura l'osservazione terrestre nel proprio settore normale di azione; quando occorre, anche stabilendo osservatori fuori del settore. Quando però abbia bisogno di osservare il tiro in un settore eventuale ed, in genere, quando per qualunque motivo abbia bisogno dell'opera di osservatori di altre unità, può senz'altro chiederla al comando dell'unità da cui l'osservatorio dipende direttamente e, nei casi urgenti, all'osservatorio stesso.

    Il comando o l'osservatorio che riceve questa richiesta deve fare ogni sforzo per aderirvi. I comandi di reggimento, raggruppamento ed i comandi di artiglieria di G.U. organizzano per proprio conto l'osservazione, in relazione ai compiti che sono chiamati ad assolvere ed alla direzione delle azioni di fuoco di loro competenza.

  32. L'osservazione aerea integra quella terrestre, allargando le possibilità dell'artiglieria ed aumentandone il rendimento; sostituisce duella terrestre nelle zone ove questa non giunge.

    È indispensabile per l'attuazione della interdizione lontana e della controbatteria.

    Concorre alla ricerca, individuazione e determinazione degli obiettivi specie a mezzo dei rilievi fotografici, aggiusta e, soprattutto, controlla il tiro in mancanza od in concorso di altri mezzi.

    I procedimenti tecnici per l'impiego dell’osservazione aerea sono indicati nella istruzione sul tiro.

  33. Le trasmissioni sono per l'artiglieria di importanza capitale. I mezzi impiegati sono: elettrici, ottici, acustici, animati.

    Detti mezzi sono variamente distribuiti agli organi preposti alla organizzazione delle trasmissioni, pattuglie di artiglieria o reparti specialisti, secondo quanto é stabilito dalle formazioni di detti reparti, e vengono impiegati con le modalità indicale nell'addestramento dei reparti ed istruzioni varie.

  34. L'organizzazione delle trasmissioni deve rendere sicura ed immediata la comunicazione degli ordini e delle informazioni; essa sarà progressiva nell'impiego dei mezzi e nello sviluppo.

    Nel movimento si farà largo uso dei mezzi animati e radio; ad essi si aggiungeranno, appena possibile, gli ottici ed il telefono.

    Ogni comando o reparto di artiglieria provvede con i propri mezzi ad assicurarsi le trasmissioni coi propri osservatori, con il comando da cui dipende e col comando con il quale deve collegarsi tatticamente secondo le nome stabilite nell'addestramento dei reparti. Le trasmissioni tra i comandi di artiglieria di G.U. e quelli di reggimento o raggruppamento e reparti specialisti vengono predisposte ed assicurate dai comandi delle G.U. stesse, con personale e mezzi dei reparti del genio.

  35. L'organizzazione delle trasmissioni, ed in particolar modo la scelta dei mezzi per attuarla, deve essere tale da non ritarda­re l'intervento delle artiglierie. Alla sua eventuale incompletezza deve sempre soccorrere il collegamento spirituale che impone ad ogni comandante di artiglieria di essere sempre al corrente della, situazione per poter agire d'iniziativa quando venga meno il collegamento materiale.

    Art. 5

    Rifornimento delle munizioni.

  36. Il volume di fuoco é in ragione delle munizioni più che dei cannoni; perciò, si impongono previdenze e provvidenze intese ad assicurare contemporaneamente affluenza, schieramento dell'artiglieria e rifornimenti.

    Quante munizioni occorrano per la battaglia é problema complesso alla cui soluzione provvede soprattutto l'intuito del comandante.

    Talvolta il rifornimento munizioni può anche influire sulla quantità di artiglierie da far partecipare ad una data azione, perché è inutile, e anzi spesso dannoso, schierarle se non ne è assicurato il rifornimento.

  37. L'assegnazione delle munizioni per una data operazione alte diverse unità di artiglieria é connessa con il concetto operativo e con i suoi presumibili sviluppi: ed a questi va opportunamente commisurata.

    Nel dubbio è meglio largheggiare.

  38. La guerra di rapida decisione impone la massima accuratezza e le più sicure predisposizioni perché i rifornimenti si effettuino in relazione allo sviluppo delle operazioni. Si può sintetizzare l'importanza dei rifornimenti nella odierna battaglia affermando che il problema dell'artiglieria è essenzialmente problema di munizioni.

    Il rifornimento sarà agevolato se tutti saranno compresi della necessità della massima economia di munizioni che si ottiene attraverso un fuoco disciplinato, ben aggiustato, ed a ragion veduta, che eviti ogni consumo intempestivo ed inefficace di proietti.

  39. L'assegnazione delle munizioni è compito del comando della G.U. superiore - di massima - l'armata.

    Le predisposizioni per assicurare il rifornimento alle unità di artiglieria sono compiti dei comandanti dell'arma.

    Le «Norme generali per l'organizzazione ed il funzionamento dei servizi in guerra» precisano le modalità del rifornimento delle munizioni alle varie unità; l'«Addestramento dei reparti» quelle con le quali esso si svolge nell'interno delle unità stesse.

    CAPO III

    MOVIMENTO

  40. Nel predisporre il movimento delle unità di artiglieria, si terrà conto della loro velocità di marcia. Unità someggiate e ippotrainate possono marciare con la velocità delle fanterie: unità motorizzate lo possono assai difficilmente, e in ogni modo a scapito del materiale. Queste ultime saranno perciò preferibilmente fatte avanzare a sbalzi in coda alle colonne di fanteria.

  41. Posti di comando in marcia. - In lontananza del nemico ciascun comandante marcia col proprio reparto. Quando si prevede che l'artiglieria possa essere impiegata, i comandi precedono per le necessarie rico­gnizioni, secondo gli ordini ricevuti.

    Presso ogni reparto - gruppo o batteria - quando manca il comandante, deve rimanere un ufficiale in grado di assumere il Comando. Nella batteria quando manca il comandante deve, di norma, essere presente il sottocomandante.

  42. Reparti M. V. - I reparti M.V. seguono direttamente le batterie del gruppo.

    Talvolta potrà convenire di far marciare tutto o parte del R.M.V. in coda alla colonna. In ogni caso, però, occorre sia assolutamente garantito il rifornimento delle munizioni alle batterie prima che abbiano consumato il munizionamento di cui disponevano.

  43. L'artiglieria in marcia è molto vulnerabile. Ogni reparto deve perciò essere sem­pre in grado di reagire contro attacchi aerei e terrestri.

    Per gli attacchi aerei, il comando della G.U. organizza la difesa con le apposite artiglierie. Oneste si spostano a sbalzi e a scaglioni in modo da proteggere essenzialmente quelle zone nelle quali l'attacco aereo può essere più probabile e più pericoloso. Ogni comando di gruppo deve però per proprio conto disporre sugli autocarri o cassoni le mitragliatrici in modo che possano entrare istantaneamente in azione.

    Per gli attacchi terrestri, - indipendentemente dalla scorta, che può essere assegnata - mitragliatrici ed armi individuali dei reparti devono essere sempre pronte ad entrare in azione; i piccoli calibri devono anche essere addestrati a mettere rapidamente qualche pezzo in batteria. Converrà, quando possibile, distaccare qualche pattuglia dalla parte da cui possono giungere minacce.

    CAPO IV

    ORDINAMENTO E DIPENDENZE

  44. Per il buon esito di una battaglia é necessario disporre di una massa di fuoco di artiglieria poderosa, elastica che si plasmi secondo lo sviluppo del combattimento.

    Perché questa massa possa bene assolvere la sua funzione, occorre che le varie unità che la costituiscono siano riunite secondo un ordinamento che permetta di assegnane, per ciascuno dei compiti, nuclei di bocche da fuoco di specie appropriata.

  45. Nello specchio riportato precedentemente sono elencati:

    - gli scaglioni di artiglieria assegnati organicamente alle diverse G.U.;

    - le azioni di fuoco proprie a ciascuno di essi;

    - il legame che esiste fra detti scaglioni nello svolgimento di azioni comuni.

    Tutti i mezzi sono così predisposti per il migliore coordinamento del loro impiego tendente all'unico scopo: cooperare nel modo migliore al successo della fanteria.

  46. Le artiglierie assegnate ad una G.U. dipendono dal comandante della G.U. stessa che le impiega secondo il proprio intendimento operativo.

    I comandanti di artiglieria esercitano il comando di tutte le artiglierie, organicamente e temporaneamente assegnate. Ad essi compete la consulenza tecnica nei riguardi dell'impiego dell'arma e l'esecuzione degli ordini.

  47. Il comandante di artiglieria deve tempestivamente rappresentare al suo comandante le necessità dell'artiglieria, specie per quanto riguarda il tempo occorrente per compiere le varie operazioni, in modo da fornirgli elementi completi di giudizio per le decisioni. È però suo stretto dovere ridurre al minimo tali necessità, prevedendo le difficoltà che possono presentarsi nell'attuazione per poterle poi rapidamente superare.

    L'iniziativa del comandante d'artiglieria deve esercitarsi largamente mediante tempestive proposte e, all'occorrenza, mediante lo spontaneo intervento con azioni di fuoco appropriate.

    È solo facendosi parte attiva nel cooperare agli intendimenti operativi del comandante la G.U. che le funzioni di comandante di artiglieria acquistano rilievo ed efficacia.

  48. In particolare spetta ai comandanti di artiglieria:

    - lo schieramento delle artiglierie in relazione ai compiti precisati dal comando della G.U. e nei limiti della zona da esso fissanti;

    - l'organizzazione e la direzione del fuoco;

    - il rifornimento delle munizioni e la vigilanza sul loro consumo.

  49. I comandanti delle G.U. superiori coordinano l'impiego delle artiglierie delle G.U. dipendenti

CAPO VII

L'ARTIGLIERIA NELLA DIVISIONE DI FANTERIA

Art. 1

Azione offensiva.

  • Marcia al nemico. L'incolonnamento ed il movimento delle artiglierie della divisione, organiche e di rinforzo, viene stabilito dal comandante della divisione.

    II comandante d'artiglieria, orientato sulla situazione ed in base agli ordini ricevuti, regola il movimento delle artiglierie e provvede mediante ricognizioni alla eventualità di entrata in azione.

  • Lo scaglione di sicurezza, sarà normalmente rinforzato da pezzi anticarro e dalla batteria reggimentale. Quest'ultima marcia in coda al grosso dell'avanguardia e deve prendere tutte le predisposizioni affinché, in caso di improvviso attacco di elementi celeri motorizzati nemici, la sua entrata in azione sia rapidissima e quasi istantanea.

  • Oltre la batteria reggimentale, lo scaglione ili sicurezza, a seconda della sua forza, della situazione e del compito, sarà dotato o meno di artiglieria.

    Nel primo caso questa - in genere un gruppo - marcia in coda, al grosso dello scaglione, dopo la batteria reggimentale. Il comandante del gruppo marcia col comandante dello scaglione di sicurezza dal quale riceve ordini per lo schieramento e l'entrata in azione.

    Nel secondo caso sarà, spesso opportuno orientare tino dei gruppi della colonna, in genere il più avanzato, per l'eventuale appoggio specifico allo scaglione di sicurezza. Il suo schieramento e la sua entrata in azione sono devolute al comandante della divisione o al comandante della colonna, a seconda che la divisione marcia sin una o più colonne. Il comandante del gruppo sta col comandante dello scaglione di sicurezza, mantenendosi collegato col comandante della colonna a meno che quest'ultimo non disponga altrimenti.

  • Quando la divisione entra, nel raggio d'azione del grosso nemico, il suo comandante emana gli ordini opportuni per fare assumere alla divisione dispositivo di avvicinamento, ed in particolare stabilisce per l'artiglieria:

    - se ed in quale misura deve essere decentrata alle colonne;

    - dove e quando deve schierarsi e quali azioni. deve svolgere.

  • L'impiego dell'artiglieria nell'avvicinamento prelude quello dell'attacco. È necessario quindi che il comandante d'artiglieria divisionale, perfettamente orientato sulla situazione e sugli intendimenti del comandante la divisione, col quale è sempre a contatto, organizzi ed attui il dispositivo per l'avvicinamento in modo che l'artiglieria possa al più presto porsi nelle migliori condizioni per appoggiare l'attacco.

  • Quando situazione particolarmente oscura e difficoltà di terreno possono pregiudicare il coordinamento delle due armi, questo avverrà su prestabilite linee di riferimento e di attestamento che serviranno a regolare l'avanzata delle colonne, a controllare e ristabilire il collegamento e, se necessario, a consentire il rapido schieramento delle artiglierie.

  • Ciascun gruppo, fin dall'inizio del movimento, deve, per quanto possibile, essere orientato sulle probabili zone di schieramento assegnate e sui compiti che gli saranno affidati.

    A seconda della situazione i gruppi marciano o con le colonne o per itinerari indipendenti, seguendo il movimento della fanteria o avanzando a sbalzi; in qualche caso addirittura si schierano. Criterio da tenere presente: essere in grado di entrare rapidamente in azione.

    I comandanti di gruppo, seguiti dagli elementi indispensabili, ed all'occorrenza preceduti da pattuglie incaricate di esplorare il terreno, riconoscono le zone di schieramento indicate e predispongono per l'eventuale schieramento e per l'organizzazione del fuoco.

    Il comandante d'artiglieria divisionale darà opportune disposizioni per coordinare, disciplinare e limitare questo movimento di elementi che procedono verso la testa delle colonne, affinché non risulti eccessivamente ingombrante e disturbi il meno possibile l'avanzata della fanteria.

  • Durante l'avvicinamento, i gruppi, quando debbono schierarsi, sceglieranno posizioni in prossimità delle strade, in modo da renderne facile e sollecita l'occupazione ed il successivo abbandono. Per quanto possibile, si dovrà evitare che un tiro nemico di controbatteria diretto sulle batterie possa raggiungere anche effetti di interdizione sulla strada.

  • Nell'avvicinamento la divisione di 1a schiera può essere rinforzata da artiglierie di corpo d'armata per l’esecuzione di tiri di controbatteria e di interdizione. Queste artiglierie, per le loro caratteristiche, sono poco atte a marciare con la fanteria e pertanto, qualora non posalo usufruire di itinerari indipendenti, marceranno a sbalzi in coda alle colonne per essere fatte avanzare a momento opportuno. Solo in qualche caso Potrà convenire che qualche elemento - in genere batteria - sia fatto marciare più avanti, in modo da poter più sollecitamente entrare in azione.

  • Servizio di sicurezza in sta­zione. Nel raggio d'azione degli elementi celeri nemici potrà talvolta convenire rinforzare lo scaglione di sicurezza con aliquote d'artiglieria. Questa ha essenzialmente compito di eseguire tiri di interdizione sulle pigi probabili provenienze del nemico, tiri di sbarramento davanti alla posizione di resistenza scelta dal grosso dello scaglione ed eventualmente tiri anticarro.

  • Prima di giungere nel raggio d'azione del grosso nemico, l'artiglieria divisionale si schiera in modo da poter esercitare efficace azione di interdizione vicina e di sbarramento davanti ai battaglioni di 1° scaglione che si schierano su una opportuna posizione di resistenza Si seguiranno criteri analoghi, a duelli elle verranno esposti trattando dell'azione difensiva.

  • L'attacco può seguire immediatamente l'avvicinamento o iniziarsi dopo una sosta per opportunamente organizzarlo.

    Nel primo caso l'azione dell'artiglieria non è che la continuazione di quella svolta nell'avvicinamento.

    Il comandante della divisione destinerà per tempo quali gruppi siano incaricati dell'appoggio specifico alle colonne d'attacco e quali debbano costituire la massa di manovra.

    I primi debbono regolare il proprio movimento su quello dei battaglioni di 1° scaglione.

    I rimanenti gruppi, gravitanti verso la testa delle colonne, devono essere in grado di schierarsi prontamente nelle zone che verranno indicate dal comandante di artiglieria divisionale.

  • Nel secondo caso, in base agli ordini del comandante la divisione, il comandante di artiglieria deve:

    - perfezionare lo schieramento ed even­tualmente completarlo con le artiglierie assegnate di rinforzo, in modo da renderlo perfettamente rispondente al concetto di azione del comandante la divisione;

    - procedere all'organizzazione del fuoco facendo gravitare comandi ed osservatori il più avanti possibile;

    - assicurare l'interdizione vicina e lo sbarramento durante la sosta;

    - assicurare il rifornimento munizioni.

  • Lo schieramento delle artiglierie, orientato al criterio di poter giungere a fiaccare le resistenze che si oppongono successivamente all'avanzata della fanteria, deve:

    a) essere il più avanzato possibile per agire in profondità nel dispositivo nemico, assicurando così l'efficacia e la continuità del fuoco limitando allo stretto indispensabile i cambi di posizione;

    b) consentire il concentramento della maggior quantità di fuoco su tutto il settore di attacco della divisione, o quanto meno su quello dove si svolge lo sforzo principale;

    c) favorire, per quanto possibile, l'occultamento delle batterie purché non pregiudichi in alcun modo l'efficienza del fuoco;

    d) facilitare il rifornimento delle munizioni.

  • L'attacco sarà di massima prece­duto dalla preparazione di artiglieria. I comandi superiori - normalmente quelli di corpo d'armata - ne fissano inizio, durata ed entità stabiliscono il rinforzo dei mezzi ed il concorso di fuoco da concedere alle G.U. inferiori, e danno le direttive generali per l'azione da svolgere in relazione ai propri concetti operativi.

    Il comandante, della divisione è responsabile della organizzazione tattica della preparazione nel suo settore. Spetta al comandante dell'artiglieria divisionale l'esecuzione di es­sa con l'artiglieria organicamente assegnata e con il rinforzo ed il concorso di quella della G.U. alla quale appartiene, e se possibile, delle G.U. laterali.

  • La durata e l'entità, della preparazione dipendono essenzialmente dalla situazione tattica.

    Nel caso di urto fra avversari in moto essa si riduce a rapidi concentramenti contro gli obiettivi accertati, per trasformarsi subito dopo in appoggio.

    Nel caso ili attacco contro posizione saldamente organizzata è necessaria la messa in opera di mezzi ingenti ed una organizzazione complessa.

    Fra questi due estremi la preparazione può assumere importanza e complessità variabili caso per caso.

  • In particolare, gli elementi fondamentali che influiscono sulla organizzazione e sulla durata della preparazione sono:

    - gli obiettivi (qualità, quantità, effetti da raggiungere); tra, questi limino influenza preponderante le distruzioni da eseguire e segnatamente l'apertura dei varchi nei reticolati;

    - i mezzi a disposizione (artiglierie e munizioni).

    In ogni modo la durata deve essere la minima, indispensabile, senza di che ogni sorpresa viene a mancare con pregiudizio dell’attacco. Ogni ritardo si risolve a vantaggio della difesa; da ciò la necessità di una violenta e rapida esecuzione.

  • La preparazione deve essere preceduta da ricognizioni, aeree e terrestri, intese ad accertare i particolari della sistemazione difensiva nemica.

    Tali ricognizioni devono essere compiete nei limiti di tempo imposti dal comando, per non produrre ritardi nell'esecuzione dell'azione che andrebbe a tutto vantaggio del difensore.

    In base ai dati ottenuti ed agli ordini ricevuti, ogni comando di artiglieria concreta l'azione da svolgere dalle dipendenti artiglierie in un «piano d'impiego del fuoco» nel quale vengono riportati i vari obiettivi, come, quando e da chi devono essere battuti.

  • La preparazione deve essere organizzata e condotta in snodo da sfruttare al massimo l'effetto materiale e morale della massa di fuoco. Mentre le unità destinate allo spianamento svolgono la loro azione continua e precisa sugli obiettivi da distruggere, la massa di fuoco delle rimanenti unità., spostandosi rapidamente, da, un obiettivo ad un altro, si abbatte sui puliti più sensibili della difesa. Particolare importanza occorre dare agli obiettivi più vicini e più nocivi alla fanteria attaccante, che devono essere neutralizzati per il momento in cui si inizia l'attacco.

    L'apertura dei varchi nei reticolati deve essere opportunamente verificata prima; del ter­mine della preparazione.

    Allo scopo di ingannare il nemico sul mo­mento dell'inizio dell'attacco e sulle zone sulle quali effettivamente si effettuerà l'irruzione, sarà talvolta, conveniente

    - estendere la preparazione su un settore maggiore di duello d'attacco;

    - simulare attacchi, durante la preparazione, allungando il tiro delle artiglierie incaricate della apertura, dei varchi ed iniziando l'appoggio, per riabbattere le masse di fuoco improvvisamente, colla massima violenza, sugli elementi umici che si saranno scoperti;

    - iniziare il vero attacco, modificando i tiri per passare gradatamente dalla preparazione all'appoggio.

  • L'attacco.

    Compito di tutta l'artiglieria divisionale nell'attacco è l'appoggio alle fanterie. Esso viene assolto dai gruppi in appoggio specifico e dalla massa di manovra.

    Potranno essere affidati, in un primo tempo, alle artiglierie divisionali compiti di controbatteria, che però saranno assunti normalmente dall'artiglieria di corpo d'armata quando questa si sarà opportunamente organizzata.

    Contro batterie nemiche vicine e minacciose l'artiglieria divisionale in qualunque momento non dovrà esitare ad agire immediatamente, finché l'artiglieria di corpo d'armata non sia intervenuta.

  • Le artiglierie divisionali oltre a provvedere alla controbatteria di urgenza possono in qualche fase dell'azione, ad. es. nella preparazione, concorrere alla esecuzione della controbatteria organizzata.

    Tale compito sarà di massima affidato ai gruppi massa di manovra. Quelli in appoggio specifico alle colonne vi potranno partecipare specie contro batterie di accompagnamento, anticarro e piccoli calibri divisionali schierati in zona ravvicinata.

  • L'azione di appoggio si attua ge­neralmente per concentramenti di gruppo o di più gruppi, ma talora anche con intervento di singole batterie. Si svolge in seguito ad accordi o a richiesta della fanteria su obiettivi:

    - prestabiliti prima dell'azione;

    - svelatisi durante l'attacco.

    I comandanti di artiglieria perfettamente orientali sulla situazione, sul terreno, sull'azione della fanteria, e suffragati da una buona osservazione, hanno però obbligo di agire di iniziativa, quando la situazione lo imponga senza aspettare richieste che potrebbero tardare a giungere.

  • Durante l'attacco l'azione dell'artiglieria si svolge secondo gli ordini del comandante la divisione e sempre in costante, intimo collegamento materiale e spirituale con la fanteria che attacca. È precisamente in questa fase che risulta più evidente il compi­to dell'artiglieria nella battaglia: assicurare l'avanzata della fanteria. Mentre i gruppi in appoggio specifico appoggiano direttamente l'avanzata delle colonne alle quali sono assegnati, il comandante d'artiglieria divisionale sposta opportunamente il fuoco della massa di manovra per rinforzare ed estendere l'appoggio ad una data colonna. Quando occorra, sempre per ordine del comandante la divisione, può disporre anche del fuoco dei gruppi in appoggio specifico per spostarlo a favore di un'altra colonna. Sarà sempre necessario, qualora non lo avesse già fatto il comando di divisione, darne preventivo avviso al comandante delle colonna alla quale viene temporaneamente sottratto il fuoco del gruppo in appoggio specifico.

  • Per assicurare il costante appoggio alle colonne di attacco, a mano a mano che l'azione progredisce, il comandante d'artiglieria divisionale studia, predispone ed attua lo spostamento degli osservatori e delle artiglierie in modo che l'azione di queste possa sempre rispondere alla situazione.

  • Lo spostamento delle artiglierie può avvenire a scaglioni di batterie o a scaglioni di gruppo. Nel primo caso si ha con­tinuità, per quanto ridotta, dell'azione di fuo­co del gruppo, ma occorre maggior tempo per completare il movimento. Nel secondo caso - spostamento di gruppo - il periodo di crisi è abbreviato, ma si ha una soluzione di continuità, nell'azione di fuoco. Situazione, terreno e controbatteria nemica, consiglieranno il procedimento più idoneo; conviene però in genere evitare, per quanto è possibile, di cambiare compiti e settori di azione ai gruppi negli spostamenti. Pertanto, mentre lo sbalzo di gruppo potrà frequentemente essere usato per i gruppi massa di manovra, per quelli in appoggio specifico sarà in genere più conveniente quello per batteria.

    Comunque gli sbalzi debbono eseguirsi in modo da non coincidere con uno sbalzo o fase importante dell'attacco della fanteria, per non indebolire in tal momento l'azione di appoggio.

  • Quando il prolungarsi del combattimento porti ad una sosta, saranno attuati accorgimenti per nascondere all'aviazione nemica e proteggere dal tiro aereo e terrestre nemico lo schieramento e l'organizzazione dell'artiglieria (mascheramento, batterie simulate, postazioni per azioni notturne e diurne, relativi spostamenti di batterie, etc.).

  • Completamento e sfruttamento del successo. Nel completamento del successo l'artiglieria agisce in un primo tempo con la massa di fuoco delle batterie in posizione per concorrere, con poderosi ed immediati concentramenti, allo sfacelo del nemico. In un secondo tempo però, con l'aumentare delle distanze e dello sfruttamento del successo, non è più possibile, data la rapidità con cui si succedono gli avvenimenti, manovrare l'artiglieria alle dirette dipendenze del coman­dante d'artiglieria divisionale. È necessario decentrare alle unità di fanteria le artiglierie più mobili, spingendole molto innanzi, dopo averle ben rifornite di munizioni.

    L'impiego di queste artiglierie è caratterizzato dalla massima iniziativa, dalla rapidità del movimento e dell'intervento del fuoco e dallo sfruttamento anche delle massime gittate, battendo col fuoco punti di obbligato passaggio, strade, ecc. inseguendo e bat­tendo senza posa, e ovunque il nemico in ritirata.

    La rimanente massa di artiglieria, quando dalla posizione che occupa non può più agire con tiro efficace, si terrà pronta a seguire il movimento secondo gli ordini del comandante di divisione.

    In queste fasi occorre: massima disciplina stradale, ardita spregiudicatezza nella scelta delle posizioni, interventi rapidissimi quasi istantanei, preordinato servizio di riforni­mento munizioni.

    Art. 2

    Azione difensiva.

  • Compito dell'artiglieria divisionale nella difensiva è di logorare e disorganizzare il più possibile il nemico col fuoco, per agevolare l'azione di resistenza e di contrattacco della fanteria.

  • Salvo casi di fronti molto estesi o di terreno molto coperto o compartimentato, tutta la massa delle artiglierie divisionali resta alla diretta dipendenza del comandante la divisione, il quale, in base al suo concetto operativo, precisa, nelle linee generali, come e dove intende impiegarne il fuoco, e cioè:

    - azioni di fuoco da, svolgere nei vari settori della difesa;

    - trattai più importanti (la vigilare e sbarrare.

    Stabilito il concetto d'impiego del fuoco, fissa i gruppi a difesa dei vari settori, e quelli della massa di manovra, ed infine indica i limiti della zona di schieramento.

  • In base a tali prescrizioni il comandante d'artiglieria divisionale concreta ed attua lo schieramento dei gruppi in modo da assicurare costantemente l'efficacia e la continuità del fuoco avanti alla linea di sicurezza e nell'interno della zona di sicurezza e della posizione di resistenza ma essenzialmente davanti ai tratti più sensibili della posizione di resistenza stessa. A tal riguardo i comandanti di gruppo a difesa di settore prendono tutti gli accordi e procedono alle intese necessarie con i comandanti dei settori rispettivi.

    In particolare tutte le batterie devono essere in grado di eseguire lo sbarramento davanti alla linea di resistenza, mentre è sufficiente che solo una parte agisca davanti alla linea di sicurezza e nell'interno della zona di sicurezza.

  • Lo schieramento dovrà quindi essere idoneo a disimpegnare il suddetto precipuo compito, ed alquanto profondo per consentire più ampie possibilità alla manovra del fuoco.

    Si dovrà:

    - sottrarre quanto possibile lo schieramento all'azione della controbatteria nemica;

    - ostacolare la individuazione delle batterie all'osservazione aerea e terrestre con il mascheramento ed il defilamento;

    - rendere dispendiosa e lenta la con­trobatteria nemica con larghe, scaglionate ed irregolari posizioni delle batterie;

    - sottrarsi appena possibile al tiro nemico con posizioni multiple già riconosciute e, se del caso, organizzate.

  • Il comandante d'artiglieria divisionale precisa quindi, ai gruppi a difesa dei settori ed a quelli massa di manovra, i settori normali ed eventuali ed i compiti durante lo sviluppo della difesa. Sempre che possibile i settori di azione dei gruppi devono coincidere con i corrispondenti settori dei battaglioni o dei reggimenti dì fanteria.

    A seconda delle maggiori o minori notizie che sì avranno sul nemico e del tempo che sarà concesso per l'organizzazione della difesa, detti compiti potranno essere definiti in un dettagliato «piano d'impiego del fuoco» ovvero adattati con semplici predisposizioni alle contingenze del combattimento.

    Speciale importanza nella fase dì resistenza hanno quei provvedimenti intesi ad assicurare la più efficace azione dì sbarramento, sia che l'attacco si manifesti palesemente, sia che sì sferri dì sorpresa con il favore della nebbia o della oscurità.

  • L'organizzazione a difesa, di una posizione mentre il nemico è ancora lontano si effettua sotto la protezione della esplorazione terrestre e di uno scaglione dì sicurezza. Questo scaglione potrà essere rinforzato da aliquote di artiglieria - dì massima un gruppo o batterie isolate - per rallentare con l'interdizione, iniziata alle maggiori distanze, l'avanzata del nemico, e proteggere lo scaglione stesso durante l'esecuzione del suo compito. Queste artiglierie schierate in posizione avanzata ed idonea ripiegheranno poi a scaglioni nella zona dì schieramento per assumere le posizioni in precedenza prescelte e, se possibile, già organizzate. Il ripiegamento deve essere accuratamente preparato in modo da poterlo attuare nel massimo ordine e rendere facile e rapida la presa delle nuove posizioni.

  • Organizzazione del fuoco. Deve consentire il massimo rendimento delle artiglierie con la pronta e precisa manovra del fuoco allo scopo di:

    - logorare il nemico e impedirgli di penetrare nella posizione di resistenza;

    - stroncargli ogni progresso qualora riuscisse ai penetrarvi;

    - agevolare il contrattacco.

    La maggiore disponibilità di munizioni deve compensare la eventuale inferiorità numerica, delle artiglierie della difesa.

  • L'organizzazione del fuoco spetta, al comandante dell'artiglieria divisionale in base alle direttive del comandate della divisione. L'organizzazione di dettaglio e l'attuazione ai comandanti di gruppo d'accordo coi comandanti di settore interessati.

  • La preparazione del tiro avrà quel maggiore sviluppo e perfezione che il tempo ed i mezzi consentiranno di raggiungere.

    I documenti per il tiro dovranno man mano arricchirsi di tutte quelle indicazioni (zone battute e non battute - punti di riferimento nelle zone tatticamente più importanti - tratti di sbarramento - ecc.) che facilitano i immediato intervento e la, pronta e sicura manovra del fuoco.

  • Un ben orientato e vigile servizio di osservazione, scaglionato opportunamente in profondità e capace di frugare minutamente il terreno fin dalle maggiori distanze ma in particolare davanti alla linea di sicurezza e nell'interno della zona stessa, dinanzi alla linea di resistenza e nell'interno di detta posizione, deve assicurare una pronta individuazione e designazione degli obiettivi.

    Ne consegue la necessità di organizzare opportunamente la manovra del personale e dei mezzi per assicurare la continuità della osservazione nelle varie fasi di sviluppo della difesa.

    La organizzazione delle trasmissioni basata su collegamenti multipli nel senso del fronte e della profondità, deve assicurare sempre la continuità, e l'immediatezza delle informazioni, della emanazione degli ordini e delle richieste di fuoco.

  • Sistemazione del terreno. Lo sfruttamento del terreno deve ridurre al minimo i lavori per l'adattamento e la sua sistemazione.

    Nell'esecuzione di essi sia, tenuto presente:

    - la progressività, in modo che si possa utilizzarli in qualsiasi momento il nemico attacchi;

    - l'occultamento per sottrarsi all'osservazione nemica (aerea e terrestre) e quindi al tiro.

    La successione dei lavori sarà normalmente la seguente:

    - aumentare, le possibilità di fuoco e di osservazione (campi di tiro e di vista);

    - migliorare le postazioni;

    - facilitare i rifornimenti e garantire la sicurezza delle munizioni (accessi, riservette);

    - proteggere dall'azione dei gas (difesa antigas);

    - riparare e dar ristoro al personale (ricoveri).

    Batterie, gruppi ed osservatori organizzeranno sempre la difesa vicina ed antiaerea delle proprie posizioni e quella anticarro sussidiata possibilmente con ostacoli passivi.

  • Durante l'avvicinamento e l'organizzazione dell'attacco del nemico, una difesa, attiva deve approfittare di tutte le occasioni favorevoli per reagire col fuoco, per arrestare ed annientare l'attaccante o, per lo meno, per logorarlo e rallentarne l'avanzata in modo da dar tempo alla difesa di raggiungere un grado di maggiore efficienza; ostacolarne i preparativi d'attacco, proteggere gli elementi di sicurezza, durante la priora resistenza e l'eventuale ripiegamento.

    A questa azione partecipano le artiglierie a lunga gittata con tiri di interdizione lontana e di controbatteria tendenti recare il maggior danno possibile all'artiglieria dell'attaccante in crisi di schieramento.

    L'artiglieria divisionale vi partecipa con azione d'interdizione vicina, cogliendo ogni momento favorevole per battere le fanterie nemiche che avanzano.

    Quella, contraerea ostacola e pregiudica l'azione area dell'avversario.

  • La contropreparazione tende a disorganizzare l'attacco nemico prima che si inizi. Può avere effetti decisivi quando riesca a colpire il nemico nei punti e nel momento opportuni.

    È ordinata di massima dal comando d’armata che, tenendo conto della situazione, delle notizie sul nemico (organizzazione, forze e soprattutto, quando si riesce a conoscerla, ora dell'inizio dell'azione) e della disponibilità di munizioni, ne fissa inizio, sviluppo e ritmo; è organizzata e diretta, dai comandanti di artiglieria di corpo d'armata e di divisione che fissano gli obiettivi da battere, da chi, quando e come devono essere battuti.

    Tra questi obiettivi barino particolare importanza:

    - le truppe d'attacco,

    - le batterie più dannose per le fanterie della difesa,

    che occorre riconoscere ed individuare me­diante una accurata continua osservazione, e battere con poderosi violenti concentramenti, evitando ogni dispersione del fuoco.

    La contropreparazione è molto redditizia quando è effettuata con ricchezza di munizioni.

    I comandi d'artiglieria concretano l'azione da svolgere in un «piano d'impiego del fuoco» analogo a quello della preparazione.

  • La resistenza si sviluppa con azioni di fuoco strettamente coordinate di fanteria e artiglieria.

    L'obiettivo principale dell'artiglieria è la fanteria nemica, di cui occorre assolutamente arrestare l'avanzata: sarà inoltre necessario neutralizzare le batterie che recano maggiori danni alle fanterie della difesa. E perciò:

    - le artiglierie divisionali convergono il fuoco sulle fanterie nemiche, ed in modo speciale sugli elementi più avanzati;

    - le rimanenti artiglierie continuano la controbatteria, strettamente indispensabile, con tiri di interdizione, estendono in profondità t'aziono delle artiglierie divisionali.

    Le azioni svolte in questa fase sono: interdizione, controbatteria e sbarramento.

  • Contrattacco. Nel caso che il nemico riesca a penetrare in qualche tratto della posizione di resistenza, a massa e nel più breve tempo possibile, si scatena, l'azione di repressione sulla località occupata.

    Quest'azione prepara il contrattacco per riconquistare la posizione perduta, e si converte in appoggio nel momento in cui il contrattacco si inizia.

  • Nelle diverse fasi della difesa la cooperazione tra fanteria e artiglieria è as­sicurata innanzi tutto dalle predisposizioni iniziali prese di comune accordo per l'organizzazione della difesa, dalla coesistenza, di massima sempre possibile, dei posti di comando di settore con quello dei gruppi a difesa, dalle pattuglie O.C. inviate presso le unità avanzate e presso i battaglioni di II e III scaglione destinati al contrattacco, da un sistema di trasmissioni di certo funzionamento, da segnalazioni semplici ed inequivocabili per la richiesta del fuoco.

  • Nella difesa frequentemente potrà accadere che non giungano richieste di fuoco quando questo sia necessario. L'artiglieria in questo caso ha l'obbligo di agire di iniziativa, in base alle segnalazioni dei suoi osservatori, ed alle informazioni elle deve procurarsi. L'artiglieria è cioè sempre responsabile di un mancato intervento. In particolare è colpevole quel comandante che, in­caricato della protezione di un dato settore, non interverga tempestivamente, che venga o no richiesto.

  • Il coordinamento del fuoco delle artiglierie nella divisione è attuato dal comandante d'artiglieria divisionale mediante la perfetta organizzazione dell'osservazione, il sicuro collegamento tattico con i comandanti di settore, e, per l'attuazione dei contrattacchi, con il comandante degli scaglioni destinati ad effettuarli.

  • Combattimento temporeggiante Si prefigge di guadagnare tempo, opponendo temporanea resistenza su posizioni successive.

    Aliquote di artiglieria saranno assegnate agli scaglioni che si avvicendano nella resi sterza e nel ripiegamento e con essi dovranno operare nell'occupazione a difesa delle successive posizioni, orientate alle azioni di fuoco di interdizione per rallentare e disorganizzare l'avanzata nemica.

    Lo schieramento sarà quindi avanzato per allungare il braccio all'interdizione stessa e profondo per consentire continuità all'azione.

    L'organizzazione del fuoco, adattata alla situazione ed alle necessità dell'intervento tempestivo e di iniziativa, deve consentire azioni di fuoco intense e manovrate.

  • Ripiegamento. - Quando si effettua di iniziativa e fuori della pressione del nemico, la retroguardia, rinforzata da artiglierie - batterie o gruppi - della maggiore mobilità - e con munizionamento adeguato, occupa, se possibile in precedenza e di giorno, una prestabilita posizione da organizzare a difesa per resistere e proteggere il ripiegamento fino a quando non riceverà pur essa ordine di ripiegare.

    Le rimanenti artiglierie o seguono il mo­vimento delle varie colonne secondo gli ordini dei singoli comandanti o si portano direttamente nella nuova zona di schieramento prescelta dal comandante la divisione per la difesa.

    Qualche batteria o anche pezzi, della maggiore mobilità, potranno, se del caso, essere lasciati nella primitiva posizione per sviluppare, finché possibile e necessario, l'azione di fuoco per ingannare il nemico.

  • Quando il ripiegamento si effettua sotto la pressione del nemico, si costituirà uno scaglione, con aliquota di artiglierie, con compito di proteggere la rottura del contatto e, successivamente, assumere funzioni di retroguardia.

    L'artiglieria coopera all'azione di questo scaglione battendo senza posa la fanteria at­taccante per ritardarne il più possibile l'avanzata. Occorrendo, non esiterà a prendere posizione allo scoperto per agire con maggiore rapidità a puntamento diretto.

    L'artiglieria si ritira solo per ordine del comandante dello scaglione. In mancanza di tale ordine dovrà combattere fino all'estremo, senza preoccupazioni di perdere il materiale, anche dopo esaurite le munizioni dei pezzi, con le mitragliatrici., i moschetti, le bombe a mano.

    Di questa circostanza tutti gli ufficiali devono stare in mezzo ai pezzi per dare l'esempio della serenità e del coraggio.

    È in questi momenti che si palesano le virtù dell'Arma e si confermano le sue gloriose tradizioni.

    CAPO XIII
    L'ARTIGLIERIA D'ARMATA

  • Le artiglierie assegnate organicamente all'armata sono:

    - artiglierie di medio calibro di gittata rilevante, alcune delle quali capaci di entrare in azione in tempo relativamente breve;

    - artiglierie di grosso calibro, pesanti e sufficientemente mobili, che richiedono di norma molto tempo per l'entrata in azione;

    - artiglierie leggere a traino meccanico;

    - artiglierie contraeree.

  • Gli ampi fronti che nella guerra di rapida decisione verranno ad assumere l'armata, obbligheranno sovente a ricorrere al decentramento.

    Delle suddette artiglierie perciò quelle di non grande gittata vengono normalmente assegnate ai corpi d'armata dipendenti secondo il concetto operativo del comandante dell'armata.

    Quelle di maggiore gittata, idonee alla manovra del fuoco sul fronte di più C.A., saranno tenute di massima, alla diretta dipen­denza per l'interdizione lontana e la controbatteria sulle batterie nemiche più lontane.

    Quelle di maggiore potenza saranno impiegate per battere obiettivi di speciale importanza e consistenza che ostacolino il pro­gresso della manovra concepita dall'armata.

    Le artiglierie contraeree provvedono alla difesa del complesso apparato logistico, compreso nella zona di giurisdizione dell'armata (grandi vie di comunicazione, ferrovie, stazioni, opere d'arte, magazzini, depositi, ecc.) ed eventualmente completano l'azione di quelle dei corpi d'armata e della difesa territoriale.

  • Il comando d'artiglieria d'armata dispone di:

    - una compagnia osservatori;

    - una sezione aereologica;

    - mezzi aereostatici ed aerei (messi a disposizione dal comandante d'armata);

    - una o più sezioni fonotelemetristi, normalmente decentrate per l'impiego ai comandi di artiglieria nei corpi d'armata.

    I collegamenti occorrenti al comando artiglieria d'armata con gli organi ed i comandi dipendenti sono impiantati a cura del genio dell'armata.

  • Il comandante di artiglieria d’armata, in relazione agli ordini avuti dal comandante dell'armata:

    - assegna i rinforzi alle G. U. dipendenti nel tempo e con le modalità opportune per non appesantirle prematuramente;

    - provvede al movimento, allo schieramento ed all'ordinamento delle artiglierie direttamente dipendenti.

    Parte di queste - la più mobile - avanzerà dietro le divisioni di 1a schiera e potrà eventualmente venire subito decentrata ai corpi d'armata; la rimanente parte muoverà più indietro.

    Lo schieramento sarà preceduto dalle opportune ricognizioni, per le quali anche darà i necessari ordini il comandante di artiglieria d’armata con criteri analoghi a quelli già detti per l'artiglieria di C. A.;

    - provvede alla organizzazione dell'osservazione ed all'impiego dei mezzi per l'osservazione aerea e terrestre posti a sua disposizione;

    - provvede alla organizzazione ed alla esecuzione della interdizione lontana;

    - in caso di sosta prolungata su terreni favorevoli e di fronti ristrette, assume la organizzazione della controbatteria (in particolar modo: ricerca, individuazione e determinazione delle batterie nemiche) lasciando tuttavia ai corpi d'armata, la esecuzione. A tale scopo suddividerà il territorio nemico in zone normali d'azione assegnate ai singoli corpi d'armata, che potranno o non coincidere coi settori d'azione dei corpi d'armata stessi;

    - provvede all'impiego delle artiglierie contraeree direttamente dipendenti;

    - dispone per il coordinamento delle azioni delle artiglierie dei corpi d'annata dipendenti ed in particolar modo attua i provvedimenti per assicurare la saldatura delle azioni di fuoco nelle zone di contatto dei corpi d'annata ; stabilendo i reciproci concorsi di fuoco, e sovrapponendovi il proprio;

    - stabilisce il concorso di fuoco alle grandi unità dipendenti ed eventualmente a quelle laterali;

    - si tiene al corrente dei consumi e mantiene stretto collegamento con l'intenden­za d’armata per tutto quanto riguarda il rifornimento delle munizioni;

    - concorre, in stretta cooperazione con l'ufficio informazioni dell'armata e col reparto topocartografico d’armata, alla compilazione ed all'aggiornamento dei documenti relativi alla organizzazione ed attività nemica.

  • L'interdizione lontana è il compito principale dell'artiglieria d'armata, sia nell'azione offensiva che difensiva. Suoi obiettivi principali sono: colonne in movimen­to, sedi di comando, località particolarmente importanti per il movimento ed il rifornimento dell'avversario, ecc.

    I tiri contro colonne in movimento dovranno preferibilmente essere eseguiti nei tratti che si possono prendere d'infilata e possibilmente dove la truppa abbia difficoltà ad uscire dalla strada, (strade a mezza costa, ponti, strette, ecc.). Per evitare un largo consumo di munizioni questi tiri dovranno essere possibilmente eseguiti a ragion veduta, cioè quando l'osservazione, terrestre e specialmente quella aerea, segnali l'effettiva presenza di, truppe nemiche. Occorre allora sorprenderle con raffiche di fuoco improvvise, potenti, saltuarie.

    Sono quindi di norma da escludere tiri sistematici, salvo il caso di accertato intenso traffico notturno.

  • L'aeronautica con azioni di bombardamento concorre efficacemente alla interdizione lontana, prolungandola oltre la gittata delle artiglierie. In un primo tempo, finché non entrano in azione le artiglierie d’armata, disimpegna tutto il compito.

    CAPO XIV

    ARTIGLIERIA E CARRI ARMATI

  • Carri armati agenti a massa sul campo di battaglia possono ottenere risultati importantissimi, talora decisivi.

    L'artiglieria deve agevolare il movimento dei propri carri, nell'attacco o nel contrattacco, od ostacolare quello dei carri avversari, nella difesa.

  • Azione offensiva. La riuscita di un attacco di carri armati si fonda, essenzialmente, sul loro sbocco di sorpresa e sulla velocità. L'artiglieria dispone, in generale, di poco tempo per sviluppare la sua azione: per ottenere effetti sensibili, occorre impiegarla in quantità notevole.

    Di norma, quindi, l'attacco di una massa di carri armati è appoggiato non solo dall'artiglieria eventualmente assegnata in proprio alle unità carriste (o alle grandi unità corazzate), ma anche da altre artiglierie già schierate nella zona. Il comando tattico che ordina l'attacco dei carri armati fissa le artiglierie che devono concorrervi e chi debba assumerne il comando.

    I comandanti della massa dei carri, delle unità di fanteria e delle artiglierie che operano con i carri, prendono fra loro tempestivi opportuni accordi, ai quali partecipa il comandante deviazione, quando l'attacco dei carri si svolge in concorso con un attacco aereo. Ila però sempre importanza preminente L'azione, di coordinamento del comandante superiore, azione che sola, può dar valore agli accordi, saldando tutte le volontà in una sola.

  • Prima dell'azione, l'artiglieria, a mezzo dei suoi ordini di comando e di osservazione, procede ad un minuto ed accurato studio di tutto il terremo di attacco, con lo scopo di individuare gli ostacoli che possono opporsi al movimento dei carri, le difese passive, i campi minati, le batterie avversarie ed in particolar modo le armi anticarro che costituiscono l'obiettivo più pericoloso per i carri attaccanti.

    È opportuno che in ciò concorrano elementi dei carri armati, della fanteria che coopera e dell'aviazione, ricavando così la base per gli accordi e le intese tra i vari comandi.

  • Lo schieramento delle artiglierie deve avere carattere arditamente offensivo, modificando quello preesistente quando il comandante, che ordina l'attacco dei carri armati, lo ritenga opportuno. In ogni modo, è assolutamente necessario che alcune batterie - preferibilmente tra quelle organiche delle unità carriste, se esistono, o batterie reggimentali delle unità di fanteria che cooperano con i carri - siano spinte avanti il più possibile, in posizioni che consentano il puntamento diretto, per poter istantaneamente entrare in azione, a distanza ravvicinata, contro le armi anticarro che si rivelassero nel corso dell'attacco. Tali batterie, alle quali viene assegnato un determinato settore di sorveglianza, non partecipano, di norma, alla preparazione e si svelano solo al momento del bisogno.

    Quando la situazione lo richieda, qualche batteria, sarà orientata a rapidamente spostarsi in avanti nel corso dell'attacco, anche per pezzi isolati, per svolgere sempre più efficace azione contro le armi anticarro.

  • Il comandante dell'artiglieria si mantiene, durante l'attacco, collegato il più intimamente possibile col comandante dei carri e con quello della fanteria che coopera, per conoscere le linee raggiunte dagli elementi più avanzati, le resistenze che si incontrano, ed in particolar modo il momento in cui la fanteria raggiunge e sorpassa i carri, riprendendo le sue funzioni di elemento principale del coni battimento.

    Ma è specialmente necessario che l'artiglieria si ponga in condizioni di agire di iniziativa, perché il collegamento con i carri sarà, in genere aleatorio e i carri non sempre saranno in rado di precisare posizione raggiunta od obiettivi da battere.

    Decorre, quindi, fare il massimo affidamento sulla osservazione terrestre, organizzata in modo da poter seguire, possibilmente, l'attacco fino al raggiungimento dell'obiettivo fissato. Pattuglie O.C., sempre e che possibile, seguiranno il movimento dei carri, con le prime unità della fanteria cooperante, anche per poter rapidamente sistemare osservatori in località più avanzate.

    Col comandante dei carri, il collegamento sarà tenuto cori la radio a bordo del carro del comandante. Ridurre sempre lo scambio di comunicazioni a segnalazioni semplici ed inequivocabili, precedentemente concordate, per segnalare il raggiungimento di determinate linee, richieste eventuali di tiro, ecc.

    Col comandante di fanteria, il collegamento sarà tenuto nel modo consueto.

  • L'attacco dei carri sarà preceduto da preparazione di opportuna intensità e durata, allo scopo di:

    - neutralizzare (o distruggere) armi e batterie anticarro, artiglierie che si prevedono efficaci contro i carri, crampi di mine, individuati dall'osservazione aerea e terrestre;

    - spianare le resistenze passive, sempre quando, per la loro consistenza e per la natura, dei carri impiegati, questi non siano in grado, con la sola propria azione di spianamento e di strappo, di aprire, in esse, i varchi necessari per le fanterie che dovranno seguire.

    Solo nel caso in cui nell'attacco con i carri si potesse ottenere la sorpresa assoluta sul nemico o quando si avesse la certezza che le difese anticarro avversarie - attive e passive - fossero scarsamente sviluppate, si potrà rinunciare alla preparazione. In tale eventualità tutte le artiglierie si terranno pronte ad aprire il fuoco non appena i carri staranno per svelarsi.

  • Durante l'attacco l'artiglieria svolge azione di appoggio e di controbatteria.

    Finché l'azione dei carri è prevalente su quella della fanteria attaccante, l'appoggio è rivolto, in particolare ed istantaneamente, non appena si rivelino, sulle armi anticarro che il nemico avrà scaglionato in profondità nella sua sistemazione difensiva e che, non individuate in precedenza, si sveleranno solo al momento della loro entrata in azione alle brevi distanze. Nel tempo stesso, sarà proseguita la neutralizzazione delle armi già battute in fase di preparazione ed ancora attive. Quando le condizioni atmosferiche siano favorevoli, si potrà utilmente ricorrere anche a tiri di accecamento, ad azione locale, contro le singole, acuii anticarro, con l'impiego di proietti fumogeni.

    Tener presente che le armi anticarro rappresentano il maggior pericolo per i carri attaccanti e che perciò dovere dell'artiglieria è di intervenire immediatamente contro di esse. E poiché non sarà quasi mai possibile alle unità carriste individuare e segnalare tem­pestivamente gli obiettivi, si rende indispensabile la continua, attenta osservazione diretta da parte dei comandi di artiglieria ed il loro intervento di iniziativa automatico.

    Quando però plastica e copertura del terreno non consentano un intervento delle artiglierie a ragion veduta contro le singole armi anticarro, l'appoggio dovrà esplicarsi mediante robusti concentramenti di fuoco, a cavallo delle direttrici d'attacco delle unità carriste, spostarsi a sbalzi di sufficiente ampiezza in relazione alla, velocità dei carri.

    In tal caso occorre prestabilire segnalazioni convenzionali da effettuarsi (alle unità carriste più avanzate, sia per indicare il raggiungimento di determinate linee del terreno, facilmente individuabili da bordo dei carri stessi (razzi), sia per definire, a richiesta, la posizione raggiunta (artifizi a fumata).

    L'appoggio in tutti i casi, non deve, in modo assoluto, ostacolare o rallentare l'attacco dei carri. Esso va effettuato ricordando che i carri si possono considerare invulnerabili alle schegge.

    La controbatteria deve rilevare e segnalare, con la maggiore rapidità possibile, le batterie che con maggiore efficacia ostacolano l'avanzata dei carri, per neutralizzarle al più presto con adeguati concentramenti.

  • Azione difensiva. - Segnalato un attacco nemico di carri armati a massa, tutte le batterie che hanno azione normale nel settore nel quale si svolge l'attacco, entrano immediatamente in azione, di iniziativa dei, loro comandanti, con tiri di interdizione vicina, che si sposteranno gradualmente col progredire della massa dei carri ove non si riesca ad arrestarla, sino a fissarsi nello sbarramento.

    Le artiglierie che hanno solo azione eventuale in detto settore, se non impegnate in azioni di fuoco, intervengono anch'esse immediatamente di iniziativa dei loro comandanti. Se impegnate, deciderà il comandante del gruppo, se, tenuto conto dell'importanza dell'azione di fuoco in corso, delle conseguenze che può avere la riuscita dell'attacco dei carri, della presumibile efficacia su questi del fuoco delle proprie artiglierie, convenga che esse continuino l'azione in corso o rivolgano il loro fuoco sui carri.

    Le armi anticarro e le batterie reggimentali, non appena i carri giungono portata efficace di tiro, entrano in azione con tiri di arresto, integrando lo sbarramento delle artiglierie. A tale azione, possono concorrere pezzi isolati di piccolo calibro, eventualmente destinati a tale compito.

    Allorché i carri che eseguono l'attacco siano in numero esiguo, sarà, di massima sufficiente contro di essi l'azione delle armi anticarro e delle batterie reggimentali, integrata dai normali tiri di interdizione vicina e di sbarramento delle artiglierie agenti nel settore attaccato.

    CONCLUSIONE

    I criteri esposti circa l'azione dell'artiglieria nel combattimento possono così essere riassunti:

    - intervento tempestivo, sempre in perfetta rispondenza alle necessità tattiche;

    - azione a massa: di sorpresa, violenta;

    - cooperazione intima con tutte le armi, con le quali deve agire;

    - coordinamento dell'azione dei vari scaglioni dell'arma affinché gli effetti del fuo­co si completino e si integrino nel quadro generale della lotta con lo scopo unico: facilitare l'azione della fanteria;

    - elasticità e scioltezza di organizzazione che consentano non solo di manovrare rapidamente il fuoco, ma anche di seguire l'azione ed adattarvisi col movimento delle batterie, specie quando essa assuma particolare carattere di celerità;

    - l'artiglieria, deve vedere e sapere per agire coni la sua potente azione in qualsiasi fase del combattimento;

    - ricordare sempre che l'artiglieria serve in quanto abbia garantito il suo rifornimento munizioni.

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