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Nozioni generali sul materiale di Artiglieria (parte 1)
Argomento: Artiglierie : Articoli Data: 27/4/2004
La pratica dei materiali di artiglieria si acquista soltanto con l'esame diretto dei materiali stessi; tuttavia essa è molto facilitata dalla preventiva conoscenza dei principali requisiti costruttivi che le artiglierie e le loro munizioni debbono possedere per rispondere alle esigenze dell'impiego in guerra. Tale conoscenza costituisce lo scopo di questo articolo.


  1. La pratica dei materiali di artiglieria si acquista soltanto con l'esame diretto dei materiali stessi; tuttavia essa è molto facilitata dalla preventiva conoscenza dei principali requisiti costruttivi che le artiglierie e le loro munizioni debbono possedere per rispondere alle esigenze dell'impiego in guerra. Tale conoscenza costituisce lo scopo di questo articolo.
  2. Le caratteristiche che distinguono le artiglierie dalle altre areni da fuoco non sono molto nettamente definite: proietti scoppianti possono essere lanciati anche da armi portatili; artiglierie vere e proprie (piccoli cannoni, obici, mortai e lanciabombe di piccolo calibro) fanno parte dell'armamento della fanteria. Taluni autori non comprendono tra le artiglierie i lanciabombe, che pure non sono armi portatili e lanciano proietti scoppianti. Possiamo tuttavia considerare - attualmente - come artiglierie tutte le armi da fuoco capaci di lanciare proietti scoppianti e che, al momento dello sparo, non prendono appoggio alcuno sull'uomo. 
  3. Nel leggere le pagine che seguono è vantaggioso aver sott'occhio una bocca da fuoco possibilmente scomposta. Le artiglierie someggiabili (65/17; 75/13) si prestano, meglio delle altre, allo scopo.
  4. A prima vista, anche questi modesti materiali ci sembrano complicati e poco facilmente studiabili nei loro particolari; la difficoltà, scompare se si segue, nell'esame obiettivo, un procedimento metodico. Cominciamo col considerare lo scopo di queste artiglierie : quello di lanciare proietti: ad esempio una granata che agisce con la violenza dello scoppio e con le schegge irradiate dalla carica interna, od uno shrapnel che agisce lanciando, come un piccolo cannone, delle pallette di ferro o di piombo indurito sospinte da una carica interna. Ecco la sezione schematica di questi proietti (fig. 1). La granata contiene una carica interna di alto esplosivo; la carica interna dello «shrapnel» è invece di polvere nera, il cui fumo segnala il punto di scoppio mediante una nuvoletta bianca (o rossastra per aggiunta di terra rossa o di minio). Esiste per certe artiglierie un terzo proietto, detto granata-shrapnel (fig. 12), che si può considerare come uno «shrapnel» il quale, nello scoppiare in aria, lanci oltre alle pallette anche una piccola granata, che esplode picchiando a terra.
  5. Scoppi in aria a tempo e scoppi a percussione si ottengono mediante ordigni detti spolette, che, nei proietti ora visti, si trovano nella parte anteriore, appuntita, detta ogiva. In altri, perforanti, la cui punta cioè deve essere in acciaio molto duro e massiccio (palle e granate perforanti) le spolette sono applicate posteriormente; in taluni casi, rari per ora, sono poste all'interno del proietto. Talune funzionano soltanto a percussione e sono applicate alle palle, alle granate perforanti, semiperforanti, mine.., da impiegarsi contro obiettivi resistenti; altre soltanto a tempo e servono per proietti di artiglierie contraerei; altre in fine, capaci di funzionare sia a tempo sia a percussione, si dicono a doppio effetto: e sono usate con gli «shrapnel», e con alcune granate da impiegarsi contro obiettivi terresti (v. fig. nn. 11-12). 
  6. Le spolette a percussione sono costituite nella parte essenziale da uniti capsula fulminante (contenente una piccola quantità di fulminato di mercurio), e da uno spillo portato da ulta massa alquanto pesante (massa battente). Quando lo spillo urta contro la capsula, avviene una detonazione che, volt l'aiuto di cariche esplosive (cariche di rinforzo e detonatori) provoca l'esplosione della carica interna del proietto. L'urto fra spillo e capsula può avvenire o direttamente per l'urto dell'uno o dell'altra contro un ostacolo (a schiacciamento, fig. 2, a spina, fig. 3) o per concussione, ossia per effetto dell'inerzia di una delle due parti, che, mentre il proietto si arresta, continua ad avanzare (fig. 4). In talune spolette, ad esempio in quelle tipo Guerritore (fig. 5) avvengono tutti e due i fenomeni; in altre si ha concussione doppia (fig. 6), ossia il movimento per inerzia non può avvenire all'arrivo del proietto se, alla partenza di questo, una prima concussione non ha messo la parte inerte in condizioni di poter muovere entro il suo alloggiamento quanto basti per far avvenire l'urto fra spillo e capsula (discesa della ghiera, per inerzia.,vincendo la resistenza della molla ad alette). Come appare dalle figure, le spolette contengono anche: carichette di rinforzo per accrescere la fiammata prodotta dalla capsula; dispositivi di sicurezza per impedire lo scoppio quando il proietto cada dalle mani di un servente o comunque urti senza essere uscito dalla bocca da fuoco, o prima di aver percorso a grande velocità un dato tratto in aria. Alle spolette per proietti carichi d'alto esplosivo è annessa una appendice contenente un detonatore: un tubo pieno di sostanza esplosiva sensibile all'azione della spoletta e destinata a provocare, con il suo scoppio, quello della carica del proietto.
  7. Le spolette a tempo (fig. 7) possono funzionare per mezzo di miccia, oppure di movimenti di orologeria (spolette meccaniche). La miccia viene preventivamente graduata in modo da farne bruciare solo un determinato tratto; in tal modo essa comunica il fuoco alla carica dopo un tempo che può essere stabilito volta per volta, a seconda del punto della traiettoria nel quale si vuole che avvenga lo scoppio. Essa, viene accesa all'altra, estremità da un sistema a concussione semplice funzionante al momento della partenza del colpo ed analogo a quello della fig. 4, rovesciato (v. fig. 7). La graduazione della miccia avviene: a mano o con graduatoci meccanici; mediante taglio della miccia stessa o mediante spostamento, lungo essa, del foro (focone) che dà passaggio alla fiamma della miccia verso la carica interna. Le spolette meccaniche sono assimilabili ad una sveglia in cui l'inizio del movimento avvenga allo sparo e lo scatto al momento fissato (tanti secondi e frazioni di secondi dopo lo sparo). Non sempre la forza motrice è data da una molla preventivamente caricata; talora è data dalla inerzia di un peso che tende a star fermo mentre il proietto ruota attorno al proprio asse; tal altra è data dalla forza centrifuga, o dalla resistenza dell'aria, o dalla inerzia di un corpo (solido, liquido o polverulento) rispetto al movimento di avanzata del proietto. 
  8. Le spolette a doppio effetto (fig. 8) sono composte di due parti distinte, delle quali una funziona a tempo e l'altra a percussione. Al più le due parti hanno in comune la carica di rinforzo, quando esista. 
  9. La forma esterna delle spolette ha una notevole importanza: in quelle anteriori essa deve continuare il profilo ogivale del proietto, in modo da facilitarne la penetrazione nell'aria, e talora assume a tale scopo forme molto appuntite; nelle spolette posteriori essa deve impedire ai gas della carica di lancio di penetrare nell'interno del congegno stesso o del proietto. Talora si aggiungono, a questo scopo, coppe di lamiera od altri mezzi protettivi. 
  10. Le granate hanno la loro cavità interna ripiena di un esplosivo destinato a produrre effetti di distruzione oppure proiezione delle schegge provenienti dalla rottura delle pareti del proietto stesso. Questo esplosivo deve essere poco sensibile agli urti esterni; racchiudere molta energia in poco volume; presentare stabilità chimica, consistenza e conservabilità anche in aria molto calda e molto umida; produrre, scoppiando, fumo ben visibile da lontano; non essere sensibile a scoppi che avvenissero nelle vicinanze; non presentare pericoli durante la lavorazione od il maneggio.Il più usato è oggi il tritolo (o trinitrotoluene); meno vantaggiosa è la pertite (acido picrico) perché forma con i metalli con i quali viene in contatto composti molto instabili e capaci di scoppiare anche sotto l'azione di urti moderati; essa quindi non può essere introdotta nei proietti senza una custodia che la separi dalle pareti metalliche. Al momento dello sparo gli esplosivi polverulenti tendono ad addensarsi verso il fondo del proietto; questo fenomeno che si chiama arroccamento rende irregolare il movimento del proietto nell'aria, e, quando la spoletta è anteriore, allontana da essa la massa esplosiva. Per eliminare questi inconvenienti, gli esplosivi polverulenti vengono compressi; ciò aumenta, al tempo stesso, l'efficacia del proietto. Nei proietti molto lunghi, oltre alla compressione dell'esplosivo, si adotta, allo scopo di evitare l'arroccamento, la ripartizione della cavità interna in due o più scompartimenti separati da diaframmi. La quantità di esplosivo contenuta in un proietto dicesi carica di scoppio. 
  11. I proietti ad alto esplosivo possono assumere caratteristi che particolari a seconda degli scopi ai quali sono destinati (fig. 9). Per perforare corazze, scudi, blindamenti di acciaio o di cemento armato occorrono proietti con ogiva appuntita e massiccia, con carica interna non sensibile al calore prodottosi durante la perforazione, con spoletta posteriore, con pareti e fondo molto robusti (fondello amovibile per introdurre la carica di scoppio senza indebolire l’ogiva con tappi o simili). Tali sono le granate perforanti, delle quali una varietà molto massiccia a scapito naturalmente della carica interna è costituita dalle palle, usate dalla marina, ed un’altra varietà aventi le pareti meno spesse e quindi carica più potente, è quella delle granate semiperforanti1. Nei proietti ora nominati prevale l'effetto di urto e di perforazione. Invece per colpire bersagli non protetti da corazze né da scudi né da parapetti di calcestruzzo, ma al massimo da parapetti in terra, sono più convenienti proietti ad azione prevalentemente esplosiva - granate ordinarie, granate dirompenti, granate torpedini, granate mina, granate bomba, bombe. Si danno qui di seguito dati approssimativi sugli spessori di pareti e sui rendimenti2 dei proietti ad azione d'urto od esplosiva:
  • palle (acciaio indurito): spessore dell'ogiva in corrispondenza della punta calibri 1 circa; rendimento inferiore al 2 %;
  • granate perforanti (acciaio indurito): spessore pareti 1/5 del calibro; rendimento 7 % circa;
  • granate semiperforanti (acciaio); spessore 1/6 del calibro, rendimento 8 % circa;
  • granate ordinarie (ghisa acciaiosa): spessore 1/6 del calibro. rendimento 5 % ;
  • granate dirompenti (acciaio): spessore 1/7 del calibro, rendimento 10 O circa;
  • granate torpedini (acciaio): spessore 1/12 del calibro, rendimento 20 % circa;
  • granate mina (acciaio): spessore e rendimento analoghi a quelli delle granate-torpedini ma lunghezza maggiore: esigono talora dispositivi speciali per impedire l'arroccamento della carica (diaframmi) e per trasmettere la esplosione a tutta la massa (piccoli detonatori di raccordo, inseriti nei diaframmi);
  • granate bomba (acciaio): spessore da 1/15 ad 1/20 del calibro, rendimento dal 35 al 50 % (lanciate da artiglierie a piccola velocità);
  • bombe (acciaio): spessore minore e rendimento superiore a quello delle granate bomba (lanciate da bombarde o (la lanciabombe con velocità iniziale molto piccola).















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