| Quale dovrebbe essere lo spirito che anima un modellista nella realizzazione di un soggetto militare? Secondo me quello di riprodurre il più fedelmente possibile il soggetto che si è deciso di riprodurre. Frequentando numerosi eventi modellistici e leggendo molte riviste specializzate ho notato con rammarico che troppo spesso si tende a stupire pubblico e giurie con delle realizzazioni che, per quanto possano essere eccezionali a livello sia di montaggio che di colorazione, purtroppo hanno scarsa, se non nulla, attinenza con la realtà. |
Fino a qualche tempo fa il procedimento "standard" per caratterizzare un modello si poteva ricondurre a questi passi: - applicazione del colore di base
- evidenziazione delle zone in ombra con l'applicazione di un lavaggio scuro
- evidenziazione dei dettagli in rilievo con uno o più passaggi a pennello secco del colore di base schiarito
- impolveramento del mezzo generalmente attraverso l'applicazione ad aerografo di colore molto diluito
Successivamente il procedimento si è arricchito con altri passaggi quali: - l'applicazione di filtri
- l'applicazione di scrostature
- l'applicazione di sporcature
- l'aggiunta di dotazioni esterne aggiuntive
- l'impolveramento realizzato con pigmenti anzichè con vernice e l'infangamento
- l'aggiunta di elementi di mimetizzazione aggiuntiva
Per quanto tutti questi procedimenti, individualmente o nell'insieme, siano validissimi la mia netta impressione è che, nell'utilizzarli, si tenda a confondere la tecnica con l'effetto. Avendo avuto la fortuna di passare diversi anni in unità meccanizzate e corazzate della nostra Cavalleria, ho avuto modo di rendermi conto di persona da un lato di come un mezzo si sporchi e dall'altro di cosa si chieda all'equipaggio per la manutenzione dello stesso. Oltre a questo ho avuto il privilegio di conoscere personalmente e di poter parlare con moltissimi reduci di molte nazionalità che hanno combattuto nella seconda guerra modiale ed in conflitti successivi. La prima cosa da fare, ed a mio modesto avviso la più importante, è quella di reperire del materiale di riferimento. Se fino a qualche anno fa l'unica via era quella di acquistare dei libri o di fare affidamento su biblioteche pubbliche o su quelle degli amici e/o conoscenti, con l'avvento di Internet tutto è diventato più semplice e la mole di materiale disponibile a tutti è davvero notevole. Analizzo ora i vari punti del procedimento cercando di avere un approccio il più possibile neutro al fine di fornire degli elementi utili per la caratterizzazione dei nostri modelli. Applicazione del colore di base Il colore di base è uno degli argomenti più dibattuti e che vede schierati da una parte i "puristi" che si attengono alla lettera ai federal standard (o similari) e dall'altra coloro che riconoscono gli standard come una ottima linea guida ma non come un assioma a cui attenersi alla lettera. Per esperienza posso dire che raramente ho visto due carri arrivare con identica colorazione dalla fabbrica. Le differenze vanno poi aumentando a seconda di come e quanto i mezzi vengono impiegati, per diventare davvero notevoli quando vengono manutenzionati internamente o esternamente ai reparti. Quanti sanno ad esempio che dopo la seconda presa di Tobruk da parte delle nostre truppe e di quelle del DAK, catturammo massicci quantitativi di vernice inglese con la quale fu riverniciato circa l'80% di tutti i mezzi in servizio con noi e con i nostri alleati tedeschi? In conclusione, per quanto riguarda il colore di base, là dove è possibile disporre di immagini a colori, la mia opinione è quella di riprodurre il colore dell'immagine, perchè dovrebbe essere la prova tangibile dell'esatta colorazione del mezzo. Nel caso l'immagine non possa provare una precisa colorazione, preferisco affidarmi al buon senso ed alla ricerca per cercare di stabilire quella più corretta. Personalmente prediligo l'utilizzo dei colori a smalto della Modelmaster in quanto, anche se marcati come opachi, hanno in effetti una finitura semilucida che permette una più semplice applicazione delle successive tecniche di caratterizzazione. Applicazione di filtri Il filtro consente tipicamente di ottenere due effetti molto interessanti oltre che utili: - cambiare leggermente il colore di base
- sfumare l'uno nell'altro i colori dell'eventuale mimetica a più toni applicata in precedenza
Il filtro consiste nel diluire un colore al 98-99% ed applicarlo sul modello con un pennello appena inumidito. Per fare alcuni esempi: - Un filtro rosa su dell'Olive Drab Tamiya: fa virare il verde in un grigio molto simile a quello dell'Ariete italiano con livrea monocromatica
- Un filtro bianco su del color sabbia: riproduce una scoloritura generata dall'esposizione ad una luce moto intensa per lunghi periodi
- Un filtro con del Giallo di Napoli su un color sabbia: aiuta a "scaldare" una tonalità che dovesse risultare troppo "fredda"
- Un filtro del colore di base applicato su una mimetica a più toni: rende molto bene nello sfumare i vari colori l'uno nell'altro
Con i filtri ci si può sbizzarrire a piacimento anche per "scaldare" o "raffreddare" le tonalità del colore di base. Come in tutto quello che riguarda la colorazione il suggerimento che posso dare è di fare delle prove su delle parti di scarto verniciate con il colore di base per vedere cosa meglio si adatta a quel che dobbiamo fare. Nulla vieta di applicare filtri successivi, una volta che il precedente sia ben asciutto, per ottenere l'effetto desiderato. Personalmente per i filtri prediligo i colori ad olio o quelli a smalto, in quanto diventando vecchio e barbogio preferisco lavorare con materiali che riesco a tenere bene sotto controllo. Evidenziazione delle zone in ombra con l'applicazione di un lavaggio scuro Osservando i mezzi reali si vede che non necessariamente tutti i recessi o i particolari in bassorilievo di un mezzo siano necessariamente da evidenziare, così come quelli da evidenziare non è detto che devano essere evidenziati nello stesso modo. Per esemplificare consideriamo che un particolare recesso in una zona d'ombra apparirà più scuro di un altro particolare recesso in una zona esposta alla luce. Personalmente tendo a riprodurre questo stato di cose procedendo con un'evidenziazione differenziata usando del colore di base (generalmente Modelmaster a smalto) scurito con del terra d'ombra ad olio e molto diluito per sottolineare i particolari in basso rilievo in aree illuminate e solo del terra d'ombra ad olio molto diluito per i recessi in zone d'ombra. Una volta applicato e prima che sia del tutto asciutto lo "tiro" il colore dell'evidenziazione molto bene con del white spirit, in modo da evitare contrasti troppo netti. Un'altra controindicazione del lavaggio su tutto il mezzo, sempre a mio modesto avviso, è che scurisce troppo il colore di base applicato in precedenza. Evidenziazione dei dettagli in rilievo Anche in questo caso vale il discorso fatto per l'evidenziazione delle zone in ombra. Ci saranno dettagli in rilievo nelle zone illuminate che dovranno essere più in evidenza di quelli nelle zone in ombra. Visto che uno degli aspetti più belli del modellismo è che non si finisce mai di imparare, ho appreso di recente che rende molto bene effettuare la prima passata a pennello secco con il colore di base che si è usato per il modello schiarendolo via via con del colore più chiaro per le applicazioni successive. Anche qui la mia personale preferenza va ad oli e smalti anche perchè è molto facile eliminare eventuali eccessi "tirando il colore" o eliminandolo con una passata di white spirit. Personalmente trovo che il colore che meglio si presta per schiarire i verdi ed i marroni sia il Giallo di Napoli che con l'aggiunta di una punta di bianco va bene anche per schiarire i toni sabbia. Il bianco sa solo tende a "sparare" troppo l'effetto ottendo si un modello che a prima vista può apparire assai scenico, ma nella realtà alquanto improbabile. Di recente ho visto su di una rivista un modello di L3 il cui colore di base era praticamente marrone (su questo potrei anche non arguire per quento precedentemente detto al punto Applicazione del colore di base) con un drybrush che aveva reso le imbullonature della corazza praticamente bianche, cosa che ritengo assai difficile nella realtà (anche sulla scorta di una buona dotazione di documentazione fotografica di cui dispongo sul soggetto specifico). Il problema è che la pubblicazione sulle riviste conferisce una sorta di legittimazione automatica dell'imprecisione ed in un paio di eventi modellistici immediatamente successivi all'uscita dell'articolo tale "vezzo" era già stato fatto proprio da altri probabilmente ignari modellisti. Applicazione di scrostature Anche le scrostature possono contribuire a "dare un tono" al nostro modello, ma anche qui attenti a non esagerare. Documentiamoci prima di tutto sul colore di base del mezzo se riverniciato o sul colore di fondo applicato, e riproduciamo le scrostrature solo là dove queste abbia un senso che siano presenti. In ogni caso bisogna prestare molta attenzione alle scrostature, specie a quelle che lasciano intravedere il metallo nudo. Non mi ha affatto sorpreso il verificare di persona con reduci di equipaggi di mezzi blindati e corazzati inglesi, americani, canadesi, tedeschi ed italiani che vi era un'attenzione quasi maniacale da parte dei comandanti delle unità allo stato di conservazione dei mezzi. Un reduce tedesco del DAK mi ha detto testualmente: "Ma che scrostature! Dopo un giorno nel deserto a combattere sui carri se quando si rientrava all'ispezione mezzi i nostri ufficiali trovavano scrostature noi si finiva a scavare trincee o a pulire latrine! L'unica cosa che veniva tollerata era la ruggine sulle marmitte impossibile da evitare o coprire. Ognuno di noi aveva in dotazione un panetto di vernice solida solubile con la quale le scrostature dovevano essere subito ricoperte!" e continuando alla domanda: perchè, ha risposto "Non dovrei essere io a dirle che una scrostatura su di un mezzo in una giornata di sole è come uno specchio per le allodole con l'unica differenza che le allodole che attira non sono degli innocui volatili ma dei letali aeroplani!". Detto questo non credo vi sia nulla da aggiungere. Applicazione di sporcature Il rovesciamento o il trasudamento di piccole quantità di olio lubrificante, liquido di raffreddamento, carburante, ecc. non è infrequente sui veicoli militari. Per riprodurlo uso generalmente dei colori ad olio o dello smalto lucido molto diluiti. Prima di procedere è opportuno pensare a quando la sporcatura avvenga ad esempio se prima o dopo che il mezzo fosse impolverato e regolarsi di conseguenza. Finché tali sporcature sono di ridotta entità è molto probabile che l'equipaggio le trascuri, ma quando occupano aree più vaste è molto difficile che non vengano asciugate, proprio per impedire che possano diventare rischiose per gli occupanti del veicolo stesso. Una grossa macchia di carburante o lubrificante su di un mezzo, specie se bagnato, può essere molto pericoloso per chi dovesse scivolarci su... Aggiunta di dotazioni esterne L'aggiunta di dotazioni all'interno ed all'esterno del modello senz'altro contribuisce a dare un tono vissuto ed operativo alle nostre realizzazioni ma anche qui dobbiamo ragionare davvero con "granu salis". Dividerei queste dotazioni in due macrocategorie: - materiali volti a migliorare la protezione del mezzo
- materiali di dotazione individuali o del mezzo
L'errore più frequente è che queste dotazioni siano "magicamente" attaccate al veicolo. Se dobbiamo aggiungere della dotazione bisogna che sia aggiunta ove ci siano delle predisposizioni al suo aggancio ed in ogni caso devono essere tenute in posizione da corde, fili metallici, cinghie, ecc. e non devono essere appese nel nulla. Un altra frequente imprecisione deriva dal fatto che le dotazioni siano distribuite a caso. Prendiamo ad esempio le dotazioni individuali o del mezzo. All'atto della progettazione del veicolo vengono predisposte delle locazioni specifiche per lo stivaggio della dotazione personale dell'equipaggio e del veicolo. Queste locazioni non sono stabilite a caso ma ripondono a due principi fondamentali: - devono essere facilmente accessibili (specie se quelle del mezzo)
- non devono intralciare le operazioni di manutenzione, di carico e scarico, di accesso e di abbandono del mezzo
Per quanto riguarda le dotazioni personali queste sono regole che devono essere rispettate non perchè scritte, ma perchè qualsiasi equipaggio cerca di non intralciare le operazioni in combattimento e di non impedirsi le vie di accesso e di fuga. Delle eccezioni a questa regola normalmente vengono fatte solo per quento riguarda l'incremento della protezione. Non è infrequente vedere sui mezzi impegnati nella seconda guerra mondiale protezioni aggiuntive realizzate con maglie di cingolo, sacchetti di sabbia ecc. Impolveramento ed infangamento L'effetto della polvere sui veicoli è replicato principalmente con due sistemi: - applicazione di vernice molto diluita tramite aerografo
- applicazione di "pigmenti"
Il primo lo preferisco per replicare una leggera infangatura, tipo quella che si verifica dall'attraversamento di una pozza di acqua sporca non troppo profonda. Lo faccio applicando da una certa distanza e con pressione non troppo elevata del colore molto diluito (di solito il Buff acrilico della Tamiya e devo dire che si ottiene un effetto molto realistico. Il secondo è molto più flessibile e rende molto meglio una impolveratura pesante sia sul mezzo che sulle ruote. Ai costosi pigmenti che si possono reperire nei negozi di modellismo, preferisco fare un salto in colorificio ed acquistare quelle che comunemente vengono chiamate "terre di colorificio" o "ossidi". Sono disponibili in una grande varietà di colori e sono miscelabili a secco fra loro per ottenere una gammapressochè infinita di tonalità e sfumature. L'applicazione può essere fatta sia a secco che in diluizione con dell'alcol isopropilico. E' molto importante anche qui avere del materiale di riferimento a disposizione, in quanto ogni mezzo si impolvera in maniera diversa a seconda di come alza la polvere durante il movimento. Per quanto riguarda l'infangatura, questa può essere fatta con molti sistemi diversi, ed in linea di principio non dovrebbe mai essere usata per mascherare delle beghe occorse in fase di montaggio del veicolo. Analizziamo bene il tipo di fango che vogliamo riprodurre: - asciutto
- bagnato
- bagnato su uno strato di asciutto
e cerchiamo sempre di evitare gli errori più frequenti che vanno da un uso eccessivo ad uno disomogeneo. Anche qui, come sempre, una buona documentazione è di grande aiuto. Un veicolo non può avere i rulli del rotolamento infangati e non averne alcuna traccia altrove, così come molto difficilmente sarà coperto da strati uniformi di fango o sulla sua intera superficie! Aggiunta di mimetizzazione aggiuntiva Se leggiamo una sinossi o una libretta (così vengono chiamati i "libri di testo" militari) quando si arriva a trattare la mimetizzazione (o camuffamento) questa viene descritta come un processo volto a cercare di confondere un artefatto con l'ambiente attraverso la "spezzatura" delle forme dello stesso con l'impiego di materiali naturali e/o artificiali senza che questi vadano ad interferire con l'operatività cui il manufatto è destinato allo scopo di renderne l'individuazione da parte del nemico il più difficile possibile. Tipicamente, visto che parliamo di veicoli militari, quello che si utilizza normalmente sono delle reti mimetiche in abbinamento a foglie, frasche, ecc. Attenzione quindi nel caso di utilizzo di mimetizzazione aggiuntiva a rispettare quanto detto sopra cercando di lasciare liberi gli strumenti di puntamento e di evitare impedimenti al brandeggio delle torri ed al rinculo dei pezzi, così come sarebbe da evitare che la mimetizzazione salti alla prima buca o al primo passaggio un po' difficile. Per fare un esmpio se prendiamo un carro di ultima generazione i moderni sistemi di controllo del fuoco si basano sulla rilevazione della temperatura esterna, della direzione e della velocità del vento che vengono rapportate alla temperatura nota della bocca da fuoco al momento dello sparo e del tempo intercorso fra i colpi sparati, se andiamo a fare una bella salsiccia di rete mimetica attorno alla bocca da fuoco il calore non verrà più dissipato in maniera corretta e la precisione dei colpi sparati andrà via via scemando. In conclusione quello che a mio avviso che si deve cercare nella caratterizzazione di un modello è un risultato equilibrato e, per quanto possibile, rispondente alla realtà. Troppo spesso vediamo dei mezzi realizzati con abilità pittorica notevole ma che non trovano alcun riscontro nella realtà. Frequentando diversi eventi modellistici e leggendo molte riviste del settore mi accorgo di quante volte le licenze poetiche vengano accettate o peggio ancora incensate, ma nei miei otto anni passati sui carri posso giurare di non averne mai visti né espressionisti, né cubisti, né tantomeno astrattisti o futuristi, pittoricamente parlando s'intende. Fabio d'Inzeo |