| Modello che ha partecipato alla campagna "Africa Settentrionale 1940-42" di M+ conclusasi nel Giugno del 2005. |
Credo che lo stampo risalga all’epoca eroica del plastimodellismo, databile intorno al 1970, ed è il classico stampo Airfix degli inizi, con tutti i suoi pro e contro.
Pro: - Riduzione in scala corretta
- Sagoma ben riprodotta
- Motori non eccezionali ma corretti
- Eliche buone anche per gli standard attuali
- Superficie di controllo (flap timoni etc.) corretti come forma e dimensioni
- La scomposizione delle parti trasparenti permette il montaggio della cabina aperta, senza dover ricorrere ad “interventi chirurgici”
- Buon foglio decal (almeno nelle ultime ristampe)
Contro: - Interni di fantasia
- Insufficiente dettaglio del vano carrelli anche se quel poco c’è è corretto
- Mancanza di pannelli incisi, è presente su tutto il modello una rivettatura degna di un Matilda, inglese pure lui ma carro armato!
- I pezzi combaciano maluccio, complice forse l’età dello stampo, e sono pieni di bave, stucco e pazienza sono richiesti in grosse quantità.
- I trasparenti sono spessi, ma almeno limpidi, sul trasparente della torretta dorsale è presente in bella vista il segno di un estrattore, le tre parti della cabina combaciano male.
- Le armi di bordo sono da buttare.
Premetto che saranno almeno dieci anni che quella scatola giaceva impilata, e l’avevo presa inizialmente per trasformarlo in un Mk I RAF tutto nero da caccia notturna, poi è passato il periodo in cui ha corso il rischio di prendere le insegne della Regia, infine con la campagna di M+ sull’Africa Settentrionale, si è ritrovato con le insegne francesi! Documentazione ne avevo a sufficienza, per prima cosa ho affrontato gli interni. Avendo scelto di fare la cabina aperta, scelta direi forzata visto che i tre pezzi trasparenti che compongono la cabina non combaciano affatto, vi ho dedicato qualche cura in più. Ho svuotato le due semifusoliere di tutto quello che c’era, con plasticard e filo di rame ho rifatto la struttura interna, ho poi lavorato sul posto di pilotaggio. Per il pavimento, ho usato tranquillamente quello del kit, mi sono limitato ad aggiungere la botola di emergenza, per quanto riguarda il sedile del pilota, ho dettagliato quello della scatola, mentre ho rifatto il sedile del puntatore/navigatore completamente assente, cruscotto, cloche, manette motore, tavolo da carteggio ed il cruscottino del puntatore. L’andamento della parete posteriore e stato rifatto ex-novo.
Colorati ed invecchiati gli interni, ho chiuso le semifusoliere, e stuccato tutte le giunzioni, ed ho assemblato anche le due semiali ma senza unirle alla fusoliera, poi con carta abrasiva bagnata ho lisciato tutte le superficie per eliminare i rivetti stampati. Armato di disegni, foto, ago da cucire, nastro DYMO e dima in fotoincisione, ho reinciso i pannelli principali, altra carteggiata generale ed ho unito anche le ali alla fusoliera, lavorando un poco di carta abrasiva, si riesce ad unire le ali alla fusoliera senza ricorrere allo stucco.
Assemblati anche i piani di coda, ho esaminato le cappotte dei motori. Sono la seconda parte peggio riuscita di tutto il kit, le bugne presenti sono errate come numero e dimensione e forma, non ho trovato di meglio che rifarle, dopo averle eliminate, con carta stagnola (quella dei tappi di bottiglia) ed una tecnica per i rivetti mutuata dai “carristi”, anche i flabelli sono stati assottigliati. Questa è stata la fase che ha preso piu’ tempo, insieme agli interni.
I motori, sono buoni, quelli del kit e sono corretti, sia come numero di cilindri che come forma, sono presenti anche i due caratteristici tromboncini, fanno un poco pena, ma con una pulita ed un forellino, montati fanno la loro figura. Anche le eliche che mi avevano all’inizio lasciato perplesso sono invece buone come taglio, forma ed anche il mozzo è più che accettabile vista la scala.
La torretta dorsale è la parte peggio riuscita, è ridicola, si può usare come base la cesta, le due Lewis andrebbero sostituite o rifatte, quelle della scatola sono inutilizzabili, idem il supporto delle stesse, la parte trasparente va bene come forma, ma è spessa e sul tetto porta un bel segno tondo di estrattore. Le soluzioni sono due: 1) Prendere la parte trasparente, la carteggiare e stuccare per togliere l’estrattore, usarla come master per ristampare a caldo e complicarsi la vita. 2) Prendere la parte trasparente, assottigliare i bordi e con nonchalance montarla così com’è e vivere felici. A voi la scelta, io ho optato per la numero due. Ho recuperato dalla scatola degli avanzi un paio di Lewis ed ho rifatto il supporto, mirino e sediolo del tizio di dietro. Il carrello per la parte che si vede va bene, sono giusti pure i cerchi delle ruote, forse un poco cervellotico come montaggio, non commettete il mio errore, da modellista esperto non ho seguito il foglio di istruzioni, e troppo tardi mi sono accorto che il carrello andava montato prima di chiudere ali, per farlo stare su ho sprecato tempo e parolacce, inutilmente e da stupido! Andrebbe dettagliata anche la parte interna, ma non si vede nulla alla fine, quindi ho sorvolato. I portelli dei carelli, particolare curioso, sono troppo grossi, ci vuole un certo lavoro di adattamento.
Per la mimetica Dark Heart/Mid Stone/Azure Blue, ho usato i corrispondenti Tamya (Flat Hearth) e Gunze (RAF Mid Stone), l’azure e stato ottenuto partendo dal Light Blue Tamya lucido, schiarito con del RML65 (Hellblau) Gunze ad occhio in contenitore a parte. Forse sarà che ho mischiato lucido con opaco, che sono uno che ci prova e non un chimico, sono un empirista invece che uno scienziato, però diluendo tutto con il normale alcol rosa, due colori di marche diversi si sono mischiati senza rogne. Steso l’Azure Guntamzya ho sigillato tutto con una mano di Klear (succedaneo della Future), fatto un pò di invecchiamento, ma leggero, visto che questi aerei se duravano in servizio tre mesi era un miracolo, ed opacizzato tutto con il trasparente Gunze Opaco.
Dimenticavo, la sequenza è: colore di base, Klear, decals, Klear, lavaggi, dry-brush, gessetti o polveri, gunze opaco. Per fissare i gessetti o le polveri, che sulla cera scivolano e non attaccano, do prima una mano leggera di lacca per capelli all’olio di lino sul modello, e poi con un pennellino spolvero, lavoro a zone, l’olio di lino contenuto nella lacca mi permette di tirare la polvere, effetto che in questo modello specifico non mi è servito. Spero che mia moglie non cambi marca! Ultima spolverata finale e via in vetrina. Non so se avete notato ma non uso trapani elettrici, frese, scriber, o altri costosi amenicoli costosi, solo un paio di tipi di tagliabalsa, plasticard lamine varie e pazienza, i miei modelli non saranno mai da concorso, ma sono miei……morale, fateli come vi pare, spartani, costosi, Hi-Tech, da scatola rielaborati, va tutto bene purchè, li montiate sempre con il sorriso sulle labbra ed il cervello che si rilassa e stacca facendo qualcosa di piacevole. E ricordatevi che il modellismo è sempre la “Seconda” cosa più bella della vita.
Link utili: Altre immagini sono nella galleria dei modelli La scheda tecnica
|
|