| Diorama che ha partecipato alla campagna "Africa Settentrionale 1940-43" di M+ conclusasi nel Giugno del 2005 |
Quando è stata indetta la Campagna A.S. 40. 43. io avevo già in dirittura d’arrivo un diorama che riguardava appunto il contingente italiano in Africa, non potendo partecipare perciò (con un lavoro non iniziato per la campagna) sono rimasto un po’ alla finestra per scrutare l’orizzonte in attesa di eventi. Questo si è materializzato sotto forma di Pz IV Ausf. D e Dailmer Dingo. Perciò mi son messo subito all’opera.
I modelli Daimler MKII "Dingo" modello Tamiya in scala 1/35 Il Dingo è relativamente facile da montare. Pochi pezzi nella classica scomposizione Tamiya, le uniche modifiche che ho apportato sono: l’autocostruzione del serbatoio sistemato dietro il Posto di osservazione e l’apertura della finestrella di tiro per il Bren (che è stato poi aggiunto). Per quel che riguarda la colorazione ho incominciato ad avere problemi in quanto non avendo steso un velo di primer, il colore (acrilico Tamiya) scivolava senza restare unito. Risolto questo problema ho impastrocchiato (è proprio il caso di dirlo) il modello con lavaggi di vari colori (nero schiarito, giallo sabbia di diverse tonalità applicazione di materiale dovuto alla percorrenza su strade sabbiose nelle parti basse del modello e negli spazi delle ruote. L’applicazione delle decal è stato un autentico parto visti l'ansia ed il tempo necessari. Tutto questo perché mi sono intestardito nel realizzare un Dingo che aveva sorpreso un Pz IV abbandonato (come realmente è stato) della 15^ Pz Division, da qualche parte nel deserto nordafricano. Il problema era, ed è ancora adesso, dove è stato trovato e da chi (quale unità, reparto compagnia o cos’altro). Purtroppo la mia curiosità e rimasta insoddisfatta, ma con un’approssimazione probabilmente veritiera ho assegnato il premio per la scoperta e cattura alla 7° brigata (i Desert Rats) Inglese.
Panzer IV Ausf D Tamiya 1/35 La confezione si presenta con delle stampate di colore grigio chiaro e il kit presenta diverse opzioni per la realizzazione di versioni early, late o desert. Scelgo naturalmente la terza, e inizio a montare. Il montaggio procede molto tranquillamente (si sa che Tamiya presenta pochi problemi); siccome mi sono messo in testa di lasciare aperti quanti più portelli mi è possibile, sorgono i primi dubbi: con cosa riempio gli spazi? Mi viene incontro il buon Fabio mandandomi un malloppo di foto e documenti sugli interni, esterni e varianti del Pz IV e quindi incoraggiato autocostruisco (ed è la prima volta) il motore, gli interni del carro (trasmissione, posto di pilotaggio, posto del mitragliere/operatore Radio, cesto della torretta, posti degli occupanti e particolari del cannone. Un lavoro piacevole devo dire, confortato dal materiale in mio possesso mi spingo fino alla realizzazione delle due enormi ventole sotto al portello del motore, che lascio ovviamente aperte per mostrare il lavoro fatto. Per il resto il carro va avanti da sé, la colorazione presenta delle difficoltà perché non avendo un aerografo, devo inventarmi volta per volta il modo per dipingere il mezzo. In effetti oltre ad alcuni problemi di pulizia, la colorazione è la fase che più mi spaventa nella realizzazione di in un modello. Superato lo shock del pennello, e non avendo altre alternative applico le decals della 15 Pz Div. Mi metto in cerca di materiale che mi mostri dove il carro è stato trovato dagli inglesi e quando, ma sfortunatamente non riesco a trovarli. Peccato perché se avessi saputo dargli una data ed una collocazione avrei potuto mettere l’equipaggio che si arrendeva oppure che scappava o altro. Nel dubbio ho preferito evitare di complicarmi la vita. Per le finiture (è più di qualcuno le ha apprezzate) avendo immaginato che il carro fosse stato trovato abbandonato nel deserto dopo una tempesta di sabbia, l’ho trattato con un acrilico bianco per simulare le tracce della sabbia quando viene sparata sul mezzo, i segni che lascia, e in più polvere, piccole scrostature dovute a colpi ricevuti e usura naturale del mezzo. Non mi piacciono (e comunque non so realizzarle) quelle scrostature che si vedono (fatte benissimo però) in tanti mezzi che hanno combattuto nel deserto, anche perché ho letto che l’equipaggio del carro provvedeva subito a coprire eventuali scrostature quindi perché farle.
Ambientazione La base (molto semplice) è stata realizzata con uno strato di Das lavorato per dare l'idea di un terreno desrtico (irregolare ma liscio) e con la deposizione di uno strato di Sabbia. I figurini presenti nella scatola sono dipinti con smalti e sono i primi che ho realizzato (e anche qui si vede). Ho voluto aggiungere un leggero tocco di drammaticità disponendo alcune taniche dell’acqua buttate dove capita.
Stefano “Stefanca” Ancarani |
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