| Modello in scala 1/35 che ha partecipato alla campagna "Africa Settentrionale 1940-42" di M+ conclusasi nel Giugno del 2005 |
Quando ormai la campagna A.S.40–43 stava per finire, ed io ancora non avevo terminato né il Dingo né il Pz. IV, ho avuto la balzana idea di fare un’altra scenetta per la suddetta campagna. Ho perciò preso un Pz III Ausf. G ed ho iniziato a montarlo. Essendo la scatola della Dragon ed essendo io un sprovveduto, ho pensato che non avrei avuto l'ombra di problemi e che il montaggio sarebbe andato avanti da solo. Invece, i cingoli a maglia singola, i due parafanghi, e qualche altro problemino mi hanno fatto imprecare non poco, ma non mi sento di dare tutta la colpa al kit, ma piuttosto alla poca destrezza ed inesperienza del sottoscritto. Superati senza non poche ansie questi scogli, ho montato il figurino incluso nel kit, e mentre lo finivo mi veniva uno strano prurito, tipico segno che qualche pazzia sta per nascere. L’idea in partenza era di realizzare una palma e di mettere all’ombra il malcapitato, magari contornato da personaggi locali e/o animali tipo cammelli, asini e pecore, ma poi, come dicevo, il prurito ha avuto il sopravvento, ho tirato fuori una vecchia scatola di scarpe contenente i mitici mattoncini colorati Lego, vecchi di almeno 30 anni, e ho ricominciato a giocarci. Quando poi ho preso in mano un arco gia pronto l’idea è venuta finalmente fuori, “ci costruisco una facciata di una casa magari in una città libica o tunisina”, ma mentre pensavo a questo contemporaneamente pensavo alle risate dei miei collegi-amici modellisti; immaginavo quanti avrebbero dovuto ricorrere al pronto soccorso per smettere di ridere e pensavo di quando avrei postato messaggi con il sacchetto di carta a coprirmi la faccia. Preso il coraggio a quattro, anzi a otto mani, faccio due–tre foto dell’idea li posto e aspetto di sentire ridere il web intero. Alzo il volume delle casse perché non sento nessuna risata ma timidi incoraggiamenti. “Allora non sono pazzo” penso. Chiaramente il lavoro sulla casa era appena incominciato ma “chi ben incomincia si sa...”; allora vado avanti con lo stucco realizzo l’intonaco grezzo di quelle case, spalmando uno strato e subito tirandolo nel senso contrario al precedente. Poi con il DAS tappo alcuni mattoncini che erano forati e sempre con il DAS realizzo la porta volutamente scardinata e mal messa come segno di un passaggio violento di qualcuno che voleva a forza guardare dentro la povera casa. Ambiento il tutto nella seconda conquista da parte delle forze dell’Asse di Tobruch e metto la costruzione e il carro su una basetta inclinando leggermente la casa per evitare fastidiose linee orizzontali, e posizionando il figurino all’ombra della piccola ma provvidenziale tettoia di ingresso della casupola, con vicino una tanica di acqua. Devo essere sincero, l’autocostruzione della casa mi ha entusiasmato tanto che penso di sfruttare ancora i lego per realizzare altri lavori. |
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