| L'argomento non è di facile trattazione, a causa delle innumerevoli modifiche ai regolamenti ed eccezioni, ma la presentazione delle norme in vigore nell'epoca in esame e delle varianti di maggiore importanza dovrebbe permettere una più facile interpretazione delle fotografie storiche e la scelta di soluzioni modellistiche per lo meno realistiche. |
Introduzione Alla vigilia della seconda guerra mondiale la Germania utilizzava un sistema di codifica dei colori denominato RAL, dalla sigla dell'ente preposto ai controlli di qualità (Reichsausschuss für Lieferbedingungen und Gütesicherung). Va tenuto presente che il sistema RAL è tuttora utilizzato, ma con tonalità differenti. Le parti metalliche del veicolo ricevevano in fabbrica una spessa mano di Oxidrot (rosso antiruggine), identificato con la sigla RAL 3009 e dal 1942 RAL 8013. Il potere aggrappante di questa vernice era molto forte e difficilmente graffi o urti riuscivano a eliminarla, per lo meno su grandi superfici. Le vernici per i ritocchi venivano consegnate sotto forma di barattoli da 1 o 2 chilogrammi agli equipaggi dei mezzi e da 20 chilogrammi alle officine campali. La densa pasta in essi contenuta andava allungata con acqua, carburante o l'apposito diluente. Periodo prebellico I tedeschi avevano già sperimentato alcune mimetiche fin dalla prima guerra mondiale. Negli anni Trenta veicoli e artiglierie ebbero colorazioni in grigio di varie tonalità ed eventuale chiazzatura in Grün (verde) RAL 6002, Dunkelbraun (marrone scuro) RAL 7017 e Signalbraun (marrone più chiaro) RAL 8002. Dal luglio 1937 venne consigliata la presenza di Dunkelbraun sopra il Dunkelgrau (grigio scuro, conosciuto anche come Schwarzgrau e impropriamente denominato grigio Panzer) RAL 7021, rispettivamente nelle proporzioni di un terzo e due terzi; nel novembre dell'anno successivo questa mimetica diventò ufficiale, ma appare scarsamente applicata. Esistevano reparti tecnici preposti alla mimetizzazione di strutture statiche e di mezzi, da eseguire seguendo appositi manuali, ma la vocazione offensiva delle unità tedesche limitò al minimo questo genere di interventi. Fronte europeo 1939-1942 Il colore base utilizzato nel 1939 dall'esercito e dalle SS tedeschi era il Dunkelgrau. In alcuni casi il colore poteva essere parzialmente coperto con larghe chiazze in Dunkelbraun. Dall'agosto 1940 l'unico colore previsto in fabbrica fu il Dunkelgrau, ma alcuni reparti o singoli equipaggi sperimentarono mimetiche basate su vernici reperite sul mercato civile o catturate al nemico. Questo uso aumentò dall'estate del 1941 con l'avanzata in Unione Sovietica. Come misura provvisoria venne usato anche il fango distribuito in maniera irregolare sulle superfici più visibili. Fronte africano 1941-1943 I mezzi tedeschi arrivarono in nord Africa con la colorazione standard in Dunkelgrau, presto dimostratasi inadatta alla superfici desertiche o sassose, anche se dopo poco tempo la polvere e la sabbia che si depositavano sulle superfici diminuivano la visibilità del colore scuro. Le soluzioni più semplici videro anche in questo caso l'impiego di fango o di vernici reperite in loco. Dal marzo 1941 fu prescritto ufficialmente uno schema composto dal Gelbbraun (marrone giallastro) RAL 8000, piuttosto chiaro, e dal Graugrün (verde grigiastro) RAL 7008, abbastanza chiaro e simile al grigio verde italiano. I ritardi nella distribuzione delle latte di tinta e le vicende belliche impedirono una larga diffusione della nuova mimetica e molti veicoli rimasero in grigio scuro "sporco", mentre altri ricevettero mimetiche parziali o non regolamentari. Alcuni veicoli vennero riverniciati completamente in Graugrün. Nel marzo 1942 la mimetica ufficiale mutò in Braun (marrone, ma conosciuto anche come giallo Afrika Korps) RAL 8020, piuttosto chiaro, completabile con strisce o chiazze in Sandgrau (grigio sabbia) RAL 7027, Dunkelgrau oppure altri colori. Nel 1943 in Tunisia, dove i terreni verdeggianti sono numerosi, alcuni mezzi ebbero mimetiche a più colori oppure furono verniciati in verde, a volte ottenuto mescolando vernici catturate. Qualche mezzo arrivò sul fronte tunisino verniciato in Dunkelgelb (giallo scuro, conosciuto ufficiosamente come giallo sabbia tedesco) RAL 7028. Le mimetiche africane apparvero saltuariamente anche in Grecia continentale e insulare, sul fronte orientale e nell'Italia meridionale, in particolare su veicoli inizialmente destinati a essere inviati in nord Africa.. Fronte europeo 1943-1945 Con il passaggio della guerra a una fase prettamente difensiva, i tedeschi adeguarono le proprie mimetiche. Dal febbraio 1943 diventò esecutiva una normativa che prescriveva il Dunkelgelb. I reparti potevano utilizzare questo colore da solo oppure completarlo con parti nei in Olivgrün (verde oliva, differente dall'olive drab statunitense, che è un grigio verde molto scuro) RAL 6003 e Rotbraun (marrone rossiccio) RAL 8017. I tre colori erano molto efficaci e riprendevano quelli utilizzati da vari eserciti fin dai tempi della prima guerra mondiale. Quando possibile la mimetica veniva realizzata presso le officine utilizzando pistole a spruzzo e diluizioni e disegni prescritti dai manuali. Non tutti i veicoli prodotti prima della nuova normativa vennero riverniciati completamente o almeno parzialmente in Dunkelgelb; inoltre è stato appurato che alcune fabbriche continuarono a utilizzare il Dunkelgrau fino all'esaurimento delle scorte. Dall'estate del 1944 la mimetica nei tre colori fu eseguita direttamente in fabbrica, con colori e forma delle chiazze standardizzate. Da agosto vennero utilizzate tonalità leggermente diverse dell'Olivgrün, più scuro del precedente, e del Rotbraun, tendente più al rosso, ma non tutte le fabbriche si adeguarono al cambiamento. Dalla fine di agosto fino al termine dell'anno apparve, ma solo su una parte dei mezzi corazzati, la mimetica Licht-und-Schatten Tarnung, basata su piccole chiazze di due colori date a pennello su parti nel terzo colore; nel dopoguerra questa mimetica venne chiamata con la parola inglese "ambush" (imboscata). Probabilmente su iniziativa di singoli produttori di veicoli corazzati, apparvero schemi a bordi netti verticali o diagonali oppure ondulati. Dal novembre 1944 fu deciso di utilizzare il verde o il rosso antiruggine come colore di base, ma solo la seconda possibilità ebbe una vasta diffusione, in particolare nelle ultime settimane di guerra. A volte la carenza di materie prime e di tempo costrinse a impiegare colori molto diluiti e non resistenti come in passato all'usura e alle intemperie. Terreni innevati Fin dall'inverno 1941-1942, il primo affrontato dai tedeschi sul fronte orientale, fu evidente che i colori mimetici, specialmente il grigio scuro, male si adattavano alle superfici innevate. Le durissime condizioni climatiche colsero completamente impreparate le truppe tedesche, che si aspettavano una rapida conclusione della campagna contro l'Unione Sovietica. Le soluzioni d'emergenza videro l'impiego di lenzuoli o teli bianchi oppure di tinte realizzate con pittura chiara o calce malamente stese, magari solo nella parte superiore o anteriore del mezzo. Con il secondo inverno arrivò il colore Weiss (bianco) RAL 9002, appositamente realizzato, da dare - quando possibile a spruzzo - su tutto il veicolo o almeno sulle parti più esposte. La vernice era preferibilmente diluita con acqua, in modo che fosse facilmente eliminabile al momento del disgelo. Continuarono comunque le soluzioni estemporanee, quali la chiazzatura parziale bianca o l'uso di calce e gesso. Alla fine del 1944 la Germania fu costretta a risparmiare al massimo i materiali e la pratica di imbiancare i veicoli impiegati sulla neve diminuì sia sul fronte orientale sia su quello occidentale, anche grazie alle migliori condizioni meteorologiche. Gli interni Verifiche effettuate su numerosi veicoli conservati hanno dimostrato che non tutti i mezzi erano verniciati internamente nello stesso modo. Fornitori, fabbriche o anche operai diversi, componenti di vecchia o nuova produzione, risparmio di vernice sono solo alcuni motivi per spiegare queste differenze. Gli interni dei mezzi a cielo aperto erano nel colore esterno applicato in fabbrica. Nei veicoli chiusi il colore utilizzato era l'Elfenbein (avorio) RAL 1001, chiaro, semilucido e tendente al giallo, a eccezione dei portelli di solito verniciati nel colore mimetico esterno per non essere facilmente visibili quando aperti. Le parti basse della camera di combattimento erano generalmente in Graugrün, almeno fino al tardo 1942. Le parti meccaniche erano nei colori Graugrün o Lichtblau (azzurro) RAL 5012; le superfici più estese rimanevano in rosso antiruggine. Gli apparecchi radio erano in Schwarz (nero) RAL 9004, oppure grigi, con telaio nel colore esterno del mezzo. I motori erano quasi sempre in nero semilucido, come le parti meccaniche più piccole, comprese manovelle e leve. Molte componenti mostravano scritte in caratteri neri piccoli, realizzati a mascherina. Tra le eccezioni si segnalano alla fine del 1944 alcuni corazzati con gli interni interamente in Oxidot. Note varie Le eccezioni alle regole sono troppe per essere elencate ed è consigliata la consultazione di pubblicazioni specializzate, alcune delle quali sono citate in calce all'articolo. Tanto per fare qualche esempio si possono ricordare i veicoli verniciati in colore verde chiaro in nord Africa, in particolare in Tunisia, oppure i mezzi corazzati con sottili strisce intersecanti verdi e/o marroni sopra il giallo scuro di fondo durante l'operazione Zitadelle sul fronte orientale nel luglio 1943, o ancora le chiazze a pennello realizzate sopra il rosso antiruggine e il giallo scuro in Germania nelle ultime settimane della guerra e l'uso di colori crema, bianco e antiruggine reperiti nei luoghi di produzione o di impiego dei mezzi. Per aumentare l'effetto mimetico venivano spesso usati teloni, reti, parti di vegetazione. Questa prassi aumentò a partire dal 1943, quando la superiorità aerea passò definitivamente agli avversari. Se un veicolo veniva riverniciato o ritoccato, a volte i vecchi simboli rimanevano inalterati, con attorno conservate parti nel colore originario. I colori più diffusi per gli equipaggiamenti del personale e i contenitori erano il Feldgrau (grigio campale, un grigio verde medio) RAL 6006 e il Dunkelgelb. I teli di copertura erano marrone chiaro o grigio scuro, ma a volte venivano mimetizzati insieme al veicolo; è da tener presente che il colore dato sopra parti in legno, in metallo o telonate assume aspetti diversi. Va tenuto conto che armi, visori e parti mobili venivano tenuti il più possibile puliti e liberi da impedimenti. Quando c'era tempo per riverniciare il veicolo a spruzzo, spesso venivano mascherate solo le parti vetrate (come fari, finestrini e ottiche), colorando quindi anche attrezzi, cingoli e ruote. I materiali di impiego terrestre dell'aviazione tedesca utilizzavano gli stessi colori visti finora, ma era diffuso il Blaugrau (grigio bluastro, denominato anche Anthrazitgrau oppure Fliegerblaugrau) RAL 7016. Conclusioni La convinzione di chi scrive è che non serve, modellisticamente parlando, essere troppo pignoli nella scelta delle tonalità. Il fatto che spesso le vernici venissero stese con diluenti e diluizioni non conformi a quanto previsto, che i colori potessero non essere quelli in uso presso le officine dei reparti e che le condizioni di sporcizia e usura dei soggetti potevano variare anche notevolmente rafforzano questa convinzione. Affidarsi alle fotografie d'epoca non sempre aiuta, dato che condizioni di luce e molti altri fattori - compresa la qualità della pellicola d'epoca - possono falsare l'aspetto dell'immagine, anche a colori. Inoltre va tenuto presente l'effetto ottico che causa la variazione della tonalità a seconda della distanza - e quindi della riduzione in scala - dell'oggetto osservato. In genere si consiglia di schiarire sempre più il colore via via che la scala diminuisce. L'esame di veicoli originali o di equipaggiamenti militari tedeschi ha permesso di scoprire molte varianti rispetto alle regole, anche a causa di forniture differenti da parte dei produttori. Per fare un esempio, un carro tedesco appena fabbricato e con mimetica a tre toni realizzata a spruzzo in fabbrica era molto differente dallo stesso veicolo consegnato in colore unico, impiegato al fronte per qualche mese, ritoccato più volte e parzialmente ricoperto con altri colori, magari dati a pennello con tinte non regolamentari e mal diluite e completati con lubrificante esaurito mescolato a fango... Anche all'interno dello stesso reparto si potevano notare grosse differenze. L'importante è quindi realizzare colorazioni e successivi ritocchi e sporcature verosimili a seconda del reparto militare, dell'epoca e dell'ambiente scelti. Per approfondire Panzer Colours 1, 2, 3 - Arms and Armour Press; con aggiornamento disponibile presso il sito AFV News Tarnanstriche des deutschen Heeres 1914 bis Heute - Denecke Blitkrieg - Arms and Armour Press Uniforms, organisation and history of the Panzertruppe - Bender Lastkraftwagen der Wehrmacht - Podzun Pallas Die Panzer der Ostfront - PPV Vanguard e New Vanguard series - Osprey, vari numeri Panzer Colours - Wydawnictwo Militaria Ground Power 33, 34 Model Time 26 AFV News, vari numeri http://www.afvnews.ca/ http://www.afvnews.ca/camouflage.html Altri siti Internet: http://miniatures.de/html/int/colour-ral-farben.html http://www.ww2modelmaker.com/articlepub/SApaintpt1.htm http://www.ww2modelmaker.com/articlepub/SApaintpt2.htm http://www.ww2modelmaker.com/articlepub/SApaintpt3.htm Ordini tedeschi OKH 687 del 07.11.1938, 864 del 31.07.1940, 281 del 17.03.1941, 1128 del 18.11.1941, 1228 del 28.11.1941, 315 del 25.03.1942, 181 del 18.02.1943. Daniele Guglielmi per Modellismo Più |