| Storia del Gruppo di Combattimento Mantova. Si tratta della parte iniziale - come citato nella fonte bibliografica si va da pag. 371 a pag. 379 - del contenuto del libro dell'USSME dedicato a questo Gruppo. In questo caso non sono presenti situazioni di combattimento affrontate dal Gruppo Mantova nel libro citato. |
Precedenti: la Divisione Mantova dopo l'armistizio
Al momento dell'armistizio, 8 settembre 1943, la divisione «Mantova» si trovava in Calabria alle dipendenze del XXXI corpo d'armata (che faceva parte della 7a armata) ed era in movimento, dal settore difensivo precedentemente occupato sugli archi di Catanzaro e di S. Eufemia, per assumere la difesa di un ampio settore della bretella difensiva organizzata sul margine settentrionale del solco Catanzaro-Marcellinara-S. Eufemia. La divisione, comandata dal gen. Guido Bologna, era così costituita: - comando (con 2 sezioni carabinieri); - 113° Rgt. fanteria, su 3 Btg. e 1 Cp. cannoni da 47/32; - 114° Rgt. fanteria, su 3 Btg. e 1 Cp. cannoni da 47/32; - CIV Btg. mortai da 81 divisionale; - 304a Cp. cannoni da 47/32 divisionale; - 11° Rgt. Art., su 2 gruppi da 100/22, 1 gruppo da 75/27, 1 gruppo da 75/13 e 1 batteria contraerea da 20 mm.; - 1 Btg. misto del genio, con 1 Cp. artieri, 1 Cp. mista telegrafisti e radiotelegrafisti, e 1 sezione fotoelettricisti; - 3a Cp. chimica; - servizi (1 sezione di sanità, 3 ospedali da campo, 1 nucleo chirurgico, 1 sezione sussistenza con 2 squadre panettieri, 1 autosezione pesante). Inoltre la divisione aveva in rinforzo i seguenti reparti: CVIII Btg. mitraglieri; VIII gruppo cavalleggeri appiedati; CLX gruppo artiglieria da 149/19. L'annuncio dell'armistizio sorprese i reparti della divisione «Mantova» nel momento in cui solo da poche ore avevano avuto l'ordine di iniziare il movimento per raggiungere le posizioni della bretella difensiva di Marcellinara. Nell'attesa che venisse chiarita la situazione, ad essi venne confermato telefonicamente, dal comandante della divisione, l'ordine di continuare i movimenti e di sostare poi sulle posizioni dell'anzidetta bretella in attesa di disposizioni. Le truppe della «Mantova» vennero così a trovarsi in crisi di movimento su un vasto fronte (da Borgia a Petronà), tra gli anglo-americani avanzanti da una parte e i tedeschi in ritirata dall'altra. Naturalmente, dovendo astenersi da qualsiasi atto di ostilità contro le truppe anglo-americane, vennero per prima annullati tutti gli ordini relativi a brillamento di mine per le interruzioni stradali e ferroviarie già predisposte; interruzioni e distruzioni che i tedeschi però, proseguendo nella loro ritirata, continuarono ad operare ugualmente, col risultato così di ostacolare anche i movimenti degli automezzi divisionali italiani (1). Nella giornata del 9 settembre, il comandante della divisione dispose che le truppe si raccogliessero in blocchi di battaglione e di gruppo, con misure di sicurezza, nelle zone di Petronà-Taverna-Sersale-S. Pietro-Albi. Frattanto, poiché dannosi frammischiamenti cominciavano a verificarsi tra reparti della «Mantova» e reparti canadesi, dando luogo anche a malintesi e ad incidenti, il comandante della divisione si recò il giorno 11 dal comandante della ia divisione canadese, e l'indomani 12 dal comandante del XIII Corpo britannico, a rappresentare la situazione, affinchè venissero date disposizioni atte ad evitare il succedersi di inconvenienti e di incidenti incresciosi. Il comandante del XIII Corpo britannico aderì alla richiesta e nello stesso tempo dispose che la divisione «Mantova» collaborasse al mantenimento dell'ordine e al riattamento delle strade, raccogliendo intanto le sue truppe fra Petilia Policastro e Carlopoli. Si iniziò così, in quel settore, la collaborazione fra le truppe italiane e quelle alleate. Per quanto iniziati subito, i movimenti di raccolta della divisione si svolsero però con lentezza in considerazione della vastità della zona nella quale erano dislocate le truppe, delle numerose interruzioni stradali, nonché della deficienza di automezzi, aggravata quest'ultima dalle asportazioni già effettuate da parte dei tedeschi e dalle requisizioni forzate operate da parte di elementi anglo-americani. Il 26 settembre, il comando di divisione si trasferì da Carlopoli a Tiriolo. Per i reparti fu dato ordine che assumessero la dislocazione seguente : - 113° Rgt. fanteria e CIV Btg. mortai, nella zona di Cagliano; - 114° Rgt. fanteria e 304a Cp. cannoni da 47/32 divisionale, nella zona S. Elia-Pontegrande-Monte Soverito; - 11° Rgt. artiglieria, nella zona Marcellinara-Amato-Miglierina; - reparti del genio e 3a Cp. chimica, a S. Pietro Apostolo. Lo stesso giorno 26, il comando della 7a armata dispose che venisse preordinato il concentramento a Crotone, per l'ulteriore proseguimento via mare per Tarante, del comando 11° Rgt. Art., col III e IV gruppo e la 363a batteria contraerea da 20 mm., perché destinati al I raggruppamento motorizzato, in formazione a S. Pietro Vernotico. Successivamente, ritenendo di poter impiegare al fronte l'intera divisione, il comando della 7a armata fece pervenire, l'8 ottobre, alla divisione «Mantova» l'ordine di affrontarsi «al più presto per operazioni nella Penisola», ripianando le deficienze organiche con le nuove unità che sarebbero state assegnate e intensificando nel contempo l'attività addestrativa. Il 16 ottobre, invece, la divisione ricevette l'ordine di disporre che il 113° Rgt. fanteria si trasferisse a Napoli, a disposizione della 5a armata americana, con compiti di protezione agli impianti; e l'indomani, 17, con un altro ordine, fu incaricata di approntare «con la massima urgenza» un battaglione controcarro, servendosi anche di elementi e materiali della 211a divisione costiera. Il 24 ottobre fu passato alle dipendenze della «Mantova» il 185° Rgt. paracadutisti «Nembo». In tal modo la divisione fu compensata della perdita temporanea del 113° Rgt. fanteria. Qualche giorno dopo, in data 30 ottobre, fu destinato «a far parte della divisione «Mantova», quale terzo reggimento organico della divisione stessa», il 76° Rgt. fanteria, per il cui completamento furono assegnati anche vari reparti. Verso la fine di novembre, il 185° Rgt. paracadutisti «Nembo» venne trasferito in Puglia per riordinamento; nello stesso tempo nuove unità di artiglieria (per es. CCIV e CCVII gruppi da 100/22 T. M. e 103a batteria da 20 mm.) furono assegnate alla divisione (2). Nel gennaio 1944, i due gruppi d'artiglieria divisionale, I e II, furono inviati in Puglia alle dipendenze della divisione «Nembo», la quale sembrava dovesse venire presto impiegata in operazioni. La divisione «Mantova» continuò ad alleggerirsi di altre unità, e l'alleggerimento si accentuò in seguito ancor di più con lo scioglimento dei reparti minori (3). Però per poco, perché in febbraio i reggimenti 119° fanteria della divisione «Piceno» e 120° fanteria della divisione «Emilia», per il momento non indivisionati e distaccati lontano, il 155° artiglieria e il CCIX Btg. mitraglieri, furono assegnati alla divisione «Mantova», la quale in definitiva, con i vari movimenti ed altre assegnazioni, venne, nella seconda metà di febbraio, a risultare costituita di due blocchi: - un blocco in Calabria, col comando di divisione, formato dal 76° Rgt. fanteria, 114° Rgt. fanteria, 1 gruppo di artiglieria da 100/22, 1 Cp. artieri, 1 Cp. telegrafisti e radiotelegrafisti, 1 sezione di sanità, 1 nucleo chirurgico, 1 sezione sussistenza, 1 autosezione pesante; - un blocco nelle Puglie, col vice comando di divisione, formato dal 119° Rgt. fanteria, 120° Rgt. fanteria, 155° Rgt. artiglieria, il CCIX Btg. mitraglieri ed altri reparti in corso di definizione delle divisioni «Legnano» e «Piceno». Verso la fine di maggio, però, la divisione riuscì a raccogliere in Calabria anche i reparti del blocco distaccato nelle Puglie. E poiché impellenti si facevano le esigenze di mano d'opera per l'agricoltura, la «Mantova» mise a disposizione vari contingenti di truppa per i lavori agricoli. Nell'insieme, la situazione e le condizioni in cui si trovò ad agire la divisione furono tutt'altro che facili: spostamenti frequenti di reparti, incarichi molteplici di vigilanza e di lavoro, fluttuazioni nella forza e immissioni spesso di elementi nuovi, scioglimenti di taluni reparti e approntamento di altri. Nondimeno, pur in mezzo a tante difficoltà, i reparti della «Mantova» provvidero con fervore e con prontezza ad aderire alle varie richieste, fornendo soprattutto unità di lavoratori per servizi di manovalanza, per riattamenti stradali e ricostruzione di passaggi ed opere d'arte, per rimozione di campi minati e colmatura di fossi anticarro, per onerosi servizi di guardia agli impianti idroelettrici della Sila, per lavori insomma che fossero atti a ripristinare, come meglio possibile, il traffico sia stradale che ferroviario. Particolare cura si ebbe nell'agevolare i rifornimenti degli anglo-americani, sino al punto da mettere a loro disposizione gli scarsi automezzi rimasti in dotazione alla divisione. Né, infine, fra tante occupazioni, venne trascurato l'addestramento tecnico e tattico dei reparti ai fini di un loro eventuale impiego in combattimento. Si arrivò così ai primi dell'autunno del 1944, in cui la divisione ebbe comunicazione che in ottobre avrebbe assunto la denominazione di Gruppo di combattimento.
TRASFORMAZIONE DELLA DIVISIONE IN GRUPPO DI COMBATTIMENTO «MANTOVA». Sin dal mese di agosto furono date disposizioni perché ufficiali e sottufficiali della divisione «Mantova» fossero inviati a Benevento e Colleferro a frequentare corsi sulle armi e sui materiali inglesi. Corsi di addestramento su materiale automobilistico inglese furono anche organizzati nel mese di settembre. Questa iniziale attività addestrativa, unita ad una serie di provvedimenti di carattere organico, costituì la preparazione alla trasformazione della divisione in Gruppo di combattimento «Mantova», trasformazione che avvenne, infatti, sotto la data del 1° ottobre 1944. A rendere effettiva tale trasformazione si provvide allo scioglimento del 119° Rgt. fanteria, del CCIX Btg. mitraglieri e di parecchi reparti minori (batterie contraeree da 20, sezione sussistenza, autosezione pesante, officina mobile, ecc.); quasi contemporaneamente si provvide alla costituzione di un Btg. di fanteria (per il 76° Rgt. fanteria), di un gruppo contraereo da 40 mm., di compagnie cannoni da 6 libbre, di officine mobili leggere, ecc. In seguito a questi provvedimenti, intesi a conferire alla «Mantova» una nuova fisionomia organica orientata ad una funzione eminentemente operativa a fianco delle truppe alleate, il Gruppo di combattimento venne in definitiva ad assumere la costituzione seguente: - comando (con 2 sezioni miste di carabinieri e con nucleo inglese di collegamento tra comando Gruppo di combattimento e comando inglese); - 76° Rgt. fanteria, su 1 Cp. comando reggimentale, 3 Btg., 1 Cp. mortai da 76 e 1 Cp. cannoni da 6 libbre (cal. 57 mm.); - 114° Rgt. fanteria, su 1 Cp. comando reggimentale, su 2 prima e poi su 3 Btg., 1 Cp. mortai da 76 e 1 Cp. cannoni da 6 libbre (cal. 57 mm.); - 155° Rgt. artiglieria, su 4 gruppi da 25 libbre (87 mm.), 1 gruppo controcarro da 17 libbre (76 mm.) e 1 gruppo contraerei da 40 mm. ciascun gruppo su 2 batterie; - CIV Btg. misto del genio, su 2 compagnie artieri e 1 Cp. teleradio; - servizi (servizio sanitario con sezione di sanità e 2 ospedali da campo; Cp. trasporti e rifornimenti; deposito mobile materiali artiglieria e genio; officine meccaniche). A comandare il Gruppo «Mantova» rimase il gen. Guido Bologna, che aveva comandato sino allora la divisione. Il Gruppo di combattimento «Mantova» conservava, come si vede, nella sua formazione 2 reggimenti di fanteria così come la divisione all'atto dell'armistizio; con questa variante però, che al posto del 113° Rgt. fanteria c'era ora il 76° Rgt. fanteria, appartenente già alla divisione «Napoli». Anche il reggimento di artiglieria era diverso da quello dell'armistizio: al posto dell'11° Rgt. (passato a far parte prima del Raggruppamento motorizzato, poi del Corpo Italiano di Liberazione e infine del Gruppo di combattimento «Legnano»), c'era ora, infatti, il 155° Rgt. artiglieria. Ma queste erano differenze piuttosto formali. Le differenze sostanziali - e che erano quelle che più contavano - tra la passata costituzione divisionale e quella nuova assunta dal Gruppo di combattimento, erano date: da una maggiore potenza di fuoco, in conseguenza delle nuove armi in dotazione, moderne e potenti; da una maggiore ricchezza di mezzi; e da una diversa struttura organica e funzionale sia dei reparti del genio, sia, e ancor di più, dei servizi nei quali i mezzi automobilistici erano impiegati con larghezza. A proposito del largo impiego dei mezzi automobilistici, lo S.M.R.E. dispose che presso il comando del Gruppo di combattimento fosse costituito, sotto la data del i° novembre, un ufficio automobilistico. Per il lavoro di completamento degli organici dei vari reparti del Gruppo di combattimento venne utilizzato il personale risultato disponibile dalle disciolte unità: 119° Rgt. fanteria, CCIX Btg. mitraglieri e altri reparti minori delle diverse armi e specialità. E poiché, dopo le opportune selezioni, risultavano ancora delle deficienze, lo S. M. R. E. provvide, nel novembre, ad assegnare al Gruppo «Mantova» 450 uomini, con i quali complementi, uniti ad altri di scaglioni più numerosi giunti successivamente, si cercò di dare consistenza organica alle varie unità. Trattandosi di elementi provenienti, per il completamento, da unità diverse, si ebbe cura di amalgamare i nuovi coi vecchi elementi, di elevarne le condizioni di spirito e di orientarli alle nuove esigenze di carattere addestrativo. Né si mancò di destare tra i reparti un fattivo spirito di emulazione promuovendo anche gare appropriate allo scopo. In dicembre fu costituita pure una sezione assistenza e propaganda presso il comando di Gruppo. Inizialmente, nel mese di ottobre, il Gruppo «Mantova» rimase dislocato in Calabria, tra Cosenza-Castrovillari-Crotone-Vibo Valentia-Reggio Calabria.
ATTIVITÀ ADDESTRATIVA. Parallelamente al lavoro di organizzazione del Gruppo, si provvide ad addestrare le truppe: - tecnicamente, all'uso delle nuove armi e dei nuovi equipaggiamenti e materiali in dotazione; - tatticamente, all'impiego dei procedimenti d'azione già adottati dagli anglo-americani, coi quali in definitiva esse avrebbero dovuto agire. A tal fine ufficiali, sottufficiali e nuclei di specializzati vennero inviati in gran numero, così come era stato fatto con gli altri Gruppi di combattimento, a frequentare corsi presso apposite scuole in maniera da approfondire la preparazione tecnica e tattica dei vari elementi, avendo cura di preparare per prima buoni e capaci istruttori. Tra i corsi svolti vi furono così : - corsi per istruttori di fanteria sulle armi di plotone e mortai da 3 pollici; - corsi di addestramento sul cannone da 6 libbre; - corsi di addestramento sui materiali d'artiglieria; - corsi tattici per ufficiali inferiori; - corsi di addestramento sulle munizioni inglesi; - corsi di addestramento al tiro contraereo; - corsi per la formazione di istruttori plotoni specializzati; - corsi specialisti sul tiro dei cannoni da 25 libbre; - corsi per autieri sul materiale automobilistico inglese; - corsi di addestramento per squadre d'assalto dei plotoni pionieri; - corsi sulla manutenzione impianti campali; - corsi di addestramento sui mezzi di collegamento inglesi; - corsi sul servizio sanitario; - corsi per conduttori autocarrette cingolate; - corsi magazzinieri; - corsi per formazione comandanti minori reparti; ecc. Fu dunque tutta una attività addestrativa, nella quale i reparti del Gruppo «Mantova» si impegnarono con fervore in tutte le zone in cui vennero successivamente a trovarsi dislocati, nell'intento di approfondire sempre più, da parte soprattutto dei quadri e degli specializzati, la conoscenza tecnica delle armi, dei mezzi e dei procedimenti d'impiego. Notevole impulso fu pure dato alle esercitazioni d'insieme coi quadri e con le truppe, e alle esercitazioni a fuoco. Tanto fervore di attività addestrativa si protrasse, senza rallentamenti, anche nel cuore dell'inverno.
MOVIMENTI VERSO LA ZONA D'IMPIEGO. Prima ancora dell'inverno, tra la fine di novembre e i primi di dicembre 1944, il Gruppo «Mantova» lasciò la Calabria e si trasferì nel Sannio, e precisamente nella zona di S. Giorgio del Sannio, dove intensificò la sua attività addestrativa. Nella primavera del 1945 (4), in vista di un possibile impiego, il Gruppo di combattimento lasciò la zona del Sannio e si avvicinò al fronte trasferendosi, nella seconda metà di aprile, parte in ferrovia e parte per via ordinaria, nella zona del Chianti, dove dal comando tattico dell'8a armata britannica ricevette la comunicazione seguente: «SD 2874 Segreto alt II Gruppo di combattimento «Mantova» passa alle dipendenze operative del comando 8a armata ed alle dipendenze amministrative del 1° distretto a partire dalle ore 12 (ora inglese estiva) del 26 aprile 1945 alt». Mentre il Gruppo di combattimento si preparava, in conseguenza, a intervenire sul fronte operativo, nel quale già altri nostri Gruppi avevano raccolto larga messe di allori, sopravveniva però, il 2 maggio, la fine della guerra in Italia con la capitolazione delle forze armate tedesche. In definitiva, il Gruppo «Mantova», se non ebbe il tempo e il modo di partecipare direttamente in linea alle operazioni sul fronte di combattimento, diede nondimeno, indirettamente, un valido contributo alla guerra di liberazione sia disimpegnando importanti compiti di lavoro, di vigilanza e di sicurezza, sia tenendosi alla fine di aprile a disposizione dei comandi alleati come forza in riserva, pronta a intervenire secondo le necessità della battaglia in corso.
NOTE (1) Quasi ciò non bastasse, ad aggravare la crisi dei trasporti della « Mantova », tedeschi da una parte e Canadesi dall'altra cercarono di impadronirsi degli automezzi della divisione « Mantova », la quale, se poteva reagire contro i tedeschi, non altrettanto poteva fare contro le truppe canadesi per effetto dell'armistizio. (2) In dicembre 1943, volendosi ricostituire la divisione « Emilia », venne disposto che il comando della divisione « Mantova » affluisse in Puglia con tutti i suoi elementi dislocati in Calabria, allo scopo di provvedere alla ricostituzione dell'« Emilia»; tali disposizioni, però, furono in seguito annullate. (3) Evidentemente tutto questo contrastava un po' con quanto si stava progettando circa il riordinamento della divisione in vista di un impiego operativo. (4) Nella primavera del 1945, il Gruppo « Mantova » fu visitato da parecchie personalità. Il 23 marzo, S.A.R. il Luogotenente del Regno si recò a far visita al Gruppo, assistendo in tale circostanza a importanti esercitazioni a fuoco eseguite da Btg. rinforzati. Il 9 aprile, il Gruppo fu visitato dal Ministro della guerra Brosio. Qualche giorno dopo, il 13 aprile, venne in visita anche il maresciallo Alexander, comandante in capo delle forze alleate nel Mediterraneo, il quale espresse il suo compiacimento per il grado di addestramento raggiunto dai reparti del Gruppo.
FONTE "I Gruppi di Combattimento (1944-1945)", USSME, Roma, 1951, pagg. 371-379.
Vito Zita |
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