| In questo articolo ho il piacere di “raccontarvi” il montaggio e colorazione di un carro P40 della Crielmodel in scala 1/35. Devo innanzitutto dire che la nuova resina impiegata dalla casa romana, di colore biancastro, è davvero ottima, completamente inodore, pulitissima e con una definizione altissima anche dei particolari più minuti. |
Il montaggio è stato agevole in quanto i pezzi erano esenti da bolle ed è stato necessario solamente un normale lavaggio in acqua tiepida e il passaggio di carta abrasiva morbida specie nei punti di giunzione. Il kit, così come fornito da scatola, è praticamente completo, mi sono solo “divertito” ad autocostruire la maniglia del portello d’accesso, i rivetti laterali di torretta (come consigliato dalle istruzioni Criel con delle teste di spillo piatte) ed ad aggiungere alcuni bulloni e viti sulle piastre (come ho potuto constatare durante una recente visita al Museo della Motorizzazione Militare della Cecchignola), presi in prestito dalla proverbiale scatola degli avanzi. Ho inoltre aggiunto dei piccoli particolari come ad esempio gli attrezzi (fissati con del lamierino) e sostituito gli ottimi sostegni porta-canistri “chiusi” del kit con altri “semiaperti”, in fotoincisione… Il passo successivo è stata la colorazione base del carro a pennello, con l’ humbrol 117 (corrispondente al verde medio FS); per ottenere un buon risultato ho passato una mano di primer grigio in bomboletta Tamiya (attenzione, quello della bomboletta piccola, codice finale 026 e non 042, molto più “aggrappante”), seguite da 4 mani a pennello (in pratica se n’è andata una settimana!). Inoltre avvicinandosi il punto più difficile (la mimetizzazione) ho preparato uno schema su carta (con pennarello e matite colorate), partendo da un profilo tratto dall’enciclopedia dei Mezzi Corazzati della Fabbri; non ho seguito lo schema proposto ma vi ho ridisegnato sopra uno schema ex-novo ispirato alle varie foto in mio possesso, particolarmente a quelle ritraenti un P40 “della RSI” caduto in in mano ai partigiani a fine guerra. Ho poi colorato sul modello, sempre a pennello, le chiazze marrone-rossiccio con Humbrol 70 e l'ho lasciato asciugare per un paio di giorni. Per ricreare la sottile ragnatela color sabbia che separava fra loro le chiazze marrone rossiccio e verdi ho sperimentato una nuova tecnica utilizzando i pennarelli della Uniposca; si tratta di pennarelli a tempera acrilica opaca disponibili solo nei colori base da cancelleria (rosso, giallo, nero, blu, bianco, etc). Quindi ho dovuto escogitare un trucco: sono partito da un pennarello bianco che ho svuotato, forandone il retro con una siringa (lo si può anche svuotare sfilando la punta ma bisogna prestare attenzione a non rovinarla poi, sempre con una siringa caricata con acrilico Tamiya (nel mio caso Buff/X57) l'ho nuovamente riempito. In questo modo i residui del colore originale bianco, che inevitabilmente rimangono, schiariranno solo leggermente il nuovo colore della "ricarica" Dopo l’asportazione del colore originale consiglio di usare il pennarello, anche su della semplice carta, per consumare per quanto più possibileil colore originale residuo. Questi pennarelli sono dotati all'interno di sferetta metallica per mescolare il colore, quindi dopo la "ricarica" una buona agitata amalgamerà il tutto. Infine caricando un colore un poco più scuro di quello desiderato (ad esempio Dark Yellow), i residui di bianco fanno si che si possa avere direttamente il risultato desiderato. Tra i vantaggi offeri da questo approccio ci sono: - il tratto morbido e rotondo
- la facilità di riprodurre “ghirigori” e tracciati “barocchi”
- lo spessore delle linee rimane pressoché invariato, anche dopo “curve e controcurve”
Nelle immagini che seguono sono riportati i primi risultati in corso d’opera: Completato il reticolo ho lasciato di nuovo asciugare bene il tutto. Nel frattempo avevo montato il treno di rotolamento, di cui avevo precedentemente dipinto i cingoli partendo da una base di primer grigio, seguita via via da una lunga serie di lavaggi a smalto e oli con i colori: acciaio, nero, terra e ruggine concludendo con un leggero dry brush acciaio. I fari sono stati svuotati con una piccola fresa, dipinti di argento (Humbrol a smalto) e riempiti di Vinavil (ma una comune colla vinilica per legno biaca pu' essere adatta allo scopo); una volta asciutto (lo si vede quando la colla è diventata trasparente) un velo di cera Klear ha dato maggiore brillantezza e trasparenza. In passo finale è stato rappresentato dai consueti “passaggi” volti ad amalgamare la livrea (filtri) e a dare “ombre” (lavaggi, lavaggi selettivi, highlighting) e “luci” (dry brush, lumeggiature). Per il dry brush ho usato ovviamente un verde schiarito per le macchie verdi ed un marrone-rossiccio schiarito per le altre chiazze, infine un poco di terra di colorificio applicata a secco sul treno di rotolamento ha completato il lavoro. Il risultato finale è nostrato nelle immagini che seguono. Il carro vuole rappresentare uno dei 2 carri P40 che, secondo Guido Ronconi, era in in servizio presso il Gruppo Squadroni Coraazato “Leoncello” nella primavera del 1945 a sorveglianza di due ministeri decentrati a Milano. Secondo Paolo Crippa (aka Barbarigo) un terzo P40 fu “prelevato” da militi del Leonessa da un deposito Milanese negli ultimissimi giorni dell’Aprile 1945. In conclusione un kit si tratta di un modello davvero interessante che consiglio a tutti gli “italianofili” o a chi abbia già una schiera di Panzer IV in bacheca. Spero inoltre che i miei suggerimenti circa la colorazione della mimetica possano tornare utili e consentano di agevolare a tutti la colorazione di soggetti con questo particolare tipologia di mimetica. Nicola Del Bono |
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