| L’esercito Ittita, come già spiegato nel primo articolo, era basato essenzialmente sull’utilizzo dei carri da guerra, ma vi erano comunque altre componenti che concorrevano a rendere gli ittiti una delle superpotenze dell’età del bronzo. Innanzitutto l’esclusiva conoscenza delle tecnologie per la lavorazione del ferro (materiale che ai tempi costava cinque volte l’oro e quaranta volte l’argento) appresa e coltivata fin dal 1600 a.C. che permetteva la costruzione di arnesi più efficaci rispetto al bronzo e di armi tecnologicamente più avanzate. La maggior parte dell’esercito veniva reclutata all’inizio della “stagione” (non si combatteva d’inverno…) con il reclutamento presso la popolazione del regno, si utilizzavano anche mercenari e i prigionieri presi in battaglie vittoriose. Per la difesa delle fortezze di confine doveva comunque esistere una sorta di soldati professionisti sempre disponibili per il presidio e la difesa. Il nucleo principale dell’esercito era formato, oltre che dai “carristi”, da una schiera di fanteria pesante scelta chiamata “Guardia”, questi erano sempre in servizio poiché avevano anche il compito di garantire la sicurezza interna nelle vesti di “polizia” dell’impero |
La guardia di palazzo (i portatori delle lance dorate) serviva come guardia del Re e rappresentava uno degli onori più alti che potesse toccare ad un cittadino ittita. Il protocollo di corte era particolarmente pesante da seguire e, agli nostri occhi moderni, particolarmente ridicolo. La gerarchia dell’esercito era basata sul Re in persona in qualità di comandante in capo, solo un altro membro della famiglia reale poteva sostituire il Re nel ruolo di comando ed erano sempre i parenti stretti che formavano gli ufficiali “di stato maggiore” dell’esercito Ittita. Governatori e comandati delle truppe (divise su base decimale) provenivano dalla cerchia ristretta della famiglia del Re. L’addestramento militare doveva essere minuzioso poiché le truppe ittite eccellevano in disciplina e prestazioni sul campo. Questo elevato grado di addestramento rendeva possibile ai comandanti ittiti l’utilizzo di tattiche relativamente complesse come manovre a sorpresa, veloci cambiamenti di assetto da marcia a combattimento, assalti alle prime luci dell’alba e via discorrendo. Tutte queste tattiche valsero il titolo di “poco sportivi” ai guerrieri ittiti in relazione alle tattiche relativamente poco fantasiose degli avversari. Il peso maggiore del combattimento cadeva sulle spalle della fanteria soprattutto nelle azioni notturne o su terreni non adatti ai carri da guerra. Lo spettro di equipaggiamento in uso presso l’esercito era lo specchio delle diverse esigenze tattiche e delle diverse provenienze dei guerrieri delle province conquistate.
Le principali armi con cui si combatteva erano: • Lance e giavellotti: erano utilizzate sia come armi da lancio che da punta • Sciabole curvate a falce: era probabilmente l’arma base dell’esercito ittita • Spade dritte lunghe: apparse alla fine del II millennio a.C. forse importate dall’Anatolia occidentale • Spade corte: simili a grossi pugnali • Asce da combattimento: fu la prima arma comparsa nell’età della pietra, in forma più evoluta, con lama di metallo, era ancora presente nell’età del bronzo
L’aspetto dei guerrieri ittiti è fortemente discusso poiché sono poche le fonti che ci descrivono queste “uniformi”. Presente l’elmo con paraguance e paranuca a forma appuntita per proteggere dai fendenti avversari, scudo a forma di otto (descritto da Omero nell’Iliade - Prende sempre più corpo l’ipotesi che gli Ittiti abbiano combattuto presso ***** in qualità di mercenari o federati alla Polis troiana.) formato da un’intelaiatura di legno su cui si stendeva una pelle di animale ( molto simili agli scudi egizi coevi). Probabilmente gli scudi erano appannaggio solo delle truppe montate sui carri almeno così sembrano testimoniare le fonti a nostra disposizione. Il vestiario poi era differente proprio come l’armamento sia in base all’appartenenza di arma (fanteria pesante e leggera, genieri e “carristi”) sia in base alla provenienza degli stessi guerrieri. In genere i fanti ittiti erano coperti da corte tuniche, le lunghe tuniche potrebbero essere in relazione al grado di ufficiali. Oltre a quella che potremmo definire fanteria pesante era presente una sorta di fanteria leggera armata con arco e frecce. Questa interveniva quando il terreno era inadatto ai carri ma si doveva comunque iniziare l’attacco da distanze notevoli. Gli arcieri ittiti possedevano archi composti di legno e corno per aumentare la gittata e la potenza di penetrazione delle loro frecce. Il quadro si completa con i genieri, che intervenivano nelle opere ossidionali e nella preparazione dei quartieri invernali, e i messaggeri a cavallo che si occupavano dei collegamenti e del recapito di ordini e disposizioni. Questi ultimi particolarmente utili in un impero di dimensioni molto vaste. |
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