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Italici Preromani: I Falisci
Argomento: Storia : Antica Data: 18/3/2008
Il territorio della nazione Falisca era compreso tra il fiume Tevere e i monti Cimini e Sabatini, ovvero corrispondente all’attuale settore nord della provincia di Roma e la parte merdionale della provincia di Viterbo. Il ceppo linguistico dei Falisci cade nell’area indoeuropea, come il latino del resto, con cui condivide una radice protolatina molto antica risalente probabilmente all’età delbronzo ( II millennio a.C.) durante la quale i due popoli vivevano in aree comuni. Vi erano diverse città di media grandezza tra cui Vignanello, Fescennium, Falerii (Civita Castellana, la capitale), Sutri, Nepi, Capena e Narce (presso l'odierna Calcata).


Data la dislocazione geografica dello stato falisco vi erano numerosi contatti con la cultura etrusca, Sutri e Nepi erano poste in un’area di confine con la cultura etrusca e ne furono talmente coinvolte che è molto difficile per gli storici capire dove finisce la cultura Falisca e inizia quella Etrusca. Mentre a livello lingustico le caratteristiche comuni tra Falisci e Latini sono evidenti, la gran parte dei reperti archeologici evidenzia, soprattutto nell’età del Ferro, un’affinità molto stretta con la cultura etrusca coeva (cultura Villanoviana) ma anche una nascita di una forte caratterizzazione falisca.
Nel corso del VII secolo a.C. , nel pieno del periodo orientalizzante, gli artigiani locali rielaborano il patrimonio iconografico con una forte caratterizzazione falisca. Questa rielaborazione si evidenzia nella tecnica di realizzazione delle figure sui vasi decorati con la tecnica dell'excisione (cioè incidendo l'impasto di argilla non ancora cotta, lasciando in rilievo i particolari che si desiderava far risaltare). Ricchi i corredi delle tombe a camera del periodo Orientalizzante, soprattutto provenienti da Narce ed in parte esposti nel Museo Nazionale dell'Agro Falisco a Civita Castellana: essi testimoniano lo stato di sviluppo raggiunto da alcuni centri falisci nel VII secolo a.C.
La capitale dei Falisci, Falerii, raggiunge il suo apogeo nel periodo Arcaico ( VI secolo a.C.) come il resto dell’Etruria ed il Latium Vetus (dalla riva sinistra del Tevere al confine con l'attuale provincia di Latina), anche se si assiste via via ad una forte ellenizzazione della cultura e delle arti iconografiche. La cultura falisca trova il suo centro proprio in Falerii, raggiunge il suo splendore nel V e nel IV secolo a.C. quando ormai la struttura urbana della città è stabile; testimonianza dell'abilità degli artisti, soprattutto dei coroplasti, cioè degli artigiani impegnati nella produzione di piccoli oggetti o grandi statue in terracotta, sono le decorazioni architettoniche rinvenute nei grandi templi di Falerii, sia di quelli inclusi nel perimetro urbano (tempio Maggiore e Minore in località Vignale), che extraurbani (Tempio di Giunone Curite in località Celle, Tempio di Mercurio in località Sassi Caduti, Tempio dello Scasato).
La produzione di ceramica, soprattutto nell’età ellenistica ( IV – III secolo a.C.), mostra numerosi punti di contatto con la coeva produzione greca, in particolare attica, con una caratterizzazione locale molto marca. Dalla seconda metà del IV secolo a.C. dalle botteghe falische esce una produzione relativamente meno originale, molto più standardizzata e di larga diffusione.
Lo stretto contatto con la civiltà estrusca ne condizionò anche le scelte poliche, i Falisci si allearono con gli Etruschi contro la nascente potenza Romana. Dopo la caduta dell’etrusca Fidene ad opera de romani, questi si rivolsero verso Veio, alta potente città etrusca sulle rive del Tevere, ingaggiando una lunga guerra che si consluderà con la conquista romana nel 396 a.C.
Gli Etruschi avranno al loro fianco i Falisci e otterranno diverse vittorie a cui seguiranno razzie romane in territorio falisco.
Dopo la caduta di Veio cade anche Capena (395 a.C.) e in seguito Sutri e Nepi cadono sotto il dominio romano dopo un’agguerrita resistenza.
Lo scontro diretto si sposta ora tra Roma e Falerii, nel 394 a.C. viene stipulato un trattato di pace. Si arriva quindi nel 358 a.C. quando gli abitanti di Tarquinia insorgono contro una politica aggressiva e prepotente di Roma, al loro fianco anche i Falisci.
Nel 351 a.C. si arriva allo scontro e ad una dura sconfitta che ha, come epilogo, una tregua di quaranta anni ed un trattato di alleanza
(343 a.C.). Questo trattato sembra reggere a lungo visto che nel 298 a.C. la città ospita una gurnigione romana. Le vessazioni imposte dai romani, in particolare fiscali ed amministrative, inducono la città alla ribellione che viene repressa molto duramente con la distruzione della città nel 241 a.C., gli abitanti vengono trasferiti in una nuova città, Falerii Novi.
Lo stato Falisco avrà il comune destino di tutti i popoli dell’Italia antica, dagli Etruschi ai Sanniti, che verranno assorbiti dalla cultura Romana fino a sparire come identità culturale.

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