: Testimonianze: La guerra a Roma, 1943/46 |
Inviato da Giulio_Gobbi il 29/12/2004 19:00:47 (1566 letture)
| Ugo C. Nel 1943 aveva 17 anni e si trovava a Roma. Conversazione avvenuta a Roma il 6/3/2002 | Domanda: Come si viveva allora? Nel 1943 avevo 17 anni e lavoravo già per Caffè XXXXX solo che all'epoca stavamo al centro a Piazza Navona, non facevamo più il caffè da un pezzo perché il caffè crudo non c'era, facevamo più che altro distribuzione d'altri generi alimentari. Io abitavo fuori e per venire a Roma avevo un passi del comando tedesco dove c'era scritto che lavoravo, così le pattuglie tedesche mi facevano passare. C'erano le tessere ma c'era poco da mangiare, mio fratello più grande faceva la borsa nera, comprava e vendeva e ci arrangiavamo, gli hanno sparato addosso diverse volte ma non l'hanno mai preso.
D: Chi faceva la borsa nera? Tutti! Tutti quelli che avevano qualcosa da dare in cambio facevano la borsa nera, con le tessere non si trovava niente, a borsa nera appariva tutto! In qualche modo si doveva pur mangiare.
D: Ma gli altri due suoi fratelli non erano militari? Io ero troppo piccolo, l'altro stava in casa perché era primogenito di madre vedova, il terzo era appena partito a luglio nei Granatieri di Sardegna, stava in un campo d'addestramento a Deruta (vicino Perugia N.d.R.) a settembre quando si è sfasciato tutto lui tornò casa per conto suo insieme a due ragazzi del nord, veneti credo, mia madre diede degli abiti civili a tutti e distrusse le uniformi, mio fratello si nascose fino alla fine della guerra, gli altri due ringraziarono e sparirono.
D: Se stava in centro, si ricorda qualcosa di quello che successe a Roma? Solo qualche combattimento a Porta S.Paolo e basta,ma non fu come dicono adesso, hanno sparato ma è finito tutto abbastanza in fretta. Non lo so se è vero perché io personalmente non ho assistito a niente ma mi hanno detto così.
D: E la resistenza? La resistenza…..e che se si facevano i c…i loro era meglio. Il povero Alfio e finito alle fosse Ardeatine per colpa di Via Rasella, faceva l'asfaltino, era un omone grande e grosso che aveva il vizio di bere e quando era ubriaco faceva casino e finiva sempre due o tre giorni a Regina Coeli perché si attaccava con i Vigili che all'epoca si chiamavano Metropolitani. Così quando hanno rastrellato i carceri, se ritrovato fucilato senza sapere neanche perché, lui sì che non c'entrava niente.
D: Come si comportavano i soldati Tedeschi? Non davano fastidio, ma dopo erano cattivi, mai quanto i marocchini che hanno devastato per tre giorni i castelli, hanno violentato pure la nonna di un amico mio che aveva 75 anni, bestie, animali ma era così, quando passava il fronte c'erano tre quattro giorni di paura vera, Americani, Inglesi e Tedeschi erano tutti uguali, niente regole, ti nascondevi come potevi e quando erano passati raccoglievi i cocci, si sono comportati tutti male, non ci sono buoni o cattivi. Dopo quando sono arrivate le retrovie ed i comandi è finito tutto, è tornata una parvenza di normalità.
D: Come erano i rapporti con la comunità Ebraica Romana? Buoni, non davano fastidio a nessuno poveretti, quelli sono più Romani di noi, commercianti ma che male facevano, ma che fastidio hanno dato, che strazio quando per via Quattro Fontane sono passati camion con tutta quella povera gente dentro, e se guardavi c'era sempre un soldato che ti abbaiava qualcosa in faccia, ti spintonava e ti sbatteva per terra. Sono stato contento che quelli che si sono salvati quando c'erano gli americani riuscivano ad avere i negozi pieni e tanti italiani che erano passati con un salto da una parte all'altra no, quelli sono più popolo di noi, sono forti, sono uniti.
D: Con gli americani in casa come andavano le cose? Non era cambiato niente, c'era sempre poco da mangiare e la borsa nera, non che si campava meglio tutto uguale. Però c'era cambiato il lavoro, la ditta adesso distribuiva a giorni fissi generi alimentari che ci passavano gli americani.
D: E a guerra finita? Abbiamo ricominciato a fare il caffè, ma la fame era sempre tanta. Gli Americani ci hanno mandato roba da mangiare per un sacco d'anni sa? Ce n'abbiamo messo di tempo per rimetterci in piedi, noi avevamo i furgoni io ero autista e fino a tutto il 1955 ero a disposizione tutti i giovedì' di Padre Anastasio, un gesuita che stava in Santi Apostoli, gli americani la roba la davano ai preti, i russi ai comunisti, solo che i comunisti distribuivano più' roba dei preti, quindi erano più popolari, mi ricordo che Padre Anastasio conosceva tutti quelli cui dovevamo dare la roba, caricava vestiti e roba da mangiare e poi partivamo verso le borgate, distribuiva personalmente ad ogni famiglia il pacco che aveva preparato e stabiliva lui le priorità e le quantità. In quel periodo c'erano anche tanti piccoli furtarelli ma erano disperati, gente che rubava per mangiare, ma sa quante volte ho visto "l'architetto" nascondersi due o tre pacchi di zucchero nella borsa e poi chissà a chi andava a fare un regalo? Altri tempi, poi nel 1960 il "boom"
D: E' vero che nel referendum fra Monarchia e Repubblica ci sono stati brogli? Ma no, io avevo l'età per votare e ho votato in una cabina chiusa e non ho avuto nessuna pressione, c'era un gran caos quello si, ma impicci e imbrogli, penso proprio di no.
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