Home Page   1/72 e dintorni   Aeronautica   Diorami & C.   Figurini & C.   Navi & C.   Veicoli civili   Veicoli militari   Modellazione 2-3D
Login
Nickname

Password


Hai perso la password?

Non sei registrato?
Fallo ora!
Interface language
 
English Italiano

Translate page with Google
 

Menu principale
Home Page
Spazi personali
Ultimi aggiornamenti
Scegli spazio

Info ed uso sito
Norme utilizzo sito
Guida Editor
Domande frequenti
Mappa del sito
Guida Editor
Contattaci
Trova utenti
Link al nostro sito

Campagne
In essere
Concluse
Regolamento

Contenuti
Novità dal mercato
Visti per voi
Articoli
Guide
Da AFV Interiors
Schede tecniche
Storia
Utente del mese
Guide uso sito
Invia contenuto

Forum
I più recenti
I più letti
I più attivi
I più recenti (arg.)
I più letti (arg.)
I più attivi (arg.)
WIP terminati

Tabelle colori
Le Gallerie di M+
Riferimento
Musei
Campagne
Album personali
Mostre
Box art
Altro
App carica Foto

M+ goes Social
Facebook

Download
Invia
Club
Utility
Istruzioni
Più scaricati

Mostre
Indice
Mostre in essere
Mostre passate

Ricerca
Sito: (Avanzata...)
Gallerie: (Avanzata...)
Tabelle colori:

Riviste:

Monografie:

Negozi di modellismo:
Musei:

M+ Shop locator

Chi è online
Visitatori:75
Utenti registrati:1
M+ Club chat:
Utenti on-line:76
 Utenti registrati:7295

Utenti collegati:
VanBasten
Ultime visite:
Pierpaolo da 31'
stefanoc da 49'
Rizzilla da 1h 3'
lillino da 1h 16'
wcentoquattro da 1h 17'
ModellismoBr... da 1h 19'
matte da 1h 33'
wazovski da 1h 35'
manovi da 1h 48'
Daniele65 da 1h 49'
jEnrique61 da 2h
Ayurpao da 2h 7'
Oberst_Streib da 2h 26'
Michele Raus da 2h 29'
RobertoC da 2h 30'
e_pieranto da 2h 39'
pgdm da 2h 44'
Silvano da 3h 1'
AAV7 da 3h 10'
alberto da 3h 35'

Espande/Riduce le dimensioni di quest'area
 
Espande/Riduce le dimensioni di quest'area
Storia : Moderna : Gruppo di Combattimento Legnano
Inviato da Vito Zita il 18/6/2006 19:47:10 (2803 letture)

Storia : Moderna
Storia del Gruppo di Combattimento Legnano.
Si tratta della parte iniziale - come citato nella fonte bibliografica si va da pag. 315 a pag. 327 - del contenuto del libro dell'USSME dedicato a questo Gruppo. E' stato tralasciato la parte dedicata alle situazioni di combattimento affrontate dal Gruppo Legnano ma presenti nel libro citato.


Precedenti: la Divisione Legnano dopo l'armistizio

L'armistizio dell'8 settembre 1943 colse la divisione «Legnano» mentre era ancora in fase di trasferimento dall'Emilia (zona di Bologna) alle Puglie (zona di Martina Franca-Crispiano), per esser posta alle dipendenze del IX C.d'A, il quale si era riserbato di incaricarla della difesa del settore Brindisi-Taranto (1). Cosicché, in un momento quanto mai critico come quello dell'armistizio, la divisione si venne a trovare frazionata e dispersa: alcune unità, col comando fanteria divisionale, erano giunte già in provincia di Brindisi; altri reparti, con una aliquota del comando di divisione, si trovavano ancora in provincia di Chieti; altri, infine, erano tuttora in movimento su convogli ferroviari.
La divisione era agli ordini del generale Roberto Olmi ed era così costituita:
- comando (con 2 sezioni carabinieri);
- 67° Rgt. fanteria, su 3 Btg. e 1 Btr. d'accompagnamento da 65/17;
- 68° Rgt. fanteria, anch'esso su 3 Btg. e 1 Btr. d'accompagnamento da 65/17;
- 58° Rgt. Art., su 2 gruppi da 100/17 con 3 Btr. ciascuno, 2 gruppi da 75/18 pure su 3 Btr. ciascuno, 1 Btr. da 25 mm. e 1 Btr. controcarro da 75/34;
- LVIII Btg. mortai da 81 divisionale, su 2 compagnie;
- 58a compagnia cannoni da 47/32, su 6 pezzi;
- 1 Btg. misto del genio con 1 compagnia artieri,
- 1 compagnia mista telegrafisti e radiotelegrafisti, e 1 sezione foto-elettricisti;
- servizi (1 sezione di sanità, 1 ospedale da campo, 1 nucleo chirurgico, 1 sezione sussistenza, 1 sezione autocarrette, 1 autosezione pesante).
I reparti della «Legnano», moralmente ben preparati, seppero assumere prontamente, nel periodo immediatamente successivo, all'armistizio, un contegno fermo contro i tedeschi.
La mattina del 9 settembre, per es., un ufficiale della 25a compagnia artieri, mentre con pochi militari si recava alla spesa viveri a Ceglie Messapico, si accorse che alcuni soldati tedeschi, a scopo terroristico, si erano messi a sparare in piazza all'impazzata. Egli li affrontò prontamente riuscendo a disarmarli e a metterli in fuga, impadronendosi inoltre, in successive operazioni di rastrellamento, di una camionetta e di alcune armi automatiche.
Pure nella stessa giornata del 9, mentre la 58a compagnia cannoni da 47/32 si trovava, verso le ore 17, di passaggio, su convoglio ferroviario, nella stazione di S. Severo, circa 200 tedeschi, con molte armi automatiche, circondarono la stazione per non far proseguire il convoglio. Ma il comandante della compagnia fece allora scaricare subito i pezzi dal treno puntandoli contro i tedeschi, i quali, di fronte a tale energico contegno, si ritirarono. Poco dopo, però, questi ultimi ritornarono in maggior numero aprendo il fuoco; al che la nostra compagnia da 47/32 reagì rispondendo col fuoco e costringendo le truppe germaniche a ritirarsi di nuovo con perdite. Ma i tedeschi ritornarono ancora una volta all'attacco, venendo, tuttavia, ancora una volta respinti. Dopo di che, fatti ricaricare i pezzi, il comandante della compagnia riuscì a partire col convoglio ferroviario. Senonchè, dopo pochi chilometri, il treno fu assalito di nuovo dai tedeschi, e questa volta con autoblinde e con aerei, i quali effettuarono più volte azioni di spezzonamento e di mitragliamento. Il convoglio rimase bloccato e così la compagnia finì con l'essere sopraffatta dalla superiorità del numero e dei mezzi dell'avversario. Perdite nostre: i morto e 4 feriti; non accertate quelle tedesche, ma presumibilmente superiori.
Anche la Btr. d'accompagnamento da 65/17 del 68° Rgt. fanteria, il cui convoglio seguiva ad una ventina di minuti di distanza dalla 58a compagnia cannoni da 47/32, subiva analoga sorte e veniva sopraffatta, dopo un vivace combattimento che le costava le seguenti perdite: 12 morti e una quarantina di feriti.
Nel frattempo il comandante della divisione, mentre si trovava il mattino del 9 settembre di passaggio a Chieti diretto in Puglia, riceveva verbalmente ordine dal Capo di S.M. dell'Esercito di arrestare il trasferimento della divisione e di riunire tutte le truppe recuperabili nella zona di Chieti. Fu quindi dato ordine alla stazione di Pescara di avviare allo scalo di Chieti tutti i convogli in arrivo della divisione «Legnano» e di farvi retrocedere quelli recuperabili in viaggio oltre Pescara. Ma malgrado tutto l'interessamento dimostrato dalle varie autorità, ben poche unità poterono essere recuperate (2). Con queste unità si cercò di approntare rapidamente la difesa di Chieti, schierando le truppe nella zona di Chieti Scalo, a sbarramento della rotabile Pescara-Popoli, e costituendo dei capisaldi su posizioni favorevoli, con un armamento però limitato a soli cannoni da 75/18 e mortai, in quanto, mancando reparti combattenti di fanteria, non era possibile disporre come si conveniva di mitragliatrici e fucili mitragliatori. Per la difesa immediata della città di Chieti furono costituiti posti di blocco sulle principali rotabili, utilizzando anche aliquote di truppe e qualche arma automatica del presidio militare della città. Di tutti i posti di blocco, però, soltanto uno ebbe modo di reagire con energia contro il tentativo di forzamento effettuato il giorno ii settembre da un automezzo tedesco; gli altri rimasero indisturbati.
Purtroppo la situazione non tardò a divenire oscura. Colonne e mezzi germanici defluenti verso nord continuavano a provocare incidenti; nel mentre dei reparti della «Legnano» in movimento non si aveva nessuna notizia o pervenivano solo a frammenti notizie varie e contradittorie. Per giunta il comandante di divisione fu di lì a poco catturato dai tedeschi; come conseguenza la difesa di Chieti rimase affidata solo a pochi ufficiali con scarsi elementi di truppa, dato che quasi tutti i reparti, nel collasso generale che d'improvviso era sopravvenuto, non avevano tardato a liquefarsi. Nondimeno, qualche animoso del comando di divisione cercò di stare in posto finché gli fu possibile, compiendo servizi anche rischiosi (3).
Mentre questo avveniva più a nord, a sud, in Puglia, l'11 settembre, di tutta la divisione «Legnano» potevano esser recuperate e raccolte soltanto le seguenti unità:
- elementi del comando divisione e del quartier generale: a Francavilla e ad Ostuni;
- comando fanteria divisionale, al completo: a Francavilla;
- 67° Rgt. fanteria, al completo: nella zona Francavilla-S. Vito;
- 68° Rgt. fanteria, meno la Btr. d'accompagnamento da 65/17: a Brindisi;
- 58° Rgt. artiglieria, meno il III gruppo da 75/18, una Btr. del IV gruppo da 75/18 e la Btr. da 20 mm.: nella zona Francavilla-Brindisi;
- genio: 25a compagnia artieri, al completo; una aliquota della 58a compagnia telegristi e radiotelegrafisti; sezione fotoelettrica, al completo: nella zona di Francavilla;
- servizi (ospedali da campo, nucleo chirurgico, sezione sussistenza, squadra panettieri, sezione autocarrette): nella zona Ostuni-S. Vito- Francavilla.
In assenza del comandante titolare, generale Olmi, assunse il comando della divisione «Legnano», e precisamente di tutte le truppe ch'erano giunte in Puglia, il generale Vincenzo Dapino, comandante della fanteria divisionale.
La divisione, come si vede, giunse in Puglia incompleta. Ciò nondimeno le vennero subito affidati importanti compiti difensivi nella zona di Brindisi e in altre località vicine, e tali compiti furono assolti dai vari reparti con impegno (4).
Abbiamo voluto intrattenerci su alcuni particolari, per dimostrare che la divisione, pur essendo stata colta di sorpresa, dalla notizia dell'armistizio, frazionata e in crisi di trasferimento, seppe tuttavia assumere subito, di fronte ai tedeschi, un contegno energico. E poiché il grosso della «Legnano» potè raccogliersi integro ed efficiente nelle Puglie, le nostre maggiori autorità militari provvidero con piena fiducia ad impiegarlo in compiti difensivi delicati ed importanti; anzi, come presto vedremo, non esitarono a servirsi delle unità della « Legnano » per costituire quel raggruppamento motorizzato che doveva essere poi la prima unità combattente italiana, impiegata a fianco degli Alleati nella guerra di liberazione.
Varie furono in seguito le vicende della divisione «Legnano».
In data 28 settembre la divisione, incaricata della costituzione del I raggrupamento motorizzato, destinato a partecipare con gli Alleati alle operazioni di guerra contro i tedeschi, perdette il 67° Rgt. fanteria (meno il III Btg.), ricevendo in compenso il 93° Rgt. fanteria «Messina». In sostituzione del generale Dapino, nominato comandante del raggruppamento motorizzato, assunse il comando della «Legnano» il generale Silvio Brisotto.
A metà ottobre, avviata per riordinamento nella zona di Manduria-Grottaglie-Mesagne-Torre S. Susanna-Latiano, la divisione risultava così formata:
- comando;
- 68° Rgt. fanteria;
- 93° Rgt. fanteria;
- III Btg. del 67° fanteria, con i compagnia cannoni da 47/32;
- CXIV Btg. a. a.;
- 58° Rgt. artiglieria, con 2 gruppi da 100/22 posti da poco alle sue dipendenze;
- Btg. misto del genio;
- servizi.
Pochi giorni dopo, il 22 ottobre, fu posto temporaneamente alle sue dipendenze, quale elemento di rinforzo, il gruppo cavalleggeri ciclisti «Guide».
Poiché in quel tempo si pensava, dalle nostre autorità, di poter costituire, oltre al raggruppamento motorizzato di cui si è fatto cenno, anche un raggruppamento da montagna, pure per questo venne interessata la divisione «Legnano», la quale fu incaricata di fornire eventualmente, per tale costituzione, il 68° Rgt. fanteria ed altri elementi. Ma si fece anche di più. Successivamente, in novembre, si pensò di utilizzare addirittura l'intera divisione «Legnano», ricostituendola su nuovi organici perché potesse «dare sicura prova di sé in modo da infondere negli Alleati piena fiducia nelle armi italiane». Le operazioni di ricostituzione dovevano essere effettuate in due tempi e in modo che l'approntamento fosse ultimato entro il 15 dicembre, disponendo di elementi scelti e del migliore inquadramento possibile; cosicché al termine delle operazioni la divisione doveva risultare così formata:
- comando di divisione;
- 1 nucleo esplorante alpino su 1 comando e 2 compagnie esploratori alpini;
- 3 reggimenti di fanteria costituiti ciascuno da 1 comando, 2 Btg. fucilieri, 1 gruppo obici da 75/13 oppure da 75/18 someggiato, su 2 Btr., e 1 Btr. da 20 mm. contraerei su 2 sezioni;
- 1 Btg. divisionale armi d'accompagnamento su i comando, 2 compagnie mortai da 81 e 2 compagnie mitraglieri;
- 1 Btg. paracadutisti arditi su 1 comando e 3 compagnie fucilieri;
- 1 gruppo controcarro da 75/34 su 1 comando e 3 Btr.;
- 1 raggruppamento artiglieria costituito da 1 comando, 1 gruppo cannoni da 100/22 su 3 Btr., 1 gruppo cannoni da 105/32 su 3 Btr., 1 gruppo obici da 149/13 su 3 Btr., 1 Btr. da 20 mm. contraerei;
- 1 Btg. misto del genio con 1 comando, 2 compagnie artieri, 1 compagnia telegrafisti e radiotelegrafisti, 1 sezione fotoelettricisti;
- servizi (sezione di sanità, nucleo chirurgico, 2 ospedali da campo, sezione sussistenza, 1 reparto salmerie, 1 autoreparto pesante);
- 1 Rgt. misto complementi, costituito da 1 comando, 2 Btg. complementi di fanteria, 1 compagnia complementi alpini paracadutisti, 1 gruppo complementi di artiglieria, 1 compagnia mista del genio (5).
Nel corso delle operazioni per la ricostituzione della divisione, le formazioni organiche subirono ritocchi, varianti e modifiche, come pure le varie unità costituite andarono incontro a rimaneggiamenti e spostamenti. All'ultimo finì che il programma organico sopra cennato per la ricostituzione della divisione «Legnano» perdette ogni suo valore, avendo le varie unità avuto destinazioni diverse, tanto che il comando del LI corpo d'armata a un certo momento dispose che sotto la data del 17 febbraio 1944 il comando detta divisione «Legnano» cessasse di funzionare e assumesse le funzioni dì vice comando della divisione «Mantova». Scompariva così la divisione «Legnano» come organismo a sé, e si dovette attendere sino al settembre del 1944 perché essa risorgesse ancora, con una struttura organica nuova, sotto là veste e la denominazione di Gruppo di combattimento «Legnano».
Si deve però riconoscere che il fatto di aver pensato alla divisione «Legnano», sia per incaricarla della costituzione della nostra prima unità combattente nella guerra di liberazione (I raggruppamento motorizzato), sia per attingervi in seguito unità per il Corpo italiano di liberazione e per le truppe ausiliarie, sia infine per trasformarla e ricostituirla onde formarne una grande unità divisionale rappresentativa del nostro Esercito nella guerra a fianco degli Alleati, costituiva senza dubbio un titolo di merito al suo attivo, in quanto tutto ciò altro non era che l'indice della piena fiducia che la divisione, pur con tradizioni recenti (la sua costituzione risaliva appena al 1939), si era saputa guadagnare presso le nostre maggiori autorità militari.

CONCORSO ALLA GUERRA DI LIBERAZIONE.
Il concorso dato dai reparti della divisione «Legnano» alla guerra di liberazione a fianco delle truppe alleate, fu notevole e importante, come si può constatare da questi rapidi cenni sommari.
In data 28 settembre 1943, la divisione fu incaricata, come abbiamo già detto, di costituire il I raggruppamento motorizzato italiano, destinato a partecipare direttamente alle operazioni di guerra contro i tedeschi, e a tale costituzione essa concorse chiamandovi a far parte il comando della fanteria divisionale con elementi dello stesso comando divisionale, il 67° Rgt. fanteria su 2 Btg., la 58a sezione autocarrette ed altri elementi.
Successivamente, il 6 ottobre, la divisione approntò un reparto salmerie, per l'8a armata britannica, e, dopo ancora, come abbiamo visto, il 68 Rgt. fanteria ed altri elementi da servire per il costituendo raggruppamento da montagna. E poiché quest'ultimo non venne più costituito, il 68° fanteria (che aveva nel frattempo fornito anche 200 militari per la formazione di unità lavoratori) passò nel febbraio 1944 a far parte, con altri elementi della «Legnano», del I raggruppamento motorizzato, in sostituzione del 67° fanteria, che fu posto alle dipendenze della 210a divisione costiera, a disposizione delle autorità americane per servizi e lavori vari.
Del raggruppamento motorizzato fecero dunque parte i due reggimenti di fanteria della «Legnano»: il 67° Rgt. fanteria, che l'8 e il 16 dicembre 1943 combattè a Monte Lungo, e il 68° Rgt. fanteria dopo, in sostituzione, che fu impiegato in linea nella zona tra Monte Marrone e Castel S. Vincenzo.
Dal 18 aprile 1944 il I raggruppamento motorizzato assunse la denominazione di Corpo italiano di liberazione, e di esso il 68° fanteria continuò a far parte partecipando alle operazioni su Monte Mattone, il Monte, Monte la Rocca (maggio 1944); su Colle Martino e Guardiagrele (giugno); sul fiume Musone, S. Maria Nuova, Belvedere Ostrense e Vaccarile (luglio), nonché alle altre operazioni svolte nell'agosto.
Il 24 settembre 1944, il Corpo italiano di liberazione venne sciolto e con i suoi reparti furono costituiti due Gruppi di combattimento, dei quali uno prese la denominazione di «Folgore» e l'altro quella di «Legnano». In tal modo, dopo tante vicissitudini, la «Legnano» risorgeva sotto una veste organica nuova.

TRASFORMAZIONE DELLA DIVISIONE IN GRUPPO DI COMBATTIMENTO «LEGNANO».
Il Gruppo di combattimento «Legnano» fu costituito lo stesso giorno 24 settembre 1944 in cui venne sciolto il Corpo italiano di liberazione,, e la sua costituzione nella zona di Piedimonte d'Alife diede luogo ad un lavoro complesso, al termine del quale il Gruppo acquistò una fisionomia organica caratteristica - con armi e specialità molteplici - come si può rilevare dalla formazione seguente :
- comando (con 2 sezioni miste di carabinieri e 1 nucleo inglese di collegamento tra comando Gruppo di combattimento e comando inglese);
- 68° Rgt. fanteria, su 1 compagnia comando reggimentale, 3 Btg. (di cui 2 di fanteria denominati «Palermo» il I e «Novara» il II, e 1 Btg. d'assalto denominato «Col Moschin», proveniente dal vecchio IX reparto d'assalto), 1 compagnia mortai da 76 e 1 compagnia cannoni da 6 libbre (cal. 57/50); sarebbe stato formato con la fusione e il concorso del 68° fanteria, del IX reparto d'assalto e del V Btg. da 47/32, già, appartenenti al C.I.L.;
- Rgt. fanteria speciale, su 1 compagnia comando reggimentale, 3 Btg. (di cui 2 alpini - «Piemonte» ed «Abruzzi», quest'ultimo di nuova costituzione - e i bersaglieri - il «Goito» - formato a cura del 4° Rgt. bersaglieri), 1 compagnia mortai da 76 e 1 compagnia cannoni da 6 libbre (cal. 57/50); sarebbe stato formato con la fusione e il concorso del 3° Rgt. alpini, del 4° Rgt. bersaglieri e del V Btg. da 47/32, già appartenenti al C.I.L., provvedendo a costituire ex novo solo qualche reparto come il Btg. alpini «Abruzzi» e la compagnia mortai da 76;
- 11° Rgt. artiglieria, su 4 gruppi da 25 libbre (cal. 87), 1 gruppo controcarro da 17 libbre (cal. 76) e 1 gruppo contraerei da 40 mm., ciascun gruppo su 2 Btr.; sarebbe stato formato utilizzando il personale di unità di artiglieria già appartenenti al C.I.L.;
- LI Btg. misto del genio, su 2 compagnie artieri e 1 compagnia teleradio;
- servizi (servizio sanitario con sezione di sanità e 2 ospedali da campo; compagnia trasporti e rifornimenti; deposito mobile materiali artiglieria e genio; officine meccaniche).
Mettendo per un momento a confronto la formazione organica della divisione «Legnano» al momento dell'armistizio del settembre 1943 con quella del Gruppo di combattimento «Legnano», si può notare come ben poche fossero le analogie (formazione binaria in entrambe le unità) e profonde invece le differenze, quali per es.:
- la fanteria della divisione «Legnano» apparteneva ad una sola specialità, là dove la fanteria del Gruppo di combattimento comprendeva parecchie specialità;
- l'artiglieria del Gruppo di combattimento apparteneva ad un reggimento del tutto diverso da quello originario della «Legnano» (58°) ed era, per quantità e qualità, superiore a quella della divisione, conseguendo da ciò una maggiore disponibilità di fuoco;
- il genio artieri del Gruppo di combattimento comprendeva un maggior numero di reparti di quanti non fossero nella divisione, facilitando in tal modo il difficile compito degli sminamenti nelle zone di impiego;
- i servizi del Gruppo di combattimento avevano una struttura organica e funzionale diversa e più rispondente ai progressi meccanici di quanto non l'avessero i servizi della divisione.
Analogamente a quanto avvenne con il Gruppo di combattimento «Folgore», anche per il Gruppo «Legnano» il lavoro di organizzazione si presentò meno facile, per esempio, che nei Gruppi «Cremona» e «Friuli», dove si era trattato in definitiva di fare un lavoro organico di trasformazione delle preesistenti divisioni completandole di uomini e materiali nuovi. Per il Gruppo «Legnano» all'incontro si dovette provvedere a sciogliere le unità del C.I.L., attingere il personale necessario, formare organismi nuovi raggruppandovi specialità diverse, trasformare alcuni reparti secondo le nuove formazioni organiche, fondere insieme personale di diversa provenienza e amalgamarlo secondo una direttiva unica, pur mantenendo vivo il senso della emulazione tra le varie specialità.
Quale comandante del Gruppo di combattimento «Legnano» venne nominato il generale Umberto Utili, che aveva comandato, prima, il I raggruppamento motorizzato italiano e, dopo, il Corpo italiano di liberazione (6).
Sulla costituzione del Gruppo di combattimento «Legnano» non vi furono, in seguito, varianti notevoli; tra le più importanti possono essere annotate le seguenti:
- costituzione, sotto la data del 1° novembre 1944, di un ufficio automobilistico presso il comando di Gruppo;
- assunzione, sotto la data del 25 novembre, da parte del Btg. alpini «Abruzzi», del nuovo nominativo di Btg. alpini «L'Aquila» ;
- costituzione, sotto la data del 5 dicembre, di una sezione assistenza e propaganda presso il comando di Gruppo;
- assunzione: da parte della 250a compagnia trasporti e rifornimenti, dal 1° dicembre, del nominativo di 250° reparto trasporti e rifornimenti, e da parte del deposito mobile, dal 19 dicembre, del nominativo di parco mobile artiglieria, genio e auto.
Riordinati i reparti del Gruppo secondo le formazioni prestabilite, verso la metà di ottobre si cominciò a prelevare un primo blocco di materiali inglesi per l'addestramento (fucili, fucili automatici, mortai da 76 e da 50, goniometri, pezzi da 40 mm., da 17 e da 25 libbre, trattori, autocarri, ecc.), ripartendolo fra i vari reparti. Nello stesso tempo ebbe inizio la distribuzione del vestiario inglese, nuovo purtroppo solo in minima parte.
Naturalmente la conoscenza e l'istruzione sui nuovi materiali in dotazione e sul nuovo armamento presentarono da principio delle difficoltà, le quali però furono superate di gran lena e con buona volontà.
Quanto al morale vi erano dei problemi che dalla fine settembre lo influenzavano in senso piuttosto depressivo. Il vitto lasciava a desiderare come quantità; il vestiario inglese, almeno all'inizio, non era come i soldati si aspettavano in cambio del sacrificio fatto della vecchia Uniforme italiana; la zona degli alloggiamenti era scarsa di risorse e per giunta non troppo adatta per un proficuo addestramento.
Il comando di Gruppo provvide di conseguenza a promuovere nel miglior modo una valida assistenza morale della truppa, cercando di migliorare la razione viveri e le dotazioni di vestiario ed equipaggiamento, di curare il benessere del soldato e infondergli nuova fede. Nello stesso tempo, stante la precaria sistemazione dei reparti nella zona di Piedimonte d'Alife-S. Polito Sannitico-Alife-S. Angelo d'Alife, fu proposto alle superiori autorità che il Gruppo di combattimento venisse trasferito in una zona migliore, la quale consentisse una più proficua attività addestrativa.

ATTIVITÀ ADDESTRATIVA.
Ben presto, con la distribuzione delle nuove armi e dei nuovi mezzi, fu dato impulso all'addestramento al fine di :
- estendere a tutti la perfetta conoscenza tecnica e pratica delle armi e dei mezzi inglesi in distribuzione;
- perfezionare e aggiornare l'addestramento individuale e di reparto secondo i procedimenti d'azione fissati dalla dottrina tattica degli Alleati;
- raggiungere un grado di preparazione tattica tale da dare affidamento che i reparti dipendenti, una volta impiegati in linea, avrebbero potuto costituire strumenti di guerra solidi ed efficienti. In parallelo con l'addesramento sulle armi, sul tiro e sui procedimenti tattici, venne pure curato l'addestramento degli specializzati.
Tutta questa attività addestrativa diede luogo ad una serie di corsi che furono integrati, successivamente, da esercitazioni pratiche d'insieme. E così si ebbero:
- corsi allievi istruttori, i quali furono svolti per prima allo scopo di preparare, scegliendoli tra gli elementi meglio idonei, i primi istruttori sulle nuove armi e sui nuovi mezzi in dotazione ai reparti;
- corsi sulle armi di fanteria e sul tiro, ripartiti in due periodi di 14 giorni ciascuno, con addestramento teorico e pratico, in cui furono fatti riferimenti anche all'applicazione del fuoco, alla guerra di mine e ai lavori del campo di battaglia;
- corsi vari per artiglieri: corsi sul materiale e servizio al pezzo da 25 libbre, da 17 libbre e da 40 mm.; corsi sul tiro terrestre, controcarro, contraereo; corsi per specializzati; il tutto integrato da esercitazioni di tiro a proietto;
- corsi orientativi tattici per ufficiali;
- corsi di istruzione sui procedimenti tattici inglesi, della durata di circa dieci giorni ;
- corsi per militari informatori e osservatori;
- corsi per specializzati (marconisti, segnalatori, conduttori, motociclisti, meccanici, armaioli, ecc.).
Prima del gennaio 1945, tutta la preparazione teorico-pratica dei reparti venne completata; nello stesso tempo si cercò di incrementare l'addestramento con esercitazioni di tiro e di campagna, le quali, eseguite anche su terreni aspri e in condizioni stagionali avverse, servirono a preparare e temprare sempre più i soldati in vista delle imminenti prove del combattimento.

MOVIMENTI VERSO LA ZONA D'IMPIEGO.
Nella seconda decade di dicembre 1944, il Gruppo di combattimento si trasferì dalla zona di Piedimonte d'Alife-Alife -S. Potilo Sannitico-S. Angelo d'Alife, alla zona di Bracciano-Manziana-Oriolo Romano, per potervi svolgere una proficua attività addestrativa (7). Il trasferimento venne completato nei primi giorni della terza decade del mese.
Versoi la fine del gennaio 1945, il Gruppo di combattimento si spostò ancora più a nord e, dalla zona di Bracciano-Manziana-Oriolo Romano, si trasferì, a scaglioni, nella zona di Radda in Chianti-Castelnuovo Berardenga-Castellina in Chianti-Tavernelle, passando alle dipendenze logistiche e di impiego della 8a armata britannica.
La nuova zona, per le sue caratteristiche - ricca di strade, vasta, variamente accidentata - offrì buone possibilità per una intensa e proficua attività addestrativa. Vennero eseguiti tiri di combattimento, esercitazioni di autocolonne, esercitazioni tattiche diurne e notturne.
Sotto la data del 13 febbraio il Gruppo «Legnano» passò alle dipendenze della 5a armata americana (8), dalla quale gli pervennero direttive per l'addestramento delle unità dipendenti. Nell'addestramento doveva essere tenuto presente che il Gruppo sarebbe stato impiegato in linea non prima del 15 marzo, in un settore montagnoso e con compito difensivo. In relazione a tali direttive, l'attività addestrativa fu ancora intensificata, con esercitazioni d'insieme e con l'impiego armonico delle varie armi, orientandola alle operazioni di montagna.
Il 15 marzo (9), il Gruppo di combattimento iniziò il suo trasferimento verso la zona di raccolta - Piancaldoli, La Martina, Tre Poggioli, La Selva - allo scopo di tenersi pronto ad entrare in linea sul fronte della 91a divisione americana, della quale doveva sostituire due reggimenti nel settore dell'Alto Idice. Il movimento venne ultimato il 17 marzo, e l'indomani, 18, il Gruppo fu «collocato sotto il controllo operativo del II Corpo» americano ed «aggregato alla 91a divisione per le operazioni».
Nella nuova zona, il 17 pervenne al Gruppo l'ordine che dalla notte sul 19 al 23 marzo i dipendenti reparti avrebbero sostituito in linea i corrispondenti reparti americani. In tal modo, nella giornata del 23, il Gruppo «Legnano», ultimate le operazioni di sostituzione, si sarebbe trovato schierato nel settore Idice, inquadrato tra la 10a divisione indiana a destra e la 91a divisione americana a sinistra (10).



NOTE
(1) La divisione «Legnano» era stata trasferita dalla Francia meridionale nelle Puglie sin dalla fine di luglio; senonchè, durante il trasferimento, giunta nella zona di Bologna, era stata trattenuta per esigenze d'ordine pubblico.
(2) Secondo il ten. col. Tuzi, capo di S.M. della divisione, poterono essere recuperati soltanto: una aliquota del comando divisionale, il LVIII Btg. mortai divisionale, una sezione mista di carabinieri, circa 3 Btr. da 75/18 e la sezione di sanità.
(3) Un capitano del comando divisione, per es., continuò, non senza rischi, a mantenere il collegamento radio con gli elementi divisionali in Puglia.
(4) Ci limitiamo qui a questi semplici accenni generici sull'azione della divisione «Legnano» in Puglia, in attesa che venga compilato uno studio più particolareggiato e approfondito sulle operazioni svolte a sud dalla nostra 7a armata subito dopo l'armistizio.
(5) Abbiamo voluto dare un cenno sulla formazione organica preventivata per la divisione «Legnano» perché si possa avere così una idea di come le nostre maggiori autorità militari intendessero raccogliere e valorizzare quanto di meglio offriva l'armamento nostro di quel tempo al fine di costituire una grande unità divisionale, la quale, pur non raggiungendo ancora la potenza delle divisioni alleate, non sfigurasse però troppo nei loro confronti.
(6) Nel suo vibrante ordine del giorno per lo scioglimento del C.I.L., del quale era stato comandante, il gen. Utili così scrisse tra l'altro: «... Sciogliendosi, il C.I.L. darà vita a due nuove grandi unità: la «Legnano» e la «Folgore». Il nostro augurio, il nostro impegno deve essere quello che esse risultino le più compatte, le più ardenti, le più salde al servizio della Patria come discende naturalmente dal loro diritto di primogenitura ...».
(7) Il 25 dicembre, il Gruppo fu visitato, in rappresentanza del Governo, dal Ministro Soler! che ebbe, in tale occasione, parole di vivo compiacimento per l'alto spirito della truppa.
(8) Il 15 febbraio venne consegnato in forma solenne il labaro al IX reparto d'assalto, che avrebbe dovuto assumere la denominazione di Btg. d'assalto «Col Moschin», mentre continuò, viceversa, a chiamarsi sempre IX reparto d'assalto.
(9) Il 7 marzo, il Gruppo «Legnano» fu visitato da S.A.R. il Luogotenente del Regno che distribuì, in tale circostanza, varie ricompense al v. m..
(10) Il Gruppo «Legnano», come si vede, fu, tra i vari Gruppi di combattimento, quello che entrò in linea per ultimo, dopo il «Cremona» (entrato in gennaio), il «Friuli» (entrato in febbraio) e il «Folgore» (entrato ai primi di marzo).


FONTE
"I Gruppi di Combattimento (1944-1945)", USSME, Roma, 1951, pagg. 315-327.

Vito Zita

 

Link correlati


  • I sostenitori di Modellismo Più


  •