| Verso la metà degli anni ’20 le autorità italiane dimostrarono interesse per un veicolo corazzato leggero, veloce e maneggevole, armato di mitragliatrici e che fosse in grado di operare negli accidentati teatri di montagna come supporto alla fanteria ivi impiegata. |
Questo interesse portò all’acquisto di 25 carri leggeri inglesi Carden LloydMark VI, ai quali Fiat ed Ansaldo iniziarono ad apportare una serie di modifiche che condussero poi alla realizzazione di un modello interamente di produzione italiana che fu denominato CV 3/33. Anche se comunemente ci si riferisce al CV come ad un carro armato, questo, a nostro giudizio, rientra più propriamente nella categoria dei veicoli blindati, sia per la potenza di fuoco che in termini di protezione offerta all’equipaggio. Il CV 3/33 della prima serie era caratterizzato dalla corazzatura a piastre saldate, dal meccanismo di regolazione della tensione del cingolo montato da un lato in asse con la ruota di rinvio posteriore e dall’armamento costituito da una singola mitragliatrice Fiat Modello 14 raffreddata ad acqua. Nella seconda serie, in produzione dal 1934, l’armamento era costituito da due mitragliatrici Fiat Modello 35 da 8 mm abbinate (sostituite a partire dal 1938 da due Breda Modello 38 sempre abbinate), il meccanismo tendicingolo era separato dall’asse della ruota di rinvio, mentre a corazzatura rimaneva invariata. Per tutto l’anno successivo furono sperimentate soluzioni per potenziarne l’armamento. Assieme a queste prove vennero apportate delle variazioni che confluirono in una nuova versione di produzione denominata CV 3/35, che introduceva leggere modifiche nel disegno e nella corazzatura (ora del tipo a piastre imbullonate), mentre l’armamento rimaneva invariato (con le due mitragliatrici abbinate da 8 mm). Un’ultima versione del mezzo fu introdotta nel 1938 e prese il nome di CV 3/38 e fu prodotta in un limitato numero di esemplari. Il mezzo presentava un nuovo sistema di sospensioni ed era equipaggiato con un’unica mitragliatrice Breda da 13,2 mm. Alla fine degli anni ‘30 il CV 3/33 ed il CV 3/35 furono entrambi ridesignati come Carro Armato L.3/35.
Varianti Varianti degli L.3 furono approntate per far fronte a specifiche esigenze.
- lanciafiamme: che poteva essere sia con il serbatoio del liquido infiammabile interno al mezzo che all’esterno in un apposito rimorchio
- carro radio: equipaggiata con apparati radio che era destinata ai comandati di squadrone (o di compagnia) o di gruppo squadroni (o di battaglione)
- anticarro: un numero limitato di carri fu equipaggiato con un cannoncino anticarro Solothurn da 20 mm in sostituzione delle mitragliatrici
Molto interessanti furono alcuni prototipi allestiti come:
- gettaponte
- carro recupero
Sembra che la versione recupero sia stato l’unico tentativo effettuato dal Regio Esercito di dotarsi di un tale mezzo cingolato.
Impiego Questa classe di mezzi non era, almeno nell’idea iniziale, destinata all’impiego in luogo di carri più pesanti, ma destinata ad usi di polizia e di esplorazione o al massimo per eliminare piccole sacche di resistenza. L’ingresso prematuro nel secondo conflitto mondiale costrinse l’Italia a mettere in campo tutto l’equipaggiamento al momento disponible e che, putroppo assai di frequente, non era al passo con i tempi ed all’altezza dei compiti che si voleva assolvessero. Basti pensare che secondo fonti del Ministero della Guerra britannico, durante il 1940 ed il 1941, oltre il 75% dei mezzi corazzati italiani incontrati in Africa Settentrionale dagli inglesi erano L.3, che con il loro armamento non riuscivano ad impensierire i mezzi blindati (per non parlare di quelli corazzati) britannici. Gli L.3 hanno combattuto in Abissinia, nella guerra civile spagnola e praticamente su tutti i fronti della seconda guerra mondiale. Dal 1935 all’armistizio del 1943 nelle fila del Regio Esercito, dopo l’8 settembre vennero impiegati dalla Repubblica Sociale Italiana, dalla Wehrmacht e da reparti delle SS, per terminare la loro vita operativa nella Polizia e nei Carabinieri nell’immediato dopoguerra.
Caratteristiche tecniche |
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Fabbricante: | Ansaldo Fossati - Fiat |
Periodo di costruzione: | 1933-1938 |
Peso: | t 3,1 |
Larghezza: | m 1,40 |
Lunghezza: | m 3,15 |
Altezza: | m 1,28 |
Altezza da terra: | m 0,23 |
Equipaggio: | 2 uomini, pilota e capocarro armiere |
Armamento principale: | due mitragliatrici abbinate cal. 8 (Fiat 35 o Breda 38) o una mitragliatrice Fiat mod. 14 |
Munizionamento: | Breda Mod 38: 1896 colpi cal. 8mm |
Fiat Mod 35: | 2320 colpi cal 8mm |
Fiat Mod 14: | 380 colpi cal 6,5mm |
Sistema di puntamento: | a cannocchiale (con armamento Breda) |
Motore: | Fiat a 4 cilindri in linea |
Cilindrata: | 2746 cc |
Potenza: | 43 HP |
Alimentazione: | benzina |
Autonomia su strada: | circa 130 km |
Autonomia fuori strada: | fino a 6 ore |
Velocità massima su strada: | 42 km/h |
Velocità massima fuori strada: | 12 km/h |
Pendenza superabile: | 45% |
Capacità di guado: | m 0,70 |
Ostacolo verticale: | m 0,65 |
Ostacolo orizzontale: | m 1,45 |